Il nuovo romanzo di Matteo Bussola merita di essere letto e gustato con attenzione: in pochi hanno saputo raccontare la fragilità maschile senza stereotipi, senza pregiudizi, senza vergogna. Lui lo ha fatto con schiettezza e con un profondo senso di umanità. Il suo pensiero è sintetizzato in un passo, che ha voluto riportare anche su una cartolina-segnalibro: "La vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura. Non è una cima da raggiungere a tutti i costi. È la scelta di un buon posto in cui fermarsi". Un messaggio di straordinario valore, soprattutto per le giovani generazioni, che infatti leggono e amano le opere di Bussola. In un momento storico in cui il successo sembra essere l’unico faro nella vita, l’unica motivazione, l’unica meta, con le inevitabili conseguenze della delusione, dell’insoddisfazione, dell’inquietudine, Matteo Bussola va controcorrente e invita i lettori a non lasciarsi sedurre e ingannare dalla prospettiva del successo: la felicità, come già diceva Madre Teresa di Calcutta, è un percorso, non una destinazione. Quanti giovani soffrono di malesseri e disagi psicologici, che possono anche sfociare in patologie psichiatriche, perché non riescono a raggiungere un obiettivo che si erano prefissati, magari a imitazione di loro coetani o di protagonisti del mondo social. E il successo è sempre di più identificato con il denaro, il lusso, il soddisfacimento di ogni desiderio materiale. Matteo Bussola, nelle prime pagine del romanzo, chiarisce la filosofia, la visione del mondo cui si ispira: a volte vinci proprio quando perdi. Bisogna allenarsi ad accettare la sconfitta, l’errore, la scelta sbagliata, a riconoscere i propri limiti, a conviverci con serenità. San Paolo diceva duemila anni fa: quando sono debole, è allora che sono forte. (2Cor. 12,10).
Continua l’autore: "Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose. Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell’efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un’altra parte e mai qui, accanto a te. A vincere il mondo anziché imparare a camminarci dentro. A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d’erba". Poi racconta di una domanda che il padre faceva al protagonista del romanzo, Stefano, quando lui era bambino: "Che cosa fa di un uomo un uomo?" La risposta che dava il padre era sorprendnte e misteriosa, agli occhi del figlio: Un uomo è uno che non mantiene le promesse. Nella motivazione è contenuto un altro importante messaggio su cui riflettere: "Non mantieni una promessa quando non sei come ti vogliono, quando contraddici i copioni già scritti…quando ritrovi il tuo senso in una deviazione, in una caduta…quando accetti di essere incrinato, spaccato, di forzare la maschera…quando ti senti inabile alle sfide e rifiuti la divisa che ti vorrebbero imporre per statuto". Conservare, difendere la propria libertà, la propria autonomia di pensiero e di giudizio è un valore straordinario.
Il romanzo racconta tante storie di uomini che hanno abbandonato la corazza di apparenti sicurezze, hanno accolto le proprie ferite per sperimentare un nuovo modo di stare al mondo. Perché hanno capito che la vita non è una cima da raggiungere, ma trovare un buon posto in cui fermarsi. Un direttore di banca che decide di fare l’agricoltore, un padre che impara a conoscere il figlio ricoverato nin neuropsichiatria, una nziano marito che si prende cura della moglie malata di alzheimer, un hikikomori che vorrebbe uscire dalla prigione che lui stesso si è costruito, un imprenditore che lascia la sua casa per entrare in carcere, un gigolò scoperto dal marito di una sua cliente, un giudice che convive con la sua transessualità.
Matteo Bussola è nato a Verona nel 1971, ha raggiunto la notorietà nel 2016, a 45 anni, con Notti in bianco, baci a colazione, pubblicato da Einaudi e tradotto in molte lingue. Da quel momento una serie di opere fortunate, sempre per Einaudi: Sono puri i loro sogni(20127), La vita fino a te (2018), L’invenzione di noi due (2020), Il tempo di tornare a casa (2021) e “Il rosmarino non capisce l’inverno (2022). Conduce una trasmissione ardiofonica su Radio 24, Tu non mi capisci.