È la visione di due figure che scaturiscono da un unico blocco di marmo: uno dei due corpi perde conoscenza e si avvia a morire, l’altro emerge dal seme e comincia a vivere. La scultura si intitola “Dikatomi”, un’espressione del greco antico che rimanda a un concetto filosofico, dal quale viene l’odierno sostantivo “dicotomia”: “Due forme che non possono esistere l’una senza l’altra. Così è per la vita e la morte” spiega Furkan Depeli, il giovane artista turco che l’ha realizzata da solo in due mesi.
La scultura, collocata in corso Giolitti all’angolo con via Bassignano, è stata svelata questa sera alla presenza del suo autore, dei vertici della Fondazione Peano che l’ha commissionata e dell’assessore cuneese alla Cultura Cristina Clerico. L’opera ha vinto l’edizione 2021 del concorso internazionale Scultura da Vivere, bandito dalla Fondazione Peano: il tema era, appunto, quello della “rinascita”, tra la memoria della pandemia e la speranza di un mondo nuovo.
Dopo alcuni anni di giacenza si è riusciti ora a installarla in una delle aree più centrali ma anche più “critiche” di Cuneo: “È un pezzo del mio percorso che dono alla città” spiega Depeli. Nato ad Ankara 1995, ex allievo dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, lo scultore pone la materia e la luce al centro dei suoi lavori, realizzati perlopiù in marmo e in alluminio: nonostante la giovane età l’artista ha già guadagnato una fama internazionale, tanto che una delle sue opere è esposta in permanenza in un museo di Istanbul e un’altra si trova in Corea del Sud.
Una caratteristica di “Dikatomi”, scelta per il suo forte impatto visivo e concettuale, sono i tre giri di strisce led sulla base, agganciate al crepuscolare dell’illuminazione pubblica: la scultura si “accenderà” la sera insieme ai lampioni del corso.