Non solo l’8 marzo è la festa delle donne, può essere festa tutti i giorni. Come ogni anno tutto sarà ridotto a un mazzo di mimosa frutto di un processo di svuotamento, di rimozione o travisamento del valore più autentico dell’idea originaria, del senso più antico e profondo di questa festa. Quest’anno abbiamo scelto di parlare dell’8 marzo con tre insegnanti: Serena Bosio, laureata in Scienze della formazione primaria di Torino, insegnante di sostegno dal 2005, di ruolo dal 2008, e attualmente alla primaria di Busca dal 2015, Ilaria Cosio originaria di Santa Cristina di Tarantasca, laureata in Scienze della formazione primaria di Torino nel giugno 2011, conseguita l’abilitazione per il sostegno nel 2012, dal 2013 entra di ruolo, ad oggi insegna alla primaria di Oltrestura (Madonna dell’Olmo) e Maria Vitale, insegnante specialista di inglese da 22 anni, laureata in lingue e letterature straniere all’Università di Bologna della primaria di Villafalletto da 17 anni. Cos’è oggi l’8 marzo: una festa, una commemorazione, un evento consumistico? E chi è oggi la donna? Serena: “Oggi, quando arriva l’8 marzo si riscopre l’orgoglio di essere donna ed il desiderio di festeggiare, ma spesso si fatica a ricordare le conquiste sociali e politiche compiute o le discriminazioni subite in passato.” Ilaria: “L’8 marzo è prima di tutto una commemorazione per non dimenticare che i diritti che abbiamo oggi e che spesso diamo per scontati, un tempo non lo erano affatto. Talvolta purtroppo si ritrovano però ancora uomini che non hanno fatto propria l’idea della parità tra uomo e donna, o che comunque agiscono credendosi in qualche modo “superiori””. Maria: “L’8 marzo ricorre la festa della donna: le associazioni di donne organizzano manifestazioni e convegni sull’emancipazione femminile, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi delle donne, sulle violenze che ancora purtroppo subiscono. Oggi la donna si è liberata dal ruolo tradizionale e appare indipendente, emancipata e non si occupa solo della famiglia: studia, fa un lavoro che le permette di realizzarsi, ha gli stessi diritti degli uomini.” La violenza sulle donne e l’alta percentuale di femminicidi sono dati in calo negli ultimi anni ma comunque ancora alti in Italia e si rivelano un “fenomeno” senza fine. Cosa ne pensa? Serena: “Secondo me, molto si è fatto e si sta facendo per aiutare le donne in difficoltà, come la creazione di associazioni di volontariato, gruppi di mutuo-aiuto, sportelli aperti alle donne.
Si deve però ancora lavorare molto sulla prevenzione, sulla cultura del rispetto, sull’ascolto attivo affinché i problemi delle vittime di violenza vengano accolti in modo tempestivo. Oggi la condizione della donna è decisamente migliorata, ma solo per quanto riguarda l’Occidente. Basti pensare alle spose bambine, in Africa, che devono rinunciare a un futuro libero.” Ilaria: “Spesso le realtà che portano al triste epilogo di un femminicidio riflettono un disagio della donna e dell’uomo che non creano un legame alla pari tra loro… la società dovrebbe proporre maggiormente modelli di donna che non ne valorizzino solamente l’estetica, ma soprattutto l’intelligenza e la creatività.” Maria: “I femminicidi sono ancora troppo perché della donna si ha poco rispetto e forse anche noi donne per prime dobbiamo aver più rispetto per noi.” L’8 marzo, come ogni anno, le donne saranno “festeggiate” e chiamate a festeggiare. Le chiediamo due consigli da insegnante: come affronterà questa giornata a scuola (come rispondere ad eventuali doni e domande dei bambini e delle bambine), e come affrontare in maniera realmente costruttiva e continuativa il tema della differenze di genere in classe e in sezione. Cosa pensa delle giovani leve visto che sta contribuendo alla loro crescita come saranno le donne di domani? Serena: “A scuola, con gli alunni delle ultime