I CCCP Fedeli alla linea tornano nella provincia cuneese. Questa volta sul grande schermo con le proiezioni al Cinema Monviso di Cuneo (giovedì 18 gennaio) e al Cinema Teatro Magda Olivero di Saluzzo (lunedì 22 gennaio) di “Kissing Gorbaciov”, documentario dei registi Andrea Paco Mariani e Luigi D'Alife. C'è stato un tempo in cui il punk filosovietico della band emiliana nata a Berlino Ovest dall'incontro di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, di quella band che ha incarnato il malessere esistenziale di generazioni (slogan come “Produci, consuma, crepa” o “Non studio, non lavoro, non guardo la TV. Non vado al cinema, non faccio sport” sono ancora molto attuali) suonò davvero nella nostra provincia. Qualcuno forse ricorderà il leggendario live a
Le Macabre di Bra, nel 1985, e il concerto al Parco della Resistenza in occasione del festival Movimenti '87 (nel 1987 appunto).
La storia raccontata in “Kissing Gorbaciov” inizia a Melpignano, piccolo paesino del Salento di 2000 abitanti: qui il 23 e il 24 luglio 1988, con il festival “Le idi di marzo” arrivarono per la prima volta nell'Europa occidentale, salendo su un palco oltre la cortina di ferro, sei rock band sovietiche. “Lo sbarco della nuova armata musicale russa” - così lo definì il giornalista Gino Castaldo - segnò l'inizio di uno scambio culturale e di un doppio tour, finanziato dallo stesso Gorbaciov, che, l'anno successivo, il 1989, porterà una delegazione formata da quattro band italiane, ovvero CCCP, Litfiba, Rats e Mista & Missis, dagli organizzatori del festival e da alcuni giornalisti (tra cui Alba Solaro che raccontò la tournée su Rockerilla) a salire su un Aeroflot pericolante per atterrare in una Russia in piena perestrojka.
Otto giorni in Unione Sovietica che culminarono nell'esibizione del 23 marzo di fronte all'Armata Rossa, con i soldati che si alzarono sull'attenti dentro il palasport quando i CCCP con “A ja ljublju SSSR” intonarono l'inno russo, e nel live del 26 marzo in un rock club di Leningrado, dove si respirò il clima della scena underground composta da tutte quelle band che sfidavano il controllo e la censura dell'etichetta di stato Melodya. Fu una messinscena sadomaso come non avevano mai fatto in Italia, citando le parole di Ferretti. Indimenticabile anche la performance che la benemerita soubrette Annarella, spogliandosi del suo costume da matrioska e rimanendo vestita con un grembiulino a fiori e una parrucca gialla, fece sul palco e sulla Piazza Rossa.
Il film, prodotto dalla casa di produzione indipendente SMK Factory, partendo da Melpignano, racconta tutto questo con materiali d'archivio, fotografie e testimonianze dirette dei protagonisti, di chi visse quei giorni in cui si incontrarono due mondi che, da lì a poco, con la fine della Guerra Fredda e l'avvento della globalizzazione sarebbero stati spazzati via per sempre. Nell'incontro, avvenuto a ritmo di punk sovietico e filosovietico, grandi protagonisti sono i CCCP e il periodo in cui la storia della band si intreccia con la grande storia: dopo quel viaggio e il culmine dell'esibizione davanti all'Armata Rossa, il gruppo si sarebbe sciolto così come l'Unione Sovietica, in seguito alla caduta del Muro di Berlino, disgregata.
Un viaggio cruciale anche perché in quegli otto giorni tra Mosca e Leningrado, in cui videro una Russia molto diversa dal loro immaginario, strinsero legami con Gianni Maroccolo, Ringo De Palma, Francesco Magnelli (allora membri dei Litfiba) e Giorgio Canali (già fonico dei Litfiba e all'epoca fonico del tour) che presero parte alle registrazioni di “Epica Etica Etnica Pathos”, ultimo disco prima dello scioglimento della band e della nascita dei C.S.I. Per le riprese del film è avvenuta, dopo anni, la reunion di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur che si sono rivisti a Cerreto Alpi, nell'Appennino reggiano, dove Ferretti vive. Un incontro avvenuto prima della mostra “Felicitazioni! CCCP - Fedeli alla Linea -1984-2024” ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia e del Gran Galà Punkettone. "Kissing Gorbaciov racconta quella che è probabilmente l'avventura più folle del rock italiano, partita da un piccolissimo paesino del Salento negli anni 80', passando per la “rossa” Emilia, arrivando infine a Mosca e Leningrado.
Il film ricostruisce l'intera vicenda avvalendosi di un cast eccezionale, a partire dalla prima intervista insieme dei CCCP – Fedeli alla linea dopo moltissimi anni, ma anche gli organizzatori Sergio Blasi e Antonio Princigalli, le band RATS e Mista & Missis e i giornalisti Gino Castaldo, Alba Solaro e Francesco Costantini, oltre a quello che è stato definito come il più importante critico musicale sovietico al Mondo, ovvero Artemij Troickij. Abbiamo creduto fosse importante raccontare questa storia e farlo senza retorica né nostalgia, piuttosto con l'intenzione di guardare al passato perché il nostro presente ha bisogno di bellezza, di storie come queste, e pensare che ancora oggi è possibile e necessario 'osare l'impossibile'. Il film è uscito al cinema il 24 Novembre ed è distribuito in maniera indipendente da OpenDDB – Distribuzioni dal basso. Stiamo riscuotendo davvero un fantastico riscontro da parte del pubblico con sale affollatissime. Siamo felici che il film arrivi finalmente a Cuneo dove ci aspettiamo una calorosa accoglienza, oltre le date di Torino e del 22 Gennaio a Saluzzo" dichiara il regista Luigi D'Alife.
Appuntamento al Cinema Monviso giovedì 18 gennaio, alle 21, e al Teatro Magda Olivero lunedì 22 gennaio, alle 21. Dopo entrambe le proiezioni seguirà l'incontro con Luigi D'Alife, regista del film insieme a Andrea Paco Mariani.