Venerdì 22 novembre alle ore 21, la Sala Giolitti (Ex albergo Nuovo Gallo) di Dronero ospiterà il terzo appuntamento con “Tracce – Momenti di riflessione sui segni della contemporaneità”, ciclo di conferenze promosso dal CeST, Centro Studi Cultura e Territorio.
Alberto Gianola, protagonista della serata, è professore ordinario di diritto privato comparato all’Università di Torino; si occupa soprattutto di volontariato, donazioni, atti gratuiti e contrattualistica internazionale e, da tempo, segue con interesse le problematiche connesse alla rivoluzione digitale e all’insegnamento in modalità telematica. Tra i suoi interessi occupano uno spazio importante anche l’antropologia alpina e, più in generale, la montagna: è stato infatti presidente della sezione CAI di Cuneo. A Dronero farà un intervento sul tema “Cambiamento climatico, consumo massivo, abitudine: una trappola evolutiva”.
Che cosa si intende per trappola evolutiva? la specie umana ha fatto passi da gigante rispetto al passato preindustriale, ma proprio i tanti progressi tecnologici degli ultimi decenni rischiano di trasformarsi in una “trappola evolutiva”, o meglio in ben 14 rischi concatenati da cui dovremmo tentare di tenere la nostra specie al riparo, perché potrebbero spingerci al punto di non ritorno: l’estinzione. A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università di Stoccolma, che in un articolo pubblicato di recente sulla rivista Philosophical Transactions of the Royal Society delineano quelli che ritengono essere i principali pericoli che corriamo proprio a causa del successo che abbiamo avuto come specie. Le 14 trappole evolutive individuate dai ricercatori svedesi dipendono proprio dal dominio della specie umana e dall’avvento dell’antropocene, l’epoca dell’uomo in cui il pianeta viene plasmato principalmente dalle nostre scelte. Cinque delle trappole evolutive descritte nello studio sono definite dai suoi autori “globali”: la semplificazione, che può rendere un sistema troppo specializzato per adattarsi in caso di cambiamenti; la crescita cieca che non tiene conto del benessere e della sostenibilità; l’utilizzo eccessivo delle risorse del pianeta; le divisioni, che portano guerre e conflitti internazionali; i contagi o pandemie. Altre cinque sono trappole tecnologiche, come l’inquinamento, la dipendenza da fonti fossili, lo sviluppo di armi distruttive, la possibilità che le tecnologie diventino eccessivamente autonome (ad esempio, l’intelligenza artificiale), e la disinformazione. Le ultime quattro sono infine quelle che i ricercatori svedesi definiscono trappole strutturali: mancanza di lungimiranza, consumi eccessivi, disconnessione dalla biosfera e perdita di socialità, che con le nuove tecnologie può determinare un aggravio delle divisioni all’interno delle nostre società. Come possiamo evitare le conseguenze terrificanti di queste trappole evolutive? Il ricercatore svedese Sogaard Jørgensen consiglia un esercizio semplice: “Tutti possiamo impegnarci di più per la natura e per il sociale, e imparare in questo modo quali conseguenze negative globali hanno le nostre azioni su scala locale. Non c’è niente di meglio che cercare di conoscere in prima persona ciò che si vuole proteggere”.
La Rassegna “Tracce” è promossa da Centro Studi Cultura e Territorio in collaborazione con il Comune di Dronero e con il contributo della Fondazione CRC nell’ambito del progetto “Cittadini in alto rilievo”.
L’ingresso è libero e gratuito, non richiede prenotazione. Per informazioni si può telefonare al numero 329 1365655 o scrivere a
cest.segreteria@gmail.com
La Sala Giolitti (ex Albergo Nuovo Gallo) si trova a Dronero in piazza Martiri n.11.