CUNEO - Oggi con "Living Room 2023" l'arte contemporanea entra nel cuore del centro storico di Cuneo

Le opere della settima edizione della residenza curata da Art.ur nascono dalle suggestioni degli "Scenari Primordiali" cuneesi e dal dialogo tra gli artisti italiani selezionati e gli interlocutori ospitanti

Alice Faloretti con Francesca Cavallera e Alberto Cornero. Fotografia: Francesco Doglio
Valentina Furian con alcuni membri del Comitato per il futuro del centro storico. Fotografia: Loris Salussolia
Fabio Marullo con Luca Soave. Fotografia: Loris Salussolia
Alberto Scodro con Annalisa Gossa e Fabio Massucco. Fotografia: Francesco Doglio

Francesca Barbero 29/09/2023 08:35

Inaugura oggi pomeriggio, alle 17, “Living Room 2023”, la residenza artistica curata da Art.ur in cui l'arte contemporanea entra nel cuore e nelle abitazioni del centro storico. Nei tre giorni di opening diffuso gli artisti, selezionati dal curatore Andrea Lerda, sveleranno le opere nate dal dialogo instaurato durante la residenza con i quattro interlocutori ospitanti. Per approfondire il discorso sugli “Scenari primordiali” -tema di una settima edizione che ha unito la riflessione sull'abitare alla tematica ambientale, con visite alla scoperta di luoghi del territorio di grande rilevanza naturalistica (le Grotte di Bossea, la Riserva Naturale dei Ciciu del Villar di Villar San Costanzo, le cave di alabastro a Busca,  le mineralizzazioni di uranio presso la Galleria Curie alle Terme di Lurisia, i territori della Valle Stura, la Grotta di Rio Martino a Crissolo e il  Centro Uomini e Lupi a Entracque)- e per avere delle anticipazioni sui progetti artistici inediti, abbiamo fatto qualche domanda agli artisti Alice Faloretti, Valentina Furian, Fabio Marullo e Alberto Scodro che hanno rispettivamente dialogato con Francesca Cavallera (titolare di una libreria del centro cittadino) e il compagno Alberto Cornero, Pietro Carluzzo e il Comitato per il futuro del centro storico, l'architetto Luca Soave e la giovane coppia composta da Annalisa Gossa e Fabio Massucco.
 
Quest'anno Living Room ha unito la riflessione sull'abitare alla tematica ambientale. Gli artisti coinvolti sono stati accompagnati a visitare luoghi naturali del territorio per riscoprire il concetto di scenario primordiale, tema dell'edizione 2023. Che cosa significa abitare uno scenario primordiale? E qual è il ruolo dell'artista nel dibattito attuale sul cambiamento climatico? Ammesso che l'artista debba ricoprire un ruolo al suo interno...
Alice Faloretti: “L'abitare è anche un prendersi cura del territorio di cui siamo parte, come di quei luoghi primordiali, pregni di un immenso valore, archivi del tempo, memoria del pianeta e degli esseri viventi che lo hanno abitato. L'artista che tratta l'argomento nel proprio lavoro ha la possibilità di sensibilizzare ed evidenziare certi aspetti ponendoli sotto una luce diversa, ma penso che la sua ricerca non debba essere letta e vincolata esclusivamente in relazione a questo scopo".
Valentina Furian: "Parto dal concetto di abitare: un’azione che prende forma in un’abitudine e rende il luogo domestico e l’esperienza addomesticata. La dimensione naturale selvatica si colloca invece altrove. Credo dunque che non sia possibile abitare uno scenario primordiale, smetterebbe di essere tale. Il primigenio si può certamente attraversare, si può provare, si può varcare. Si può cercare di addomesticarlo mentalmente, ma non riesco a pensare all’esistenza primordiale in assenza di un corpo, pensarlo nella sua non-fisicità: le rare volte in cui ho incontrato questo stato della natura sono sempre stati degli incontri che avvenivano in un’implicazione assoluta dei sensi, con un forte coinvolgimento fisico. Quindi, abitare il primordiale è di per sé un concetto che si annulla. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, penso che l’attualità ecologica del nostro pianeta sia un tema centrale, misurare la propria relazione con l’ambiente che ci ospita è una necessità umana indispensabile, di cui dovremmo sentirne la necessità nell'ottica della preservazione della nostra specie. Il cambiamento climatico, in una visione antropocentrica può essere allarmante e minaccioso, ma l’ambiente sarà in grado di compiere una mutazione, una transizione e sopravvivere, anche in assenza di noi".
Fabio Marullo: "Credo che i luoghi primordiali, così come li vivo in generale e come li ho vissuti nello specifico dell’esperienza 'Living Room', siano dimensioni in cui voci e forme del passato hanno un’evidenza forte. Bisogna solo mettersi in ascolto e si possono rintracciare legami, trovare risposte. Mi piace pensarli come luoghi di sacralità laica o di magia storica. E se in più li guardiamo in ottica funzionale possono risultare 'oracoli', in grado di gettare luce sulla questione ambientale, di capire sempre di più sulla storia del Pianeta e sulla nostra presenza su di esso. Il mio ruolo come artista è dunque innanzitutto mettermi in ascolto degli spazi abitati dal passato e come mi avrete sentito dire spesso 'con lo sguardo dello stupore' rintracciare semi, recuperare voci, ridisegnare forme per ribadire che il punto di partenza è la (ri)scoperta di un amore più consapevole per la Terra".
Alberto Scodro: "Credo che l’abitare sia strettamente personale e relazionato all’esperienza e al vissuto di ognuno di noi, il primordiale è un concetto più che un dato di fatto, un concetto che si relaziona alla nostra percezione e al come noi vediamo e pensiamo il mondo. Noi conteniamo il primordiale e siamo la sua evoluzione, noi diventeremo primordiali. Forse l’artista, come del resto ogni persona, dovrebbe fare sempre più attenzione alle meraviglie della natura".
 
