CORNELIANO D'ALBA - Ok Fest: "La Cura del Suono"

Il festival, organizzato dai ragazzi del Canalese*Noise, porterà sul palco del Cinema Vekkio Uzeda, Three Second Kiss, La Moncada, Treehorn, Ainu e Carne Lenta

Matteo Romano. Fotografia: Francesco Pala
La Moncada, Ok Fest 2014. Fotografia: Francesco Pala
Deian e L'orso Glabro, Ok Fest 2014. Fotografia: Francesco Pala
La Piramide di Sangue, Ok Fest 2014. Fotografia: Francesco Pala
American Splendor, Ok Fest 2014. Fotografia: Francesco Pala
NevroshockinGiochi, Ok Fest 2014. Fotografia: Francesco Pala

Francesca Barbero 05/06/2024 09:11

Non ricordo la mia prima volta al Cinema Vekkio di Corneliano d'Alba. Il motivo o il concerto per cui fossi lì proprio non mi viene in mente. La strada, invece, me la ricordo bene. Anche se poi, ogni volta, mi affido al navigatore. Il passaggio a livello (che ho trovato chiuso soltanto una volta) e la salita verso Santa Vittoria d'Alba, le canne di bambù a bordo strada, ispiratrici di alcune mie fotografie notturne e,  come avrei scoperto la sera stessa, anche di un gin prodotto nella zona, le merlature e l'orologio della torre campanaria del santuario della Madonna Assunta di Castellero, visione metafisica e confine immaginario tra salita e discesa nel declivio dei colli. Dentro quel paesaggio, una notte di maggio, di ritorno da un concerto, mi aspettava una visione assurda che, ancora adesso, a pensarci, esercita su di me tutto il suo fascino. Saranno state le tre di notte quando l'automobile davanti a me accosta; istintivamente rallento per capire se qualcuno non si sente bene oppure se si tratta di una banalissima sosta per pisciare. La mia immaginazione non mi avrebbe mai fatto presagire la vista di un uomo, illuminato soltanto dagli abbaglianti della sua auto, fermo a raccogliere papaveri, di un surreale Re di fiori uscito dalla notte. Questo e altri pensieri mi vengono in mente quando penso al Cinema Vekkio di Corneliano d'Alba che, sabato 22 giugno, ospiterà "Ok Fest- La Cura del Suono" e i concerti di Carne Lenta, Ainu, Treehorn, La Moncada, Three Second Kiss e Uzeda. Abbiamo fatto qualche domanda a Matteo Romano, batterista di Io Monade Stanca, direttore artistico e organizzatore - insieme a Nicolas Roncea, Andrea Pisano e Ettore Magliano - del festival.
 
Quando, come e perché è nato l'Ok Fest? La storia inizia dal simbolo di un omino, giusto?
“L'Ok Fest nasce nel 2008 dalla voglia di un gruppo di amici di riunire in un unico evento il meglio della proposta musicale della provincia granda. In quel periodo la scena cuneese viveva un momento d'oro, le band attive erano numerose e la qualità altissima. Anche gli spazi in cui suonare non mancavano e ad ogni concerto ci si incontrava sotto il palco tra musicisti perché tutti andavano ad ascoltare tutti. C'era un grande movimento in sostanza, così, spinti dall'urgenza di ritagliarci uno spazio per mostrare tutto questo è nata l'idea dell'Ok Fest, originariamente dalle menti di Nicolas Roncea e Francesco Alloa, anche se nell'associazione eravamo più di 20 persone. L'apparizione dell'omino OK è più legata alla storia del collettivo Canalese*Noise piuttosto che al festival, ma essendoci dietro più o meno le stesse persone ci è venuto naturale usarlo come simbolo del nostro evento. La sua storia è legata alla comparsa di un uomo durante un concerto dei Fuh e dei Ruggine in Brianza. Quest'uomo non faceva che ripetere, incessantemente, ok. Da lì il soprannome. Il suo 'ok' è diventato una sorta di mantra che ci siamo portati in saletta scrivendolo dappertutto. Fino a quando un giorno Andrea l'ha scritto su un case appoggiato in orizzontale...Una volta ribaltato e messo sulle ruote l'ok era diventato un omino. Un gioco che col passare del tempo è diventato il simbolo di un'identità musicale, del nostro modo di approcciare la musica e della necessità di esprimersi e voglia di fare, indipendentemente dalle condizioni”.
 
Erano gli anni in cui nasceva il Canalese*Noise e Canale diventava il cuore di una scena pulsante, la cui eco vibrava fuori dai confini provinciali. Che cosa è stato il  Canalese*Noise per i musicisti che ne hanno fatto -e ne fanno- parte?
“Canalese*Noise è un po' ciò che siamo, quello che facciamo. Ai tempi eravamo una decina di 'sbarbatelli' che registravano le loro prime demo, la musica riempiva le nostre giornate e praticamente vivevamo in saletta a suonare, sperimentare, giocare... era il nostro divertimento. Così molto presto abbiamo iniziato a produrre i nostri lavori in autonomia, ma serviva un simbolo dentro al quale racchiuderci, un nome che identificasse la nostra etichetta. Così è nata la Canalese*Noise records, un marchio con il quale nel tempo ci siamo identificati sempre più fino a renderci conto che era diventato il nostro modo di vivere la musica”.
 
