Lo scorso 15 novembre al Politecnico di Milano il Presidente Prof. Crispino ha affidato l’incarico di Coordinatore Nazionale Uni a Milano e di componente esperto al CEN di Bruxelles (European Committee for Standardization) per il triennio 2018 al 2020, incarico da svolgere a Milano, Roma, Berlino e Parigi, ad un buschese: Eros Pessina; non potevamo farci sfuggire l’occasione di presentarvelo e conoscerlo meglio.
Ci parli un pò di Lei. Affrontare la vita con gioia e consapevolezza di essere protagonista di un’avventura unica e fantastica, cercando di guardare le cose dall’alto, ma con i piedi ben piantati per terra. Questa è la mia filosofia ed oggi, a 47 anni, amo sempre di più il mondo al quale giro intorno. Svolgo la mia attività di imprenditore nel campo della segnaletica stradale nell’azienda di famiglia (dopo la morte di mio padre, l’azienda è stata diretta da mia madre e da me, alla quale si è aggiunta poi mia moglie) nata nel 1895, fondatore il mio bisnonno Giovanni Pessina, milanese emigrato ad Alba. Oggi produciamo segnali stradali in acciaio, alluminio e legno, certificati CE dai laboratori di stato italiani, francesi ed europei; inoltre nei periodi estivi eseguiamo lavori di segnaletica orizzontale. Lavoriamo esclusivamente per Enti Pubblici, ANAS, Regioni, Province e Comuni. Oltre alla mia attività principale, sono consigliere dell’AISES (Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza) a Roma, Coordinatore Nazionale UNI a Milano per il mio settore e Componente Esperto del CEN di Bruxelles (European Committee for Standardization). Amo profondamente la politica, non quella dei salotti e dei convegni, ma quella fatta fra la gente, fra i loro problemi e le loro aspirazioni. Il mondo ha bisogno di sognare, ma farlo con i piedi per terra è oggi molto complicato. Per questo, dopo la laurea in Scienze Politiche, mi sono sempre interessato di politica legata a questioni tecniche, tra cui i rapporti tra AISES e le istituzioni quali Ministeri, Dipartimenti ministeriali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, facendo esperienze che, insieme a quelle nelle istituzioni europee, mi hanno portato ad avere una visione più “europea” della problematiche, anche a livello locale. Adoro scrivere racconti, poesie, libri di storia, (tra cui il penultimo su Antonio Giolitti, apprezzato anche dal Presidente Mattarella e dalla Presidente Boldrini). Ultimamente ho scritto un volume sulla storia orale, destinato soprattutto ai giovani ed agli amanti della scienza storica. Quest’anno ho ricevuto al Salone del Libro di Torino il Premio “Autore dell’anno 2017”. A volte, le poesie più belle diventano delle canzoni e mi diletto a creare le melodie e poi anche a cantarle (uscirà a breve un mio nuovo CD sempre con la casa discografica Momenti). Penso che la creatività e l’arte siano mezzi di espressione profondi della nostra personalità e che il mondo sarebbe migliore se la creatività sostituisse l’ipocrisia e lo schematismo mentale in molti ambiti della struttura organizzativa umana. Attualmente sono anche Consigliere dell’“Associazione Mario Riu” per la fratellanza fra i popoli e, da circa venticinque anni, componente della Commissione Edilizia del Comune di Busca (Vice Presidente dopo dieci anni di Presidenza).
Da quando collabora con l’Università di Milano? In quale ambito? Da alcuni anni sono docente di alcuni corsi organizzati per la sicurezza stradale (corsi utilizzati per esempio per gli Ingegneri al fine dell’aggiornamento obbligatorio) insieme ad Associazioni, Ministeri ed Università, quali soprattutto il Politecnico di Milano. Quest’ultimo è sempre stato particolarmente sensibile alle problematiche del traffico, soprattutto ora con il Presidente Crispino, insieme al quale, presso Il Politecnico, mi ritrovo quale componente della “Commissione Infrastrutture Stradali”. La Commissione supervisiona gli aspetti organizzativi settoriali dell’UNI (Ente Italiano di Unificazione) con sede a Milano. Proprio dal Professor Crispino sono stato chiamato per il prossimo triennio 2018-2020 a svolgere l’attività di Coordinatore Nazionale Uni nel campo della segnaletica e sicurezza stradale, in stretto contatto con le Autorità politiche e tecniche italiane ed europee interessate.
