CUNEO - Michele Da Cuneo, un nostro concittadino alla scoperta del Nuovo Mondo?

Mercante e navigatore, grande amico di Cristoforo Colombo, nel 1495 scrisse una famosa lettera sulle esperienze vissute al di là dell’oceano: è considerata uno dei documenti più attendibili del periodo

Samuele Mattio 29/05/2021 11:09

Un cuneese alla scoperta del Nuovo Mondo. Qualcuno serberà memoria, reminiscenza delle lezioni di storia delle scuole superiori, la figura di Michele da Cuneo. Commerciante e marinaio, è ricordato per aver preso parte al secondo viaggio di esplorazione oltreoceano compiuto da Cristoforo Colombo, di cui fu grande amico. Certamente nacque a Savona nel 1448, ma si narra che la sua famiglia avesse origini sull’altipiano tra il Gesso e la Stura.
 
Come sanno anche i più piccoli l’avventura del navigatore ed esploratore italiano genovese, salpato da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492 grazie all’appoggio economico fornitogli da Isabella di Castiglia, fu un successo insperato. Non aveva scoperto, come inizialmente credeva, la via di mare per le Indie, ma qualcosa di più, una terra del tutto inesplorata, anche se ancora lui non lo sapeva. Il genovese era infatti convinto di aver trovato delle "isole dell'India oltre il Gange".
 
Al ritorno Colombo fu accolto trionfalmente, nelle città spagnole furono giorni di festa, e i sovrani gli diedero presto incarico di organizzare una nuova spedizione. Nel 1493, rientrato per l’appunto in Spagna, Colombo mandò a chiamare il suo amico Michele da Cuneo, invitandolo a seguirlo nella seconda spedizione in quelle terre sconosciute e misteriose.
 
Il viaggio a cui partecipò Michele salpò dal porto di Cadice il 25 settembre 1493. Il marinaio-mercante savonese esplorò le coste dell'isola di Hispaniola e di quella di Cuba e della Giamaica, osservando con le genti, le piante e gli animali che popolavano quelle terre allora misteriose. Per sottolineare il forte legame tra Cristoforo e Michele basti ricordare che il navigatore regalò all’amico un'isola - Saona, chiamata così in omaggio alla città in cui vivevano i genitori - situata nel mar dei Caraibi. 
 
Il 23 febbraio 1495, poi, Michele da Cuneo lasciò La Isabela, la città fondata da Colombo nell'isola di Hispaniola con l'incarico di portare in Spagna 550 Indios da vendere sul mercato degli schiavi di Cadice. Rientrato quindi a Savona, Michele da Cuneo scrisse una lettera a un nobile genovese raccontando le esperienze vissute oltreoceano. 
 
La missiva di Michele da Cuneo è oggi considerata il documento più importante e veritiero redatto da un marinaio che abbia partecipato ai viaggi di esplorazione al Nuovo Mondo. Di questa seconda impresa il Diario colombiano non è pervenuto e proprio per questo il testo di Da Cuneo ha un valore storico così importante. Fu scoperto soltanto nel 1885 da Olindo Guerrini, direttore della Biblioteca Universitaria di Bologna. La sua autenticità è oggi appurata dopo anni in cui ci furono lunghe discussioni.
 
Il testo riporta una cronaca degli avvenimenti precisa e cruda e qualche pettegolezzo: la corrispondenza amorosa che Colombo ebbe con la regina Beatrice di Bobadilla, ma anche il terrore per una tempesta durata due giorni. Michele è anche incuriosito dal Nuovo Mondo, descritto dettagliatamente. Flora, fauna, gli usi e i costumi delle popolazioni incontrate. E poi gli scontri con i nativi delle isole Vergini e un episodio macabro come il ritorno al campo lasciato dalla prima spedizione: il villaggio e i resti dei 38 uomini a presidio dell’isola furono straziati dalle popolazioni autoctone tra capanne bruciate e segni di cannibalismo. E poi un argomento controverso come lo stupro ai danni di una donna “donatagli” come schiava dal suo amico Cristoforo, fatti che alla luce della sensibilità contemporanea risultano essere quanto mai criticabili, ma che rappresentano un’indiscutibile fonte di conoscenza e testimonianza storica.
 
Quello che ancora oggi è oggetto di discussione, è la reale provenienza di Michele. In un articolo pubblicato su Cuneo Provincia Granda nel giugno 2003 Paolo Gerbaldo scrive che “(…) la cuneesità del personaggio, oltre che dall’indicazione della terra di provenienza posposta al nome, ci è data anche dalle fonti”, ma i dubbi restano. Il primo riferimento della presunta cuneesità è a un tale Alveto Ricolino de Cuneo che, nel 1300, “si trova a Savona per conto del Marchese di Saluzzo e del Comune di Cuneo”, mentre nel 1407 “Micheal da Cuneo compare tra i consiglieri del Comune di Savona. Ancora senza titolo”. In questo caso il riferimento è all’omonimo nonno del Nostro, commerciante e capitano di Nave, oltreché ambasciatore presso Genova e Milano e membro del Collegio degli Anziani.
 
Secondo Giorgio Beltrutticertamente la sua famiglia aveva origini nell’altipiano piemontese tra Stura e Gesso da cui molti cuneesi erano emigrati”. Infine secondo quanto sostenuto dallo storico Massimo Firpo: “Nel 1474 suo padre Corrado aveva venduto una casetta rustica in Legine di Valcalda (SV) a Domenico Colombo, il padre di Cristoforo”. Obiettivamente poco per collocare con certezza le origini di Michele nel Cuneese.
 
Le fonti sono incerte, ma l’ipotesi che oggi va per la maggiore è che con Cuneo Michele c’entrasse ben poco. Secondo le ultime ricostruzioni infatti i Cuneo erano originari di Cunio, una frazione di Segno sulle colline alle spalle di Vado Ligure, a 300 metri sul livello del mare e a 16 chilometri da Savona. Insomma, così come nel caso dell’unico santo della città dei sette assedi, Stefano da Cuneo, di cui abbiamo parlato in un altro articolo, l’effettiva origine cuneese è tutta da provare.

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