Una rubrica per raccontare il palco più importante della provincia cuneese, che oggi non esiste più: il palco del Nuvolari. Per rendere eterno un luogo nei ricordi di chi quel palco l'ha vissuto sopra, sotto e nel backstage. Un palco che in 27 anni - il Festival del Nuvolari Libera Tribù durava tutta l'estate - ha dato più di una scossa a una cittadina di provincia immobile e sonnolenta. Non un semplice amarcord per i tanti, troppi, nostalgici ma piccole istantanee dei live, della magia post concerto che, ogni notte, si ripeteva nel parco e di vita vissuta. Prove dell'esistenza di un'epoca in cui la scena musicale era più viva che mai. Un'idea nata per caso che non avrebbe mai preso forma senza le band, che hanno aperto i loro cassetti della memoria, e senza il prezioso aiuto di Andrea Ceraso, musicista, regista e amico. E ovviamente senza il Genius Loci del Nuvolari, con la sua capacità di dare vita a una dimensione particolarmente intima che avvicinava artisti e pubblico in modo unico. A tutti loro va il mio grazie.
"Se pensiamo ai palchi seri in provincia, la situazione 20 anni fa era davvero triste ma almeno esisteva. I principali erano il Nuvolari, il Ratatoj e Il Cinema Vekkio. È sopravvissuto solo l'ultimo, tutto il resto non c'è più. Nemmeno quelli più piccoli. Intorno alla musica si è sgretolato tutto e trovare un posto dove suonare in provincia adesso è davvero complicato. È un cane che si morde la coda: meno palchi, meno live, meno band, meno musicisti, meno gente che ascolta musica, meno cultura e via dicendo. Il Nuvo è stato fondamentale per la nostra generazione e speriamo lo sia nello stesso modo anche per quelle future, ma sinceramente abbiamo fortissimi dubbi. La distruzione di tutto è la creazione di qualcosa di nuovo. Non possiamo sapere se il NU(o)VO sarà meglio o peggio. Vedremo". La musica è cultura, affermazione che è bene ripetere, e la scena musicale muore sul nascere senza palchi. Il punto di vista dei Cani Sciorri, band noise rock fossanese formata da Alessandro Cerrato (Cher), Daniel Daquino e Marco Giaccardi (Giacco), è chiaro. "Quel palco era importantissimo, punto! Quando iniziavi a suonare nel cuneese era il palco di riferimento: il primo obiettivo a cui puntare. Salirci nei '90 era una bellissima cosa e significava che qualcosa di buono lo stavi combinando e tutte le sudate, le birre, gli scleri e le fatiche in saletta iniziavano a dare qualche frutto. Suonare su un vero palco, di quelle dimensioni e con quell'impianto, ti segna. La prima volta te la ricordi! In più era formazione musicale perché ogni sera, o quasi, c'era un concerto e potevi ascoltare cose che non ti sarebbero mai arrivate alle orecchie. Non esisteva YouTube quando eravamo ragazzini e se non fosse stato per il Nuvo ci saremmo persi un sacco di musica figa. Infine, qui abbiamo potuto conoscere altre band del territorio che si sbattevano tanto quanto noi, ma anche un sacco di gente che non suonava e ti permetteva di farlo ovvero tutti i fonici e i tecnici. Nessuno li considera mai ma senza di loro col cavolo che fai lo show. E c'era sempre una botta totale che usciva dalle casse grazie a loro!" raccontano, ponendo l'attenzione sul livello del palco, sul suo ruolo formativo (Daniel ha ancora i brividi se ripensa al più importante live della sua vita quando, qui, quindicenne, nel 1995 vide Robby Krieger dei The Doors) e sui lavoratori dello spettacolo, essenziali e parte integrante della bellezza di un live. La band, con alle spalle due tour in Europa e uno negli U.S.A, ha suonato tante volte al Nuvo con gruppi amici, del territorio e non, in serate di musica underground e spesso prima di nomi affermati . "Ricordiamo bene I Ministri. Si può dire che personaggi così arroganti e stronzi è difficile trovarli? Non pretendevamo il tappeto rosso ma almeno salutarci o fare due parole. Ci parlava solo il tour manager, per dirci che non potevamo stare nel camerino e che dovevamo mangiare separati. Abbiamo suonato con un sacco di band, anche straniere, decisamente più importanti. Tutto un altro pianeta. Aaron Turner, il cantante degli Isis, a Torino è sceso dal palco per aiutarci a scaricare la batteria dalla Punto di Daniel. Al Nuvo non sono mancate le esperienze con band decisamente più simpatiche. Come The Hormonauts: con loro birra e risate a non finire, come dovrebbe essere. La musica non deve unire?". Ministri a parte, la teoria è confermata da tanti momenti di interazione vissuti da spettatori. Dall'intervista video che Daniel fece nel backstage a Kurt Ballou dei Converge ("aprivano il live gli amici Slaiver") alla partita a calcetto contro Dennis Lyxzen degli International Noise Conspiracy (per Daniel "Gesù Cristo perché era anche il cantante dei Refused") e il suo chitarrista dove "sembrava di essere al Bar Sport, sfida Italia-Svezia". Dalla chiacchierata con Freak Antoni degli Skiantos al fumare con il batterista degli Apollo 440 (ricordi di Giacco e Cher) O ancora l'avvistamento dei Marlene Kuntz tra il pubblico da parte di Cher durante un live. Ma ci fu un episodio un po' particolare che coinvolse Daniel e amici, dopo il live dei 99 Posse nel 1998. "Eravamo piuttosto alticci e squattrinati. Il concerto era finito ma non era la nostra priorità. Si andava lì per vedere gente e cercare di baccagliare, con scarso successo, qualche ragazza. Io e Bonny (all'epoca suonavamo nelle Uovatomiche) giravamo tra i tavoli in cerca di avanzi di pizza, birra o vino. Da Claudio 'Il Pizza' stavano mangiando i 99 Posse. Il Rastamanno alle tastiere ci nota e capisce: 'Hey cumpà venite qui. C'è da mangiare!' Ci guardiamo e via seduti al tavolo a sbranare le pizze offerte dai ragazzi. Spunta una nostra stramba conoscenza, un signore magrolino e non proprio presentabile, 'Il veneziano'. Si aggrega senza fare complimenti e inizia a mangiare mettendo le mani nei piatti dei 99 Posse raccontando, in totale serenità, di essere sieropositivo. A noi fregava poco o nulla ma l'imbarazzo della band era palese. Se ne andarono lasciandoci il banchetto. Restò solo la cantante Meg".