La pandemia Covid-19 non ha avuto, tra i suoi esiti, solo molti morti e un cambiamento dello stile di vita, ma anche conseguenze psicologiche da elaborare.
Durante la prima ondata, il Trauma center psicologico dell’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo ha coinvolto bambini, famiglie e scuole nel progetto “L’albero della resilienza”. In 1.300 hanno disegnato emozioni e paure creando anche vere e proprie opere d’arte. Ora una piccola selezione, plastificata dall’ufficio tecnico dell’azienda, è stata appesa sull’albero in lamiera donato dal Comune di Cuneo e posizionato all’ingresso di via Coppino.
“Durante la prima ondata - spiega Maura Anfossi, responsabile del Trauma Center psicologico - abbiamo chiesto alla popolazione di mettere in atto tutti gli strumenti di resilienza, sollecitando anche i più piccoli con l’immaginazione e la fantasia. La risposta è stata incredibile. Ora questa seconda ondata ci chiede di resistere, ma, mentre la resilienza è una capacità più gratificante, la resistenza vuole dire stringere i denti e andare avanti”. “Significativo che l’albero sia stato piantato all’ingresso dell’ospedale - sottolinea Monica Rebora, direttore sanitario dell’azienda - in un luogo in cui la resilienza ha saputo manifestarsi, e sta continuando a farlo, con cambi di organizzazione e flessibilità continue”.
“Una dimostrazione della capacità di trovare la rinascita nelle pieghe delle difficoltà - aggiunge l’assessore alla Scuola Franca Giordano -. Questa esposizione è rappresentativa di una riflessione che i nostri ragazzi hanno fatto e che consegnano a tutti noi”. “L’albero è, in realtà, un aereo di carta – conclude l’architetto Alberto Pascale, che ha donato il suo lavoro a favore dell’iniziativa – quasi come se fosse il gioco di un bambino”.
E il progetto non si ferma qui. “Abbiamo in mente molte idee per il 2021” conclude Anfossi.