Tornando all'OK Fest, “la cura del suono” è il tema che avete scelto per questa edizione. Il noise come medicamento? Come una sorta di benda di garza bianca, del tipo che si utilizza per le ferite?
“Esattamente, anche se in maniera più indiretta. La musica è per noi (e credo, e mi auguro, per moltissimi altri) bisogno e cura al contempo. La bellezza di tutto questo sta nel circolo virtuoso che si crea tra il dare ed il ricevere, a mio modo di vedere. Abbiamo sempre sentito forte il bisogno di esprimerci, di suonare qualcosa che ci piacesse, di avere dei suoni che ci rispecchiassero, di non accontentarci finché ci sentiamo convinti. Mi piace vedere tutto questo come un dare, allo strumento, alla musica, alla propria persona, agli altri...Succede così che tutto questo ti ritorni indietro sotto forma di benessere, di soddisfazione, di sorrisi e gratitudine nei volti di chi ti ascolta, nelle connessioni che si creano con chi condivide uno spazio prezioso insieme a te. Tutto questo per me è la vera bellezza di quello che faccio. E lo spirito ringrazia. SEMPRE. Per questa edizione dell'Ok Fest il tema si avvalora ancor di più a causa di un accadimento davvero poco simpatico. Lo scorso Natale ho scoperto di essermi ammalato (linfoma di Hodgkin) e di dover seguire un percorso chemioterapico. Personalmente penso di non aver mai suonato così tanto in vita mia. Durante la cura è stata l'unica cosa che avevo sempre voglia di fare, mi ha aiutato a tenere impegnata la mente, a mantenere vivo il corpo, a nutrire il mio umore. Provo un profondo senso di gratitudine per tutto questo, a maggior ragione ora che sono guarito. Così è stato semplice trovare il sottotitolo perfetto per la nostra festa e, per quest'anno, mi sono ritrovato a vestire i panni del direttore artistico”.
 
Carne Lenta, Ainu, Treehorn, La Moncada, Three Second Kiss e Uzeda. Sono loro le band che saliranno sul palco del Cinema Vekkio.
“Sulla line-up del festival ci sarebbe davvero tanto da dire... la cosa che più mi esalta è il fatto che dietro ad ogni nome c'è una motivazione forte, un aneddoto significativo, una coincidenza incredibile, che arricchisce tutto di significato e tocca profondamente il cuore di molte persone. Chiaramente ogni scelta si identifica alla perfezione con i nostri gusti e con i contenuti che volevamo portare sul palco quest'anno. C'è da aspettarsi il solito muro di suono che ti pettina, su questo non ci sono dubbi. D'altronde non è mai esistito un Ok Fest senza potenza e qualità sonora, è sempre stata la nostra prima preoccupazione Partiremo alle 18 con Carne Lenta, il progetto più fresco per portare subito energia e proteine; proseguiremo con gli Ainu, che ci trasporteranno nelle sonorità più scure della loro Genova e concluderemo la prima parte del programma sotterrati dal rullo compressore dei Treehorn, eccellenza certificata Canalese*Noise. Dopo una piccola pausa per facilitare la cena, riprenderemo con il momento più intimo della serata: l'emozionante ritorno de La Moncada preparerà i nostri cuori ad assaporare il gran finale, con i maestri della 'cura del suono' Three Second Kiss e Uzeda. Loro si presentano da soli, per noi sono dei monumenti e siamo onorati di poterli ospitare sul nostro palco. La recente e tristissima scomparsa di Steve Albini, a cui desideriamo dedicare l'intero festival, avvalora ancora di più la loro presenza tra di noi. Insieme celebreremo una leggenda, un amico, una fonte di ispirazione senza tempo”.
 
Che cosa ha rappresentato, e cosa rappresenta, quel palco per la provincia? E per i musicisti del Canalese*Noise? É l'ultimo baluardo di un passato scomparso? O è qualcos'altro?
“Il Cinema Vekkio rappresenta moltissime cose, per noi quanto per la provincia. Da ragazzini si sognava quel palco, tutti lo abbiamo sognato finché non ci siamo saliti per la prima volta. Col passare degli anni è diventato una casa, una fortezza sicura che accompagna la musica del cuneese incessantemente da 26 anni. Anche questa volta sono stati prontissimi ad accoglierci e per questo ci tengo a fare un ringraziamento sentitissimo al presidente Giorgio Crana. Lunga vita al CVK! E' certamente baluardo di un passato glorioso, ma personalmente non vedo nulla di scomparso. E' innegabile che molti spazi abbiano chiuso e che ci sia stato poco riciclo di gruppi tra le nuove generazioni, ma la voglia di musica è viva e vegeta ed i protagonisti di un tempo sono ancora in piedi e forse hanno più voglia di prima. L'Ok Fest è la prova vivente di ciò che dico ed il 22 giugno saremo tutti pronti a dimostrarlo”.
 
Ok Fest - La Cura Del Suono
Apertura porte ore 16.30.
I concerti iniziano alle ore 18.
Ingresso 15€ con tessera Arci, 20€ senza tessera.
Prevendite (consigliate) QUI.

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