Ricorda le sue prime esperienze? Ricordo con affetto ed una punta di nostalgia le mie prime esperienze. Circa venti anni fa, l’allora Presidente AISES mi portava in visita ai Ministeri per farmi conoscere i dirigenti coi quali avrei poi colloquiato negli anni successivi, per farmi respirare quell’ambiente che per me, giovane laureato di provincia, era molto lontano ed a volte persino ostile. Ricordo una mattina all’ex Ministero dei Lavori Pubblici, dove salivamo insieme l’ascensore io ed il nuovo Ministro Antonio Di Pietro, l’ex Magistrato di “mani pulite”. Ci salutammo, emozionati entrambi, era per tutti e due il primo giorno di “scuola ministeriale”. E da lì i Ministeri li ho girati tutti ed ho imparato pian piano a convivere e ad immergermi in un “mondo romano” unico e particolare. Sempre nei primi anni romani, la nostra Presidente mi aveva mandato ad interloquire con l’artista Oliviero Toscani, il quale si era promosso di realizzare il simbolo di in una neonata associazione per le vittime della strada. Quando ora come allora sono a Roma, soggiorno in Vaticano in una struttura del Seminario Minore. Quella mattina arrivai in ritardo all’appuntamento e spiegai candidamente che la Messa e la relativa colazione successiva era stata posticipata. Forse anche da questa cosa, che sembrò inizialmente strana all’artista, nacque la sua idea di un simbolo formato da una strada in prospettiva, nella quale i tratteggi della linea di mezzeria venivano sostituiti da tante piccole croci, in onore alle vittime della strada!
Ci racconta di questo incarico come componente esperto al CEN? Di cosa si tratta? Il mio incarico al CEN (European Committee for Standardization) è quello di Membro esperto in rappresentanza dell’Italia, nel mio settore. Per alcuni settori, come quello della segnaletica e sicurezza stradale, vi è una commissione al CEN, dove un inviato per ogni paese membro della UE partecipa, al fine di redarre delle norme europee in campo tecnico, tese ad unificare le varie legislazioni nazionali. Questo per permettere una libera circolazione delle merci e la creazione di un mercato senza barriere tra i vari Paesi. Le norme realizzate sono cogenti in ogni Paese membro, in quanto deleghe della Commissione Europea. Poi ciascun membro porta nel suo Paese le norme europee e crea delle norme statali che rispondano sia allo stato dell’arte, sia ovviamente alla legislazione tecnica comunitaria precedentemente creata. È un lavoro che dona soddisfazione ed amplia l’esperienza dell’apprendimento della macchina legislativa e tecnica comunitaria.
Come riesce a conciliare questi incarico con il lavoro e la famiglia? È ovvio che la mia priorità va sempre alla famiglia ed al lavoro. Diciamo che questi incarichi istituzionali sono complementari con il lavoro, perché consentono di perfezionarmi e conoscere persone che in altri parti dell’Europa e del mondo affrontano problemi simili ai miei. Sono sempre supportato ovviamente anche dalla mia famiglia, da mia moglie Nadia, i miei figli Samuele e Giovanni e da mia madre Eralda che, insieme a Nadia, si occupano anche attivamente dell’azienda di famiglia.
Cosa si augura per il futuro? Per il futuro vorrei essenzialmente due cose. La prima che, soprattutto noi italiani, imparassimo ad essere meno pessimisti, comprendendo l’importanza di una partecipazione comune ed attiva in una grande casa europea. Dobbiamo fare il balzo che è stato fatto un tempo dai nostri avi, passando dagli staterelli italiani al grande Regno d’Italia e poi alla Repubblica, cominciando a ragionare in vista dei futuri Stati Uniti d’Europa. La seconda cosa, forse la più importante, è che tutti noi imparassimo a sognare di più, volando in alto, ma con i piedi ben piantati per terra. Sognare non vuol dire essere superficiali ed astratti, ma saper dare un po’ meno importanza a noi stessi e un po’ di più a chi ci vive accanto, ed ogni giorno vorrebbe da noi un semplice sorriso per affrontare una vita mai semplice, ma unica e da vivere con tutte le nostre forze, idee, convinzioni e sogni. Fino all’ultimo istante, fino all’ultimo ciak di questo breve film, che è la vita!