La cosa più difficile per un artista, è tradurre in realtà l’ispirazione artistica che vive nella sua anima.
Quale materiale usare? Meglio la pittura a olio o gli acquarelli, fotografia o altro?
Questi sono solo alcuni dei dubbi che invadono la sua mente, quando l’immagine ha preso forma sul supporto. Davide Bressi, nei suoi lavori artistici, riesce istintivamente a coniugare tutti questi aspetti. La razionalità e anche l’intuizione si fondono, quasi vibrando come un’unica entità. Il risultato sono opere che portano l’osservatore alla scoperta del profondo lavoro che è stato necessario per arrivare ad ottenerle, regalando inaspettate emozioni a chi le guarda. Dalla sua biografia, che ho ricevuto, troviamo che Davide Bressi nasce a Saluzzo nel 1986, vive a Villafalletto, dopo il diploma di maturità si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Cuneo, indirizzo pittura, conseguendo il diploma di Laurea di II° livello con la tesi dal titolo: “L’uomo e il suo trascendersi” ottenendo il massimo dei voti con lode. Nella sua ricerca pittorica indaga l’esistenza dell’uomo che, a differenza degli altri enti, trascende e progetta la propria esistenza a partire dal proprio retaggio culturale. Da questa riflessione sono nate la serie dei “Feti” e quella intitolata “L’uomo e il suo trascendersi”. Le opere sono realizzate su pannelli di plexiglas montati su telai dove sono state istallate delle luci al neon. La luce passa attraverso il plexiglas a seconda delle pennellate più o meno materiche. In questi lavori non viene data importanza al disegno; tutto prende forma attraverso il colore, il quale crea il disegno attraverso l’accostamento dei toni di colore. La profondità è data dall’accostamento di diversi colori puri ma anche dalla materia pittorica; alcune pennellate sono più materiche e in altre il colore è più diafano, in cui la luce, passando attraverso il plexiglas, accentuando il gradiente profondità. Le pennellate veloci creano movimento e dinamicità, al fine di evocare il continuo fluire della materia. Quindi la materia pittorica e la luce al neon simboleggiano i due modi di essere dell’uomo; da una parte il suo modo di essere oggettivo, cioè materia corruttibile, dall’altra la sua capacità di trascendersi, di progettare la propria esistenza attraverso la ragione e la ricerca di una propria verità. Non ci rimane altro che fargli i migliori auguri, con la speranza che la sua determinazione e la fortuna, perché ci vuole anche questo nella vita, porti il suo talento molto lontano, così da avere il giusto riconoscimento che si merita. Attualmente l’artista espone fino al 15 dicembre presso il Circolo Margot, Via Gaetano Donizetti, 23 di Carmagnola.