DRONERO - Dronero, la famiglia Barbero festeggia i 65 anni di gestione del caffè nato con l’Unità d’Italia

Il titolare del locale ripercorre la storia del bar Roma di piazza Martiri: dalle visite di Giovanni Giolitti e Nilla Pizzi agli sfottò tra juventini e torinisti

Lo staff del Bar Roma di Dronero
Ezio Barbero con la figlia Lucia
Lo Juventus Club
Il matrimonio dei genitori di Ezio Barbero
La cartolina di Nilla Pizzi

s.m. 05/05/2021 10:41

 
Il periodo che stiamo attraversando non consente di festeggiare la ricorrenza, ma il prossimo 17 maggio sarà una data importante per il bar Roma di Dronero. Quel giorno - un lunedì - saranno passati 65 anni da quando la famiglia di Ezio Barbero prese in gestione i locali di piazza Martiri della Libertà. 
 
“Per noi, che abbiamo deciso di continuare nonostante le difficoltà del periodo e gli effetti della pandemia, si tratta di un traguardo speciale e sentito - racconta il barista, che ha seguito le orme di papà Teresio e mamma Maria -. Non potremo organizzare grandi eventi a causa delle restrizioni del periodo, ma ne abbiamo approfittato per recuperare dai cassetti un po' di foto e ricordi”. 
 
È così che il titolare dello storico caffè ha deciso di ripercorrerne la storia. “Nel 1956 mio padre Teresio Barbero prese in sposa mia madre Maria Degiovanni: il convivio, povero, fu organizzato proprio all’interno del locale. Gli piacque talmente tanto che decisero di lasciare i rispettivi mestieri, barbiere e sarta, per tentare l’avventura dietro al bancone”. 
 
Era l’Italia del Dopoguerra, nel pieno della fase di ricostruzione che fu preludio del boom economico: “Papà era un tipo affabile, con la clientela ci sapeva fare. Dipingeva (alcuni quadri sono ancora conservati al bar n.d.r.) e suonava tre strumenti: tromba, chitarra e mandolino. Si era inventato nel locale una sorta di “aperitivo jazz” con alcuni amici musicisti. Mia mamma invece era una donna creativa ma razionale. Credo che il bar abbia sempre riflettuto il loro spirito innovativo”.
 
Il locale però vanta origini più antiche. Il Bar Roma di Dronero fu fondato nel 1861 e, in onore dell’Unità d’Italia da poco raggiunta, fu intitolato alla futura capitale. Sono passati 160 anni. Un pezzo di storia recente del paese è passato da questo locale: dalle campagne elettorali del dronerese Giovanni Giolitti “di cui all’interno del bar conserviamo ancora la tazza che soleva utilizzare” alla visita di Nilla Pizzi negli Anni ’50: “Custodiamo ancora la cartolina-dedica della vedette vincitrice del primo Sanremo”.
 
I genitori di Ezio Barbero intuirono il potenziale della televisione: nei primi anni affittavano grandi schermi per poter trasmettere “Lascia o raddoppia”, il celebre quiz condotto da Mike Bongiorno. Erano gli anni in cui i bar del centro erano un punto di riferimento per la vicina caserma.
 
Negli Anni ’70 esplose il tifo per il Calcio, che divenne un fenomeno di massa: il Roma diventò il quartier generale degli “ultrà” bianconeri, mentre al dirimpettaio Bar Teatro si radunavano i tifosi del Torino. Per anni la piazza è stata un pullulare di bandiere, cori e tanti sfottò.
 
“Nel 1984 io, appena diplomato, scelsi di intraprendere la stessa strada dei miei genitori - racconta Teresio ricordando i vecchi tempi -. Papà morì nel 1971, mamma aveva bisogno di aiuto. Oltre alla stagione del tifo, vivo in pieno il periodo di grande passione per la disco, che a Dronero girava attorno al Villino delle Rose, poi Merengue: il Roma era ritrovo fisso prima di fare tappa in birreria e chiudere la serata nella pista da ballo. Al lavoro dietro al bancone alternai per una decina di anni la passione per i rally, prima da pilota e poi da collaboratore dei team organizzatori del Dronero-Montemale e del Valli Cuneesi”.
 
Oggi il bar conta sei collaboratrici (Sara Rebuffo, Erika Targon, Martina Lerda, Sandra Lerda, Gigliola Strano e Desirée Conte), benché Ezio possa contare anche sull’aiuto della figlia Lucia Barbero, che studia Psicologia a Perugia, ma durante i weekend e d’estate lo aiuta nell’attività di famiglia. 
 
Il segreto della longevità? “Credo stia nella capacità di adattarsi al mutare delle mode e della società. Il Roma è un bar accessibile da tutti portafogli e interclassista, ‘senza puzza sotto il naso'. Il nostro motto è da sempre ‘servire amici, non clienti’. Raggiunto questo traguardo, 36 anni dopo il mio primo giorno dietro al bancone, non posso che ritenermi soddisfatto”.
 
E se la festa di compleanno è una chimera, nulla vieta di alzare i calici: “Stapperò una bottiglia del miglior vino insieme ai clienti più affezionati e soprattutto alle mie collaboratrici. Brinderemo al pericolo scampato e alle nostre prossime avventure”. Cin cin.

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