L’ultima in ordine di tempo a raccontare di aver avvistato un ufo è stata Flavia Vento. Qualche giorno fa la soubrette televisiva ha “cinguettato” sul suo profilo Twitter queste parole: “Stamattina ho visto un ufo. Erano le 6.30, mentre stavo guardando la costellazione di Orione è passato in mezzo alla cintura e ha lampeggiato”. Per carità, potrebbe anche essere. D’altronde, nello scorso maggio, l’esistenza degli ufo e la conseguente necessità di far luce sul fenomeno è stata confermata per la prima volta nientemeno che al Congresso degli Stati Uniti - e ne aveva già parlato l’ex presidente Barack Obama.
Chiariamolo subito, gli alieni non c’entrano. Le preoccupazioni degli States sono concentrate su tecnologie sconosciute. Questo in seguito a una serie di avvistamenti di oggetti volanti non identificati con caratteristiche molto particolari (volo a zig-zag, stop-go, aria-acqua). Il principale timore è che siano in possesso di Paesi potenzialmente ostili. Mentre l’America indaga, Flavia Vento, nel finale del suo tweet, esulta: “Evviva, segnali!”. Per non portare il lettore ad abbandonare anzitempo la lettura di queste righe, abbiamo omesso le sette “i” finali aggiunte dall’ex “donna in vetrina”.
La testimonianza pare bislacca, ma c’è stato un tempo in cui in Italia gli avvistamenti di oggetti volanti non erano certo infrequenti, tutt’altro. Il record assoluto fu registrato nel 1978: da poche decine di segnalazioni mensili si passò, a partire dalla primavera, a centinaia. Complici, secondo gli osservatori, la pubblicazione in Italia del libro “Rapporto sugli Ufo” di J.Allen Hynek e soprattutto l’uscita nelle sale cinematografiche del colossal di Steven Spielberg “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. È probabile che il film fantascientifico, arrivato nei cinema della penisola a fine inverno, abbia influenzato in modo considerevole la popolazione, rendendola più “sensibile” a ciò che accadeva nei cieli.
Erano le 22,30 dell’11 marzo quando delle “macchine volanti” furono avvistate sul cielo di Cuneo da numerose persone. A raccontare l’episodio ai cronisti de La Stampa fu un agente di custodia del carcere di Cerialdo, Mario Grillo: “Ero di sentinella sul muraglione esterno e alzando gli occhi ho notato quattro punti luminosi, molto intensi. Tre erano a poca distanza l'uno dall'altro, formando quasi un triangolo e cambiavano continuamente colore”. Gli strani oggetti volanti, secondo altri testimoni, avevano sostato a lungo in cielo all'altezza del monte Argentera. Sarebbero poi riapparsi poco dopo le quattro del mattino, nella stessa formazione, ma spostandosi più velocemente. “Anche nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio li avevo visti quasi alla stessa ora - aggiunse Grillo -: ero andato a Piasco a trovare un conoscente, e appena ci siamo ripresi dall'emozione abbiamo telefonato all'osservatorio meteorologico di Pino Torinese, ma era la notte dì Capodanno e non c'era personale tecnico in servizio: abbiamo potuto parlare soltanto con un custode”.
Nell’anno dell’omicidio di Aldo Moro e dell’elezione al Quirinale di Sandro Pertini, gli avvistamenti furono molteplici. Una delle testimonianze più curiose arrivò da Saluzzo, nella notte tra sabato 11 e domenica 13 novembre. Un giovane carrozziere, Roberto Comba di 18 anni, arrivò a casa sotto choc e chiese di dormire in camera con la madre: aveva raccontato di aver visto un disco enorme a pochi metri da lui: emanava una luce “intensa e intermittente” e gli era parso un ufo che volesse atterrare. A suo dire la navicella ripartì dopo pochi istanti e il giovane, che aveva inchiodato l’auto, raccontò di essere tornato a tutta birra verso casa.
