Erano arrivati a Savigliano il 7 marzo per fermarsi una settimana ad accudire una zia ricoverata in ospedale, ma sono rimasti bloccati dal “lockdown” restando in Piemonte per due mesi. Ora sono riusciti finalmente a rientrare a casa, a Bari, ma per farlo hanno dovuto pagare 1.300 euro per un taxi. E’ l'incredibile storia che Mirela e il figlio Alessandro, 14 anni, hanno raccontato a “Repubblica”, che ha riportato la loro testimonianza in
un articolo firmato da Cristina Palazzo.
Lunedì mattina, allo scoccare della “fase 2”, la donna e il figlio hanno preso un treno da Savigliano, diretti a Porta Nuova a Torino, dove però hanno scoperto che tutti i treni verso il Sud erano prenotati e pieni da tempo e che non c’erano pullman disponibili. “Eravamo stanchi e a Savigliano non avevamo nulla”, ha raccontato Mirela a “Repubblica”. Da Torino, quindi, il rientro a Savigliano, per poi virare sull’unica scelta possibile per tornare a casa a Corato, in provincia di Bari, ovvero il noleggio di un auto con conducente: “Qualcuno ci aveva detto forse ci sarebbero stati dei voli, ma non potevamo aspettare e continuare a vivere nell’incertezza”.
In questi due mesi Mirela e suo figlio sono stati ospiti di una cugina, che vive con la famiglia, dove sarebbero dovuti restare solo pochi giorni: “Non potevamo continuare a stare da lei e a pesare sulle loro spalle".