Nei luoghi cuneesi che hai visitato, hai visto ho fatto esperienza di quella dimensione naturale primigenia, arcaica, in cui anche il tempo scorre in maniera diversa, seguendo i cicli della natura e i ritmi delle forme viventi -e non- che la abitano?
Alice Faloretti: “Sì, ho avuto l'opportunità di stabilire un contatto diretto con questi luoghi, esplorarli, capire come sono mutati nel corso degli anni, quali elementi hanno contribuito a renderli così come li vediamo noi oggi e anche come l'intervento umano in alcuni casi, li abbia in parte modificati. È stato interessante poi osservare le tracce del tempo trascorso attraverso le sfumature cromatiche, le stratificazioni, le erosioni, un tempo che pare sospeso, scandito da ritmi del tutto diversi dai nostri, tanto da risultare quasi inimmaginabile".
Valentina Furian: "'Axel Island', la mostra che presento per 'Living Room 2023', parla anche di questo. Il tempo (nel senso di successione di istanti) e la luce in contrasto con l’oscurità sono i punti di partenza, gli elementi sui quali ho riflettuto dalla mia prima visita a Cuneo. A luglio ho visitato la grotta Rio Martino accompagnata dal gruppo speleologico Alpi Marittime di Cuneo, ho camminato nel buio ancestrale scavato dall’acqua nel corso nelle ere geologiche, per arrivare all’ultimo salone e fare un incontro straordinario. Questo incontro è al centro del video, da cui prende il titolo l’intera mostra, che sarà ospitato nella sede del Comitato del Centro Storico. Axel Island, come capita spesso nei miei lavori, parte proprio dall’incontro con ciò di cui parli sopra: l’inaspettato, l’originario, il selvatico".
Fabio Marullo: "Soprattutto il buio e il silenzio percepiti nella discesa alla Galleria Curie alle Terme di Lurisia hanno generato in me l’esperienza che qui descrivi. La città, insediamento umano per eccellenza, a volte può 'intossicarci', basta eliminare le stimolazioni visive e uditive in cui siamo costantemente immersi, per ricordarci che la nostra natura risiede altrove. Diviene fondamentale, dal mio punto di vista, mantenere un rapporto di contiguità e continuità con ritmi e luoghi naturali".
Alberto Scodro: "Non ho mai considerato il tempo come qualcosa di oggettivo, semmai definirei il tempo come qualcosa di trasformativo. Abbiamo visitato luoghi pieni di mistero; luoghi interiori come le grotte e luoghi esteriori come le montagne e le cascate. Queste esperienze mi fanno pensare all’umano: all’interno delle grotte, nell’oscurità la goccia d’acqua che cade crea forme che assomigliano a falli, mentre la goccia che corre lungo le pareti crea forme che sembrano vagine. A me sembra che esse vogliano rivelare il mistero della vita, che effettivamente nel suo atto creativo primo, rimane sempre inaccessibile e invisibile. Queste intuizioni ed esperienze chiarificano in me l’idea che l’acqua è il sangue del pianeta terra".
 