classi della scuola primaria, si ricorda l’incendio della fabbrica di New York, a cui si fa risalire la scelta di questa data, poiché morirono tante donne operaie, sfruttate e prive di diritti. Giornate come questa sono importanti per discutere su come la differenza sia una ricchezza, poiché ognuno è speciale ed arricchisce gli altri con la sua individualità. Studiando Storia bambini e bambine si accorgono di come nel tempo le donne hanno iniziato a ricoprire ruoli o incarichi rilevanti nella società, una volta non accessibili. Le donne di domani saranno preparate e consapevoli. In classe, ogni giorno, ho la fortuna di vedere bambine interessate ai diversi argomenti, che mostrano entusiasmo per le discipline scientifiche, per la medicina…” Ilaria: “Compito primario della scuola, sin dai primi anno della primaria, è quello di far interiorizzare ai bambini, futuri adulti, che la diversità tra uomo e donna è una ricchezza che va apprezzata sempre. Di solito in classe si discute collettivamente sul tema della festa della donna e spesso sono i bambini stessi ad affermare l’importanza di tale ricorrenza.” Maria: “Non so se a scuola i bimbi faranno domande vista la giovane età. Nel caso in cui ciò accadesse direi ciò che dicevo prima: l’8 marzo è tutti i giorni”. Lei è l’esempio che essere donne lavoratrici si può. Come riesce a conciliare i suoi impegni lavorativi e famigliari con questo? Serena: “È difficile conciliare lavoro e famiglia, occorre pianificare bene il tempo. Quando sono a lavoro però non mi sento in colpa se altri si occupano di mio figlio al mio posto, penso che quando ho finito di lavorare mi posso dedicare interamente alla famiglia. A volte lo porto in biblioteca con me; mentre leggo e cerco materiale che userò a scuola, mi piace vederlo immerso nel mondo dei libri e della lettura. Secondo me, le madri che hanno smesso di lavorare per loro scelta per seguire una famiglia numerosa non sono da considerare fallite, anzi andrebbero incentivate quelle misure sociali che sostengono le famiglie.” Ilaria: “Per una donna il lavoro è al giorno d’oggi un tassello importante per sentirsi realmente realizzata. Seppur con qualche difficoltà organizzativa, una donna può esser mamma lavoratrice mettendo passione in tutto ciò che fa…come proprio le donne sanno fare!”. Maria: “Non è affatto semplice lavorare ed essere madre in Italia. Le donne sono poco tutelate e si fanno salti mortali; tornassi indietro penso non lavorerei almeno fin quando i figli son piccoli, non ne vale la pena”. Come si festeggerà (se lo farà o lo ha fatto in passato)? Serena: “Non so se festeggerò. In passato, l’8 marzo uscivo con le amiche: era l’occasione per trovarsi con chi non vedevo da tempo. Nelle uscite incontravamo donne di tutte le età: era bello chiacchierare insieme e raccontarsi tranquillamente. Penso che sia emozionante ricevere la mimosa oggi l’8 marzo, ma ancor più vedere i propri diritti rispettati tutti i giorni.” Ilaria: “Festeggerò probabilmente con una serata semplice tra amiche, un’occasione in più per ritrovarsi e far quattro chiacchiere che in questa vita frenetica spesso non abbiamo nemmeno più il tempo di fare.” Maria: “Non mi piace festeggiare l’8 marzo: è diventato un fatto di business. Donne lo si è ogni giorno e ogni giorno dunque si combatte per i propri diritti. ”
Quindi basta con il regalare mimose per la festa della donna… non è l’unico modo per celebrarla: quello che sarebbe opportuno fare a proposito di questa giornata sarebbe aprire momenti di discussione (anche appunto nelle scuole) che invece di guardare al passato coinvolgano direttamente le giovani generazioni (e con questo intendiamo sia i ragazzi che le ragazze) in un ragionamento più ampio sui ruoli di genere nel ventunesimo secolo. Un buon modo di festeggiare la donna è riconoscerne l’essere speciale nella quotidianità, come meriterebbe.