“Quando la strada sale, io non mi nascondo”, Questo il motto di Giovanni Panzera, 56enne documentarista e atleta cuneese, che da quattro anni sta portando avanti un ambizioso progetto denominato “Pedalando tra le aquile” che lo ha visto protagonista nel 2019 con la Traversata delle Alpi da Trieste a Montecarlo, nel 2020 con la Traversata degli Appennini dall’Etna al Monviso e nel 2021 con la traversata dei Pirenei, del Massiccio Centrale e delle Alpi del Mare, sempre in sella alla sua bicicletta.
Un totale di 7442 km percorsi di cui 3150 in salita, 219 passi scalati, 178 mila metri di dislivello in salita. Numeri che fanno intuire la portata di questo progetto. In questi giorni Giovanni ha iniziato la nuova avventura denominata “Dolomiti Winter”: il programma prevede l’ascesa di ben 21 passi dolomitici, 800 km di pedalate e 19 mila metri di dislivello da affrontarsi nella stagione invernale.
Il cicloturista cuneese ha già lasciato alle sue spalle il Passo Nigra, il Costalunga, il Rolle e il Valles, salite lunghe e impegnative con pendenze che raggiungono il 14% e temperature molto rigide che hanno toccato i -12°. Su queste strade che d’estate sono percorse da centinaia di ciclisti, in questi giorni si vede solo un omino con la giacca rossa salire sulle ripide pendenze, circondato da foreste e alte montagne rocciose che evocano nomi fantasiosi: Civetta, Cristallo, Pale di San Martino. L’inverno è il tempo del silenzio dove anche il rumore dell’acqua scompare nel gelo, e in questo ambiente un ciclista solitario cadenza le sue pedalate, accompagnato dalla tenacia per raggiungere quel cartello che indica l’arrivo e che le pendenze sono terminate. Un ciclismo epico? Romantico? Forse sì, ma soprattutto un ciclismo che ritrova la sua anima autentica e la sua essenza più profonda; Giovanni tutto questo lo sa ed è per questo che affronta le salite dolomitiche con rispetto e umiltà, ma tanta decisione. E la natura lo ripaga mostrandosi con panorami incredibili degni di quadri dei migliori pittori. L’arrivo sui colli poi desta sempre entusiasmo, ammirazione e incoraggiamento perché non è cosa normale vedere un ciclista che si avventura su queste strade durante l’inverno.
“Per il momento ho incontrato bel tempo – sottolinea Giovanni - ma temperature molto basse a cui devo aggiungere il vento che come sappiamo abbassa ancora maggiormente la temperatura percepita, ma la cosa non mi spaventa, so come affrontare queste situazioni grazie all’esperienza acquisita nelle molte spedizioni invernali nei Paesi dell’Artico”.
Il fratello Teresio, che con Giovanni ha condiviso molte spedizioni come per le precedenti imprese, ne ha curato la preparazione atletica e fisica. Giovanni si è allenato intensamente sulle montagne del cuneese che quest’anno quasi prive di neve ma con la presenza di molto ghiaccio sono state un ottimo terreno per aumentare resistenza fisica e testare la sua nuova compagna: una bicicletta “gravel”, una bici tipo corsa per ogni tipo di strada, con un telaio in carbonio più robusto e la possibilità di utilizzare ruote con copertoni più larghi e anche chiodati.
Una responsabilità in più per il cicloturista cuneese che è stato insignito dall’ATL di Cuneo di “Ambasciatore del Cicloturismo cuneese nel mondo”. “Ringrazio tutte le persone e le aziende e gli Enti – continua Giovanni – che mi sono a fianco da anni in questo grandioso progetto; a partire dalla Merlo spa nella persona del Cav. Amilcare Merlo, all’ATL del Cuneese, alle Alpi del Mare, alla Thor di Busca, alla Confartigianato ANCOS, al Comune di Cuneo, al Panthlon Cuneo e a tutti i media: televisivi, radiofonici, web e della carta stampata”.