CUNEO - Si alza il sipario sul “gran teatro delle città”: a Cuneo le opere di Canaletto, Van Wittel e Bellotto

San Francesco torna a fare da cornice a una straordinaria mostra di Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo. Mauro Gola: “La bellezza ha forza rigeneratrice”

Andrea Cascioli 29/11/2024 10:00

Dodici capolavori che riuniscono il meglio della pittura di paesaggio settecentesca, in un allestimento unico pensato per l’ex chiesa di San Francesco, sede espositiva del Museo Civico di Cuneo. La mostra “Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica” apre al pubblico sabato 30 novembre e sarà visitabile fino a domenica 30 marzo 2025.
 
Scopo dell’esposizione è anzitutto quello di mostrare come nel XVIII secolo la città diventi protagonista dell’arte. “È l’ultimo momento in cui l’arte italiana ha il primato in tutta Europa e in ogni campo” sottolinea Paola Nicita, curatrice della mostra insieme a Yuri Primarosa. Il grande iniziatore del vedutismo è l’olandese Gaspar Van Wittel, conosciuto in Italia come Gaspare Vanvitelli, padre del celebre architetto Luigi. A partire dagli anni Settanta dei Seicento Van Wittel porta nella penisola il gusto del ritratto dal vero in ambiente urbano: a interessarlo non sono le vestigia della Roma antica ma il dinamismo della città contemporanea, finalmente al centro della cultura artistica europea.
 
I suoi dipinti romani verranno ammirati anche da un artista veneziano di oltre quarant’anni più giovane. Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, è fautore di una pittura di veduta che va oltre la verità topografica dei luoghi: nei suoi quadri ritrarrà per tutta la vita una Venezia attiva, imperturbabile, quasi ideale, mai percorsa da nuvole o piogge. Con Canaletto nasce il mito di Venezia: “È un mito anche la sua forma di governo, - osserva Nicita - che non aveva mai conosciuto la tirannide: la città del divertimento, del piacere e del libertinismo, nonché dei lumi”. Una città eternamente uguale a se stessa tanto quanto Roma, città eterna per eccellenza, è invece in continuo divenire nei secoli: entrambe capaci di vivere nella rappresentazione e nel mito di sé. Bernardo Bellotto, nipote e continuatore dell’opera di Canaletto, porterà questo stile unico a Dresda, Monaco e Varsavia, chiamato dal principe di Sassonia, dopo che già lo zio aveva viaggiato in Inghilterra. Il suo punto di vista però è differente: alla luce chiara, tersa, mattutina di Canaletto si sostituiscono colori metallici, invernali, quasi freddi, con dettagli più realistici.
 
Sono gli anni in cui il gusto del teatro conquista la società e si riflette nell’attenzione straordinaria ai particolari e alle figure, mai aneddotiche: anche chi guarda è invitato ad “entrare” nei quadri come spettatore. L’effetto è accentuato dall’uso della camera ottica, a cui l’architetto Loredana Iacopino si è ispirata per l’allestimento della mostra, con scenografie a specchio.
 
“Per questo grande progetto abbiamo selezionato autentici capolavori, il meglio del nostro Settecento” conferma Thomas Clement Salomon, direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma: “Rendere un patrimonio accessibile - spiega - vuol dire anche metterlo a disposizione di chi non ha prossimità con esso: per questo siamo felici di essere a Cuneo e speriamo che il maggior numero di visitatori possa godere questo spettacolo”. Dietro al catalogo, edito da MondoMostre, una serie di analisi diagnostiche sui dipinti a cui hanno collaborato tanti studenti all’interno di Museo Laboratorio, spazio di ricerca didattica delle Gallerie.
 
È il terzo capitolo nella collaborazione all’insegna dell’arte tra Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo, dopo il successo delle esposizioni “I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese” nel 2022 e “Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto” nel 2023, visitate da oltre 54mila persone. “La bellezza ha per noi una forza generatrice e rigeneratrice degli spazi” afferma il presidente di Fondazione CRC Mauro Gola, ricordando che “l’idem sentire con la banca Intesa Sanpaolo è esteso al campo della sanità pubblica e dell’istruzione, oltre che alla cultura”. Alla mostra si affiancheranno una serie di laboratori didattici, sia esterni che interni, pensati per i più giovani. Gian Maria Gros-Pietro, presidente del cda di Intesa Sanpaolo, commenta: “Crediamo che il ruolo della banca sia quello di ridistribuire ricchezza non soltanto sul piano economico e sociale, ma anche culturale. È il terzo anno della nostra collaborazione in questa direzione e ogni anno progrediamo anche in termini di fruitori delle mostre”. Alle due istituzioni va il ringraziamento dell’amministrazione comunale di Cuneo, rappresentata dall’assessore alla Cultura Cristina Clerico, che spiega: “L’esclusività data dal valore assoluto di questa proposta culturale si unisce all’accessibilità per il pubblico, anche quello non introdotto nelle ‘sacre stanze’ dell’arte”.

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