Il 30 novembre, a pochi giorni dalla morte del pittore Giorgio De Chirico, toccò a Savigliano. A giurare di aver visto un ufo, poco dopo le cinque di mattina, furono oltre una trentina di persone, in gran parte ferrovieri della stazione, ma anche viaggiatori in transito e alcuni giornalai che stavano recandosi a ritirare i pacchi dei quotidiani. “Era grosso come se avessero messo una moneta da cinque lire nel cielo - affermò sicuro il macchinista Federico Argenterò -. Aveva una luminosità impressionante. Subito ho pensato ad un satellite artificiale, ma era troppo grande e troppo lucente per esserlo. Credo che avesse un'energia propria”. Solo quattro anni prima a Saluzzo, nel settembre 1974, erano stati seguiti da numerosissime persone tre “strani” punti luminosi apparsi nel buio del cielo, in direzione del Monviso. Segnalazioni arrivarono anche da Fossano, Savigliano e Paesana. Fu la prima volta nella Granda.
Torniamo al ’78. In una notte di metà dicembre un altro avvistamento ufo avvenne a Santo Stefano Belbo. L'oggetto, descritto come simile a una “grossa palla di fuoco”, fu notato da almeno trenta persone e fu fotografato. Uno dei testimoni, il rappresentante di mangimi Fiorino Bianco di località Valdivilla, allora 47enne, stava facendo ritorno a casa da Alba in compagnia della moglie e di un amico. “Quando siamo giunti nei pressi di Neive abbiamo visto nel cielo sopra il paese, una sfera luminosa che emanava strani bagliori - raccontò ai giornalisti -. Ho fermato l'auto e siamo rimasti ad osservare il fenomeno. La sfera di fuoco si muoveva lentamente, poi è sparita”.
Finito l’anno “record” in Italia gli avvistamenti diminuirono, ma non si fermarono. Nella mattinata del 2 gennaio 1979, alcune persone segnalarono un oggetto che “emanava una fortissima luce rossa ed era molto più grande di una stella”, giusto sopra la Bisalta. Nonostante il graduale calo di segnalazioni, gli ufo e il mito degli extraterrestri divennero un fenomeno di tendenza, che coinvolse anche i più piccoli. Nel dicembre ’79, La Stampa pubblicò un pezzo di costume, scritto proprio da Cuneo, sull’invasione degli ufo giocattoli: “Vanno di moda gli extraterrestri: l'Ufo con motore elettrico è preferito all’automobile, sempre alimentata da una batteria a secco, le pistole sono spaziali, i robot tendono a sostituire gli ‘eroi’ di casa nostra”.
Pian piano nel Cuneese le segnalazioni divennero sempre più sporadiche. E, negli ultimi anni, di più difficile tracciamento, in quanto molto spesso vengono affidate ai social. I giornali, almeno i più credibili, non sono molto propensi a dar notizia di “avvistamenti ufo” che spesso si rivelano basati su suggestioni personali. E infatti anche oltreoceano, dove, come scritto nell’introduzione, hanno contezza dell’esistenza del fenomeno, hanno preferito cambiargli nome: da ufo a uap. Tradotto: “Fenomeni Aerospaziali-Sottomarini Non Identificati” (Unidentified Aerospace-Submerged Phenomena). Il succo non cambia, ma visto che della questione si sta occupando anche la Nasa, meglio allontanare facili ironie.
Tornando dalle nostre parti, una recrudescenza del fenomeno di strani episodi legati al fascino per il mondo extraterrestre, seppur in altra forma, si ebbe all’inizio degli anni Duemila, quando in tutto il Belpaese si segnalarono decine di casi di “cerchi nel grano”. In molti ricorderanno l’episodio che ebbe più risonanza nella pianura cuneese: avvenne a Fossano, nel giugno 2004. Vennero ritrovati cinque cerchi del diametro di 10 metri, ciascuno racchiuso in un cerchio più grande di 70 metri. Furono “disegnati” in un campo di avena nei pressi della città degli Acaja, ma questa - per dirla con lo scrittore tedesco Michael Ende - è un’altra storia.
Articolo pubblicato sul giornale cartaceo di Cuneodice.it in edicola da giovedì 13 ottobre.