ALBA - Tassi e inflazione, quali prospettive per le aziende agricole?

Un incontro informativo con esperti finanziari mercoledì 6 novembre ad Alba, organizza Cia Cuneo

Igor Varrone

c.s. 02/11/2024 17:38

I tassi di interesse scendono, è l’ora di “fare debito”? Quali sono le prospettive per le aziende? Come valutare le opportunità della situazione finanziaria per la propria impresa? Sono alcune delle domande a cui si cercherà di dare risposta nell’incontro informativo organizzato da Cia Agricoltori italiani della provincia di Cuneo mercoledì 6 novembre nella sede dell’organizzazione ad Alba, in piazza Michele Ferrero 4, alle 17,30.
 
"È importante che le nostre imprese - osserva il direttore provinciale di Cia Agricoltori italiani di Cuneo, Igor Varrone - abbiano la possibilità di confrontarsi con professionisti finanziari che conoscono bene il mondo agricolo, il più delle volte non abituato a considerare le dinamiche dei flussi monetari come elemento strategico della loro attività. L’intenzione è di entrare nello specifico della materia finanziaria valutando le condizioni più comuni della nostra realtà imprenditoriale agricola".  
 
All’appuntamento di Alba, in presenza, con possibilità di videocollegamento da remoto, interverranno il responsabile nazionale del Settore Credito di Cia Agricoltori italiani, Mario Emanuele Capellini e il consulente di Pianificazione finanziaria e patrimoniale Marco Peirotti. La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento dei posti, ma è richiesta la prenotazione scrivendo a r.serasso@cia.it. Per informazioni specifiche, si può telefonare al 340.7278405.
 
"Diciamo che occorre saper prendere la palla al balzo della riduzione dei tassi - rileva Peirotti - per imparare a pianificare. Capire le tendenze finanziarie è fondamentale per trarne vantaggio, ma non esiste una risposta sola per tutte le situazioni. Non è detto che migliori condizioni di accesso al credito siano sempre e necessariamente convenienti. Prima di prendere delle decisioni, bisogna valutare la natura dell’investimento aziendale e la situazione patrimoniale, tenendo in considerazione anche l’alternativa dell’autofinanziamento. La stessa scelta tra tasso fisso e variabile dipende in buona parte dalla struttura dell’impresa".
 
L’indicazione è di inquadrare il ricorso al credito in primo luogo rispetto alla previsione temporale: a breve termine, piuttosto che a medio lungo termine, oppure come un mix tra le due durate.
 
"Il "credito" può essere considerato un elemento dell'attività aziendale - osserva Mario Emanuele Capellini -, come i concimi e i macchinari. Ricorro al credito se ne ho la necessità, valutando la posizione finanziaria della mia azienda per sviluppare un progetto, per acquistare un macchinario, per necessità di circolante, avendo ben presente le risorse che possono essere destinate al servizio del debito. Con il business plan e la verifica dei flussi di cassa si risponde ad un'esigenza interna (verifica della sostenibilità del "progetto") e ad una esterna (presentazione della richiesta alla banca). Altro discorso è il consolidamento del debito in essere, ottenendo condizioni più favorevoli, ma sempre in un'ottica di forward looking, guardando al futuro".
 
Nello scenario generale, la Bce ha iniziato una politica di revisione dei tassi di riferimento al ribasso e la tendenza è quella di mantenere questa linea per raggiungere l'obiettivo del 2% dell'inflazione a fine 2025. "Le prospettive, quindi - nota Capellini -, sono che i tassi dovrebbero flettere, sempre che gli eventi geopolitici non creino nuove tensioni. La Banca d'Italia prevede per l'Italia una variazione del Pil per il 2025 dell'1,00 e per il 2026 dell'1,2 con un'inflazione dell'1,6 sia per il 2025 che per il 2026". Nello specifico del settore primario, il credito ha subito una contrazione di circa 3 miliardi.
 
"Di conseguenza - valuta il responsabile Credito di Cia Agricoltori italiani -, le aziende agricole devono mirare ad effettuare investimenti che possano incrementare la redditività del ciclo economico, considerando che nel prossimo futuro le banche, la grande distribuzione o le capofila della filiera richiederanno anche certificazioni per la normativa Esg relativa al rating di sostenibilità".

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