Il tuo lavoro è anche il risultato dello scambio intercorso con i coprotagonisti di Living Room, ovvero alcuni abitanti del centro storico che hanno aperto le porte delle loro abitazioni, mostrando il loro modo di intendere l'abitare e vivere lo spazio e arricchendo di ulteriori stimoli la riflessione artistica sull'abitare contemporaneo portata avanti durante la residenza. Quali suggestioni hai avuto dal dialogo con il tuo interlocutore?
Alice Faloretti: “Dialogando con Francesca Cavallera sono emersi diversi aspetti interessanti in relazione al tema. Mi è rimasta impressa una sua accurata descrizione, riguardo ad un tipo di roccia con cui era entrata in contatto durante un'arrampicata. Questa attività sportiva permette di stabilire una connessione diretta con gli elementi naturali del territorio e in particolar modo con la roccia che si va a scalare; diviene quindi possibile percepirne le forme, le diverse texture, le quali ogni volta provocano differenti sensazioni al tatto. Questo è stato uno dei numerosi spunti che hanno dato forma al mio lavoro finale".
Valentina Furian: "È stato da subito chiaro per me come ci fosse una forte correlazione tra il ruolo del Comitato del Centro Storico, il buio ipogeo e la luce dell’illusione cinematografica. Ho pensato al Comitato come ad una sorta di filtro dall’esterno all’interno, una camera ottica, un luogo in cui la realtà adiacente esteriore filtra al suo interno e viene capovolta per essere rielaborata e proiettata, è il ruolo sociale di questo organismo nel quartiere. Una serie di inaspettate coincidenze mi hanno portato a pensare al cinema e alle sue origini: ciò che si stagliava davanti ai miei occhi nelle profondità della terra sembrava proprio un effetto magico ottico molto vicino ai primi dispositivi visivi appartenenti alla preistoria del Cinema. Parallelamente la cavità buia mi ha fatto pensare al mito della caverna di Platone. Quello che succede a quei prigionieri ipogei, testimoni di una narrazione surreale fatta di proiezioni di luce e di ombre è proprio ciò che succede a noi, quando inconsapevoli di cosa saremo spettatori, ci immergiamo nel buio della sala cinematografica e attendiamo, curiosi, un nuovo mondo che appaia davanti ai nostri occhi. E così, nei miei primi giorni cuneesi ho scoperto l’esistenza di un gioiello a Valgrana: un piccolo museo del Cinema, il KinoMuseo. In 'Axel Island' saranno presenti anche dei documenti storici del cinema girato negli abissi, nel mondo sotterraneo, registrato nelle caverne, sono parte delle collezioni del Museo".
Fabio Marullo:"Le puntuali notizie ricevute dal fisico nucleare Luca Gentile, dal curatore Andrea Lerda e da tutto lo staff di Art.ur, nonchè le esplorazioni del territorio cuneese in cui l'architetto Luca Soave mi ha guidato durante la residenza, mi hanno permesso di rintracciare le credenze del passato, avvantaggiato dal retrospettivo e privilegiato punto di vista del futuro-presente . Mi sono ritrovato ad indagare, nel proficuo dialogo, ricco di informazioni storiche, un tempo profondo, nei meandri di uno spazio geologico abbandonato, vestigia di un’età dell’oro in cui l’uranio sembrava la nuova promessa di progresso in campo medico e nell’ambito delle risorse energetiche nucleari".
Alberto Scodro: "L’incontro con Annalisa e Fabio è stato speciale, persone curiose, aperte, disponibili, attenti ascoltatori, amanti dello sport, della natura e della vita e degli esseri viventi. Abbiamo condiviso del tempo insieme facendo passeggiate nella natura, lunghe chiacchierate ma anche piacevoli silenzi. Io personalmente vorrei dire di sentire un legame sentimentale con loro, come se ci conoscessimo da sempre, come se nel caso di necessità siamo già l’uno il possibile supporto dell’altro, e vorrei ringraziarli per la disponibilità e generosità offertami".
 
"Il silenzio era molto più fondo che durante la notte di luna" è il titolo dell'opera nata durante la residenza.
Alice Faloretti: "Il titolo proviene dal testo 'La parete' di Marlen Haushofer, consigliatomi da Francesca in occasione della residenza. In questo caso, il libro sopra citato, mi ha suggerito non solo il titolo, ma una serie di suggestioni che hanno contribuito ad evocare nella mia mente spunti visivi e collegamenti, che sono poi entrati a far parte della narrazione pittorica. "Il silenzio era molto più fondo che durante la notte di luna" potrebbe essere un'anticipazione di una nuova storia, sulla soglia tra l'arcaico ed il postumano".
 
