Federico ha 15 anni e arriva da Sale San Giovanni, vicino a Ceva. E’ uno tra i più giovani cercatori di tartufi che martedì 10 dicembre in Provincia ha sostenuto (e superato) l’esame di idoneità per diventare “trifolao” e svolgere l’attività di ricerca e raccolta dei tartufi soprattutto nell’area di Langhe e Roero (tartufo bianco), ma anche per altre specie nel Monregalese e su tutto il territorio cuneese lungo la fascia pedemontana.
L’ultima sessione dell’anno di esami, con una Commissione composta dai tecnici del Ufficio Tartuficoltura e delle due associazioni dei tartuficoltori della Granda, ha valutato la preparazione di una ventina di aspiranti. Ogni anno sono circa un centinaio i candidati, tra i quali anche alcune donne, che affrontano gli esami (quattro sessioni). Duemila i tesserini rilasciati finora dalla Provincia di Cuneo per la raccolta dei tartufi.
L’ente organizza gli esami sulla base della normativa regionale per la ricerca e la raccolta nelle “zone libere”, da cui sono esentati i raccoglitori di tartufi sui fondi di loro proprietà o comunque da essi condotti o coloro che sono già muniti di abilitazione rilasciata da altre amministrazioni regionali o provinciali. Al superamento dell’esame di idoneità si ottiene il “tesserino” che è valido per 10 anni rinnovabili e che attesta il possesso dell’abilitazione alla raccolta dei tartufi su tutto il territorio nazionale.
La durata del tesserino (dal 1° gennaio al 31 dicembre) è subordinata al versamento annuale della tassa di concessione regionale (140 euro) da effettuarsi entro il 30 aprile alla Regione Piemonte. Oltre al regime della “zona libera”, la raccolta del tartufo può essere esercita anche in regime di “zona autorizzata”, dove cioè la raccolta è riservata agli autorizzati che possono accedere sia a tartufaie controllate (cioè create a partire da un bosco naturale per aumentarne la produzione di tartufi), sia a tartufaie coltivate (cioè create con piante micolizzate). La Provincia, tramite i suoi agenti di Polizia faunistica, svolge anche funzioni di controllo sui tesserini, sulle modalità di ricerca e raccolta, lavorazione e commercializzazione dei tartufi. Sono previste pesanti sanzioni amministrative per le violazioni delle norme in materia.