ALBA - Ultimo appuntamento per il Festival Uto Ughi per i giovani: si chiude alla Fondazione Ferrero il 18 febbraio

Un incontro aperto a tutti, ma pensato soprattutto per i giovani del territorio, costruito come un dialogo aperto

Uto Ughi

Redazione 07/02/2022 17:23

Venerdì 18 febbraio alle ore 18 si chiuderà alla Fondazione Ferrero il Festival “Uto Ughi per i giovani” che ha debuttato ad Alba il 14 novembre 2021. Molto apprezzati dal pubblico e dalla critica i 9 appuntamenti che si sono succeduti tra Alba e Cherasco, coinvolgendo pubblico di appassionati, critici e giovani.
 
A tirare le somme del progetto musicale, sul palco della Fondazione Ferrero, saranno Uto Ughi e il musicista e scrittore Massimo Fargnoli, autore del romanzo PergoLennon o l'arte della Sincronicità (Zecchini 2019) e attualmente presidente dell’Accademia Musicale Napoletana (fondata da Alfredo Casella nel 1933). Titolo dell’incontro “I giovani e la musica. La parola di un Maestro”.
 
In un momento in cui le nuove generazioni hanno subito un grave impoverimento formativo e culturale a causa della pandemia, il Maestro Ughi, d’intesa con l’Associazione culturale Arturo Toscanini e con la collaborazione e il sostegno della Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, ha proposto un programma ricco di interpreti affermati, talenti virtuosi e momenti musicali eccellenti per far vivere al pubblico l’emozione della grande musica.
 
“Credo fermamente che il dovere di un Maestro sia trasmettere il proprio sapere; e oggi più che mai dobbiamo sostenere i giovani che hanno talento e voglia di apprendere” sono parole del Maestro Uto Ughi che in chiusura del Festival Uto Ughi per i giovani da “La santità sconosciuta” ha espresso il desiderio di incontrare i giovani e gli studenti invitandoli a condividere l’irripetibile opportunità di poter ascoltare dalla viva voce di un protagonista assoluto dell’arte musicale del nostro tempo, la sua straordinaria esperienza, per esplorare le radici e il futuro della musica nel mondo contemporaneo.
 
Un appuntamento aperto a tutti, ma pensato soprattutto per i giovani del territorio, costruito come un dialogo aperto, come un invito alla musica, con lo scopo di trasmettere amore e sensibilità verso l’arte, la musica e la cultura. L’auspicio è che possano scaturire ed emergere, attraverso l’universale linguaggio della musica, suggestioni, approfondimenti, aspetti emozionali e valoriali da riscoprire e approfondire attraverso l’incontro personale con grandi musicisti.
 
Questo tipo di divulgazione musicale si prefigge di catturare l’attenzione dei ragazzi trasmettendo loro messaggi da applicare ai principi etici, civici, artistici che alimentano la quotidianità di ogni individuo. La musica spiegata in modo semplice e diretto, ed i messaggi formativi ad essa riconducibili, compongono l’immagine della bellezza in senso lato, quale caratteristica imprescindibile che deve nutrire le giovani sensibilità.
 
Sottolinea il Maestro Uto Ughi: “Il mio sostegno al Festival La Santità Sconosciuta sin dalle prime edizioni è stato motivato, come ho avuto più volte occasioni di dire, dall’ammirazione per la passione che due allora giovani musicisti, i fratelli Chiarlo, mettevano nel progetto. Ho sempre voluto che in ogni edizione fosse inserita almeno una masterclass per giovani talenti. Credo fermamente che il dovere di un Maestro sia trasmettere il proprio sapere e oggi più che mai dobbiamo sostenere i giovani che hanno talento e voglia di apprendere. Sono stato molto colpito da quello che è accaduto, per questo più forte deve essere il nostro impegno... perché l’arte è un bene prezioso e spirituale a cui tutti devono poter accedere. Mi ha sempre toccato profondamente il meraviglioso lavoro compiuto da Abreu in Venezuela per il riscatto sociale dei giovani e il metodo Suzuki in Giappone”. Inoltre, più volte Ughi ha espresso la convinzione che i musicisti di riconosciuta fama devono compiere lo sforzo di uscire dalla loro torre d’avorio, adoperandosi concretamente per la sostenibilità e la rinascita culturale e musicale del nostro Paese.
 
Massimo Fargnoli è stato direttore artistico dell’ Orchestra Scarlatti di Napoli della RAI (dopo Mario Bortolotto) dell’Orchestra Sinfonica di Roma della RAI, del Todi Arte Festival e di numerosissime altre rassegne, nei cui ruoli ha commissionato o fatto eseguire numerose prime assolute o nazionali, come la famosa Sinfonia Rendering di Luciano Berio diretta dall’autore, insieme a quelle di Françaix, Henze, Penderecky, Petrassi, Stockhausen, Bussotti, Brouwer, Clemencic, Mannino, Clementi, Donatoni, Bacalov, Lombardi, stabilendo con essi profonde interazioni e facendo debuttare molti giovanissimi strumentisti e cantanti ora in carriera internazionale oltre ad  interagire con importanti protagonisti della scena mondiale anche di altri ambiti musicali tra i quali Cecil Taylor, Art Ensemble of Chicago, Archie Sheep, Lester Bowie e Robert Moog che nel 1992 presentò a Napoli la prima Tastiera sensitiva a controllo multiplo. Fino al 2015 è stato impegnato con il Rossini Opera Festival per la realizzazione della prima esecuzione storica integrale dei celebri Péchés de Vieillesse di Rossini, trattati poi analiticamente in un libro da lui curato (Guida  2015)  Ha recentemente fatto pubblicare l’integrale pianistica dal vivo di Sergej Rachmaninov, commissionata nel 1987 al grande interprete Sergio Fiorentino. Invitato a tenere dei corsi per la strutturazione di un dipartimento della Musica presso l’International Multimedia University of Umbria, è stato poi docente di Fondamenti di Comunicazione Musicale presso il Politecnico di Vibo Valentia ed autore di numerosi editoriali pubblicati anche in prima pagina dalla redazione napoletana de La Repubblica.
 
L’ingresso al dialogo I giovani e la musica. La parola di un Maestro è libero, fino alla capienza massima consentita di 150 posti, come previsto dalla normativa sanitaria sugli eventi nei luoghi chiusi.
 
Per l’accesso, è richiesto il green pass rafforzato; la prenotazione dovrà avvenire attraverso il numero telefonico 0173 294789. La conferenza sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione Ferrero e sul canale di streaming del sito www.fondazioneferrero.it.

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