Da qualche anno si è risvegliato l’interesse per i tanti piccoli paesi di cui è costellata l’Italia e per le “aree interne”, vale a dire le aree distanti dai grandi centri urbani, grazie ad un movimento di opinione veicolato dai media e supportato da artisti e intellettuali. Uno dei più noti e forse uno dei primi a richiamare l’attenzione su questi temi è stato il poeta irpino Franco Arminio, fondatore della “Casa della paesologia” a Bisaccia, il paese in è nato nel 1960 e vive tuttora, e ideatore del festival “La luna e i calanchi” ad Aliano, in Basilicata. Tra le sue opere più apprezzate Studi sull’amore (Einaudi, 2022), Cartoline dai morti (Nottetempo, 2010), Cedi ala strada agli alberi (Chiarelettere, 2017), La cura dello sguardo (Bompiani, 2020).
Nel Manifesto sulla paesologia pubblicato sul suo blog (casadellapaesologia.org) Franco Arminio spiega il collegamento tra poesia, paese e sacralità: "La paesologia unisce l’attenzione al dettaglio con la spinta verso il sacro, mettere al centro la poesia cambia molte cose, significa mettere al centro della vita la morte, la morte non è una faccenda di un giorno solo, è la faccenda di ogni giorno, la morte muove l’anima, la poesia e la morte portano inevitabilmente a dio, non quello che ci hanno raccontato, un dio che non promette paradisi e inferni, un dio che è semplicemente un punto vuoto a cui approdare, il dio della paesologia è il niente". Non è un caso, dunque, che il suo ultimo libro, appena pubblicato da Einaudi, si intitoli Sacro minore. Una straordinaria raccolta di poesie, dedicata al “sacro quotidiano”, alle piccole, minime cose che fanno grande la vita: “Sacra l’anziana donna/che tiene sul petto/la piccola foto di suo figlio…sacri i negozi/che vendevano/le stoffe, gli ombrelli e la varechina”.
E proprio di Sacro minore Franco Arminio parlerà a Dronero, giovedì 11 maggio, alle 21, al Teatro Iris, nell’ambito del Festival letterario “Ponte del Dialogo”, organizzato dal Comune di Dronero. Sarà accompagnato dai figli Livio e Manfredi in un reading musicale di grande suggestione. La forza delle sue poesie è quella di catturare, nell’apparente banalità di ciò che abbiamo intorno, la meraviglia della vita. Le parole di Arminio sono cura, sollievo, ristoro, come una coperta per chi ha freddo o un bicchiere d’acqua per chi ha sete.
Per sottolineare e onorare il suo impegno a favore delle aree interne, il poeta sarà introdotto da Roberto Colombero, presidente regionale dell’UNCEM e da Pierluigi Balbi, vice presidente di Dronero Cult. Proprio a Franco Arminio, infatti, si è ispirata l’associazione dronerese per elaborare il progetto “Fabbricare”, che si propone una serie di azioni per far ritrovare il senso profondo e autentico del paese, perché gli abitanti di Dronero trovino insieme il modo di affrontare responsabilmente le urgenze del presente e del futuro, legate soprattutto al clima, all’ambiente, alle migrazioni, alle sfide tecnologiche.
Il progetto “Fabbricare” nasce, come scrive Franco Arminio, da una questione d’amore per il proprio paese: “Riabitare i paesi non è questione di soldi. I soldi servono a farli più brutti, a disanimarli. Per riabitare i paesi servono piccoli miracoli, miracoli talmente piccoli che li possono fare uomini qualunque, quelli che vediamo in piazza. (…)Servono per lo sviluppo locale non persone che vengono a parlare a un seminario di tre ore e poi vanno via. Servono gli allenatori dei paesi. (…) I paesi vanno vissuti da dentro, va capita la loro natura allo stesso tempo benefica e venefica. Servono politiche contro lo smarrimento, servono azioni immediate sulla strada con le buche, sull’ospedale che non funziona, sulla scuola che chiude. Per rivitalizzare l’economia dei luoghi servono persone che sanno dove stanno e che hanno voglia di stare dove stanno. Alla fine è una questione d’amore”.
Per partecipare all’incontro con Franco Arminio è necessaria la prenotazione, che si può effettuare scrivendo a pontesuldialogodronero@gmail.com . Occorre però farlo al più presto perché i posti disponibili non sono più molti.