No, bere la candeggina non è un utile ‘rimedio della nonna’ contro il coronavirus. Ha suscitato un certo scalpore - e comprensibili ironie - il fatto che il ministero della Salute abbia sentito il bisogno di precisarlo sulla sua pagina web ufficiale, al primo posto di una raccolta dedicata alle
principali bufale sul Covid-19.
Ma davvero qualcuno crede che
“ci si può proteggere dal coronavirus facendo gargarismi con la candeggina”? La questione è stata chiarita da un successivo approfondimento di
Giornalettismo che ha ricostruito la genesi di quella che in effetti pare essere una diceria esistente. L’origine di questa incredibile fake news però non c’entra con l’Italia: si tratterebbe infatti di una voce messa in circolazione negli ambienti di QAnon, un collettivo cospirazionista americano che sostiene da destra le politiche di Donald Trump. Nella galassia dei supporters di QAnon, attiva in particolare sulla piattaforma 4chan, si sarebbe diffusa la convinzione che la cosiddetta Miracle Mineral Solution o Miracle Mineral Supplement (MMS) costituisca un possibile rimedio contro il rischio di contagio.
Di cosa si tratta? La sigla MMS designa in termini colloquiali un prodotto che contiene in soluzione acquosa il 28% di clorito di sodio, ovvero una sostanza analoga alla comune candeggina. Il termine è stato coniato nel 2006 da Jim Humble, un tecnico minerario, autore del volume autopubblicato The Miracle Mineral Solution of the 21st Century: qui lo scopritore del presunto rimedio miracoloso affermava di aver salvato con questo metodo un compagno colpito dalla malaria durante una spedizione in America centrale, alla ricerca di un filone aurifero. Pur senza avere - per sua stessa ammissione - alcuna conoscenza in ambito medico, Humble commercializza questa sostanza e anche un’altra, chiamata ‘MMS2 il secondo miracolo’, che contiene ipoclorito di calcio ed è anch’essa tossica come la candeggina.
Nel 2010 i Carabinieri del NAS di Torino avevano effettuato un sequestro della sedicente panacea. I suoi promotori la spacciavano come rimedio a ogni genere di malattia, compresa la febbre suina (ovvero l’influenza A/H1N1) che per un periodo aveva destato lo stesso genere di preoccupazioni oggi riproposte in forma molto più drammatica dal Covid-19. Dopo la segnalazione del ministero della Salute, i NAS avevano denunciato due persone per esercizio abusivo della professione medica e vendita di sostanza tossica.
Il prodotto veniva commercializzato su Internet attraverso una ventina di siti intestati a tale Maurizio Moretti, residente a Veglio in provincia di Biella: oltre a esaltare le proprietà della sostanza nella lotta alle più disparate patologie, si consigliava perfino di assumerne una flebo nei casi più gravi. In pochi mesi, secondo quanto riportato all’epoca da
La Stampa, circa 100 kg del liquido confezionato in flaconi sarebbero stati venduti a prezzi variabili fra i 33 e i 35 euro per ogni boccetta, in combinazione con una soluzione di acido citrico. Chi l’aveva assunta, lungi dal guarire dai propri mali, aveva denunciato una serie di allarmanti effetti collaterali tra cui nausea, diarrea, dolori corporei e mal di testa.
Il 27 giugno dell’anno scorso il ministero della Salute ha emanato una circolare per informare le autorità sanitarie circa i pericoli legati al consumo della MMS. Ciononostante la sostanza si trova tuttora in commercio online, in particolare attraverso i canali dell’organizzazione denominata Genesi II Chiesa della Salute e Guarigione. Sul sito
Dionidream.com, ad esempio, la MMS viene presentata come
“un prodotto che ha implicazioni per ciascuno di noi” e che contiene un solvente chimico
“in quantità piccole abbastanza da poter essere ingerito in tutta sicurezza, ma sufficiente ad uccidere i patogeni che vivono nel corpo degli esseri umani, tolgono energia, lo avvelenano con i prodotti di scarto e lo rendono più vulnerabile alle malattie. Se questa non è la vostra situazione di sicuro lo è di qualcuno che conoscete o che amate”.