“Axel Island”è il titolo dell'opera nata durante la residenza.
Valentina Furian: "'Axel Island' è l'isola che Otto, Hans e Axel incontrano nel loro viaggio al centro della terra nel libro di Jules Verne. Sono ormai immersi nei mondi ipogei da molti giorni, sopravvissuti ad una serie di avversi eventi; mentre stanno attraversando l'oceano sotterraneo hanno una sorta di visione e avvistano in lontananza un corpo galleggiante dal quale esce un getto d'acqua. Un enorme corpo galleggiante che irrora liquido con una forte pressione verso l’alto. I tre esploratori pensano inizialmente, un po’ spaventati, che sia un enorme cetaceo primordiale, avvicinandosi affrontano invece la realtà: ciò che hanno davanti ai loro occhi non è altro che un'isola di terra bollente con un geyser. Questa parte del libro di 'Viaggio al Centro della Terra' è per me centrale. In questo passaggio Verne affronta la relazione e la rottura che coesiste tra realtà e finzione, una tematica centrale nella mia pratica artistica, una questione essenziale nella nostra contemporaneità e la necessità fondante dell’Illusione cinematografica".
 
”Non sono lucciole, ma uranio” è il titolo dell'opera nata durante la residenza.
Fabio Marullo: "Sì, il titolo suggerisce che il fil rouge ad unione delle opere prodotte per Living Room è un contrasto che ho percepito durante la residenza e che ho cercato di riprodurre attraverso i processi e i materiali della ricerca: da una parte la fascinazione per un metallo instabile attraente nella sua componente luminosa, magico nel suo illuminare luoghi così reconditi dove la luce difficilmente penetra o può essere riprodotta. Così come magica può sembrare una lucciola che benedice i primi prati estivi. D’altra parte la consapevolezza del potenziale di questo elemento chimico tutto da gestire: a partire dal contatto con i nostri corpi che deve essere limitato, per non parlare del controllo da adottare nel suo utilizzo nella fornitura di energia nucleare e, non ultimo, nella produzione di armi".
 
“Talpidi” è il titolo dell'opera nata durante la residenza.
Alberto Scodro: "Si, è un lavoro fatto di segni, linee e movimenti reali e primordiali, è un lavoro che in qualche modo toglie la soggettività dell’abitare per diventare la reale copia dell’abitare di un corpo, è una scultura che fossilizza dei movimenti bui invisibili e sotterranei e in qualche modo fa riflettere sul quel rovesciamento a me caro, cioè rendere visibile qualcosa che altrimenti non lo è anche solitamente convive o è veramente vicino alle nostre vite".
 
Opening: venerdì 29 settembre dalle 17.00 alle 20.00 / sabato 30 settembre dalle 16.00 alle 20.00 /domenica 1° ottobre dalle 16.00 alle 20.00
 
Location:
I Via Peveragno 11 (p.zza Boves)
II Via Caraglio 4
III Via Busca 6
IV Via Armando Diaz 4
 
Ingresso libero.
É possibile prenotare la visita QUI oppure visitare liberamente le location.
 
Ulteriori informazioni: www.art-ur.it
Contatti: info@art-ur.it ; 3406856603
Pagina Instagram: associazioneartur
Pagina Facebook: Art.ur
 
L’iniziativa è organizzata e promossa dall’Associazione Art.ur
a cura di Andrea Lerda
col patrocinio della Città di Cuneo
con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRC, Fondazione CRT nella rete di ClimAttitude, ULG Cuneo
Sponsor tecnici: Lovera Palace Hotel
 
Con l'iniziativa LIVING ROOM 2023, l'Associazione Art.ur aderisce a ClimAttitude - ULG Cuneo, l'URBACT Local Group che riunisce enti cuneesi impegnati nella lotta al cambiamento climatico attraverso pratiche sostenibili applicate ai propri eventi e iniziative. Le iniziative dell’associazione Art.ur comprendono: l’utilizzo di carta riciclata certificata FSC per la stampa dei flyer, il coinvolgimento di professionisti e attività locali a km0, l’incentivo all’utilizzo di mezzi a bassa emissione per i partecipanti all'evento.
 
Living Room 2023 viene presentato in concomitanza con la seconda edizione di Connecting Worlds, evento tematicamente sintonico con la residenza, che negli stessi giorni prenderà vita presso Largo Audiffredi dalle 10.00 alle 22.00, la Casa del Fiume e l’Info Point adiacente dalle 10.30 alle 18.30. Un progetto nato nel 2022, organizzato quest’anno da Art.ur e Parco Fluviale Gesso e Stura del Comune di Cuneo, con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sull’emergenza climatica e sulla transizione ecologica. Connecting Worlds 2023, pensato come un evento nel quale l’arte contemporanea dialoga con il mondo della ricerca scientifica, incentra la sua narrazione sull’idea di fecondità e attiva un racconto corale con i quattro progetti realizzati nell’ambito di Living Room.

Notizie interessanti:

Vedi altro