L’ex artigliere alpino Gianpiero Meineri, classe 1957, peveragnese della frazione Santa Margherita (iscritto al gruppo di San Damiano Macra, terra delle sue amate corali alpine), divenuto famoso per la sua idea di andare, a tappe, camminando all’indietro, due anni fa, all'Adunata Nazionale di Asti (impresa che voleva denunciare “l’andare indietro” delle Penne Nere, e che gli valse il nome di battaglia di “Alpino Gambero”), stavolta, a Trento, è tornato alle antiche abitudini, come già l’anno scorso a Treviso, percorrendo (camminando in avanti) consistenti percorsi a piedi, con tante tappe a salutare amici e gruppi, partendo dall’inizio della provincia il cui capoluogo è sede della manifestazione. In Trentino, stavolta, venerdì 11 maggio, partendo il mattino, è arrivato a Rovereto, per trascorrere poi, spostandosi rigorosamente in autostop (come fatto da Peveragno, con eccezione il primo tratto, che nelle strade di Santa Margherita non passano molte auto ed il primo “strappo” ha dovuto darglielo la comprensiva moglie), la serata tra amici ad Arco e Trento (notti in tenda e sacco a pelo). Il giorno dopo è tornato a Rovereto, per riprendere la strada arrivando la sera alla meta.
In perfetta forma, per nulla provato (nonostante una dieta ascetica che gli ha fatto consumare tre panini in tre giorni, accanto a tanti “liquidi”, perdendo alcuni chili), si è presentato puntuale alla partenza della sfilata di domenica mattina 13, col grande zaino sovrastato dalle “bandierine” (italiane e della sezione AVIS di Peveragno, della quale è “sommo donatore”) e tuta rossa da lavoro. Stava scegliendo se sfilare con la sezione di Cuneo o con Saluzzo, dove ha trascorso il servizio militare, quando i tanti saluti agli amici alpini delle varie province piemontesi e lombarde gli han fatto perdere l’attimo della partenza (“Meglio così. Salutare gli amici è più importante”, ha commentato). Il passaggio per il ritorno, evitandogli altri autostop, lo ha offerto il Gruppo Alpini di Beinette. “Camminare a piedi ti fa davvero conoscere il territorio. Quest’anno, ad esempio, vicino Rovereto, ho visto la zona che ha ispirato, coi suoi massi sul terreno collinoso, versi della “Divina Commedia” di Dante”, ha riflettuto Meineri.