Riceviamo e pubblichiamo.
Giovedì 30 novembre nel Teatro Civico di Caraglio si parlerà della sanità pubblica, cercando di analizzare con oggettività il perché in questo momento versi in uno stato di scarsa efficienza. Che qualcosa non funzioni è sotto gli occhi di tutti. Sia in ambito ospedaliero che in quello del servizio territoriale sembrano mancare medici ed operatori sanitari, stando alla narrazione che tale sia il risultato di anni e anni di numero chiuso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia o del limitato accesso ai Corsi post laurea di Specializzazione? Sarà solo per questo? È certo un fatto che pure i Medici di Medicina Generale scarseggino, per non parlare dei Pediatri che nelle zone marginali (o interne che dir si voglia) addirittura mancano (come qui a Caraglio, per esempio). Ma drammatica non è forse anche la situazione della Psichiatria e della neuropsichiatria infantile, quanto mai necessarie in certi casi? Oppure quella degli Psicologi, oggi più che mai richiesti a supporto delle fasce dei cosiddetti fragili, che vanno, in effetti, dall'adolescenza all'età matura.
In un mondo in cui il cambiamento rapido e l'incertezza fanno impazzire quella bussola cui una volta si faceva riferimento, l'ansia cresce e colpisce un po' tutti. Difficile non esserne in balia. E l'ansia, si sa, è una forte componente delle malattie. Le malattie vanno prevenute non curate. Dunque è fuor di dubbio che aiuterebbe il riuscire ad arginare lo stato di malessere generale, dovuto, senz'altro non solo, ma anche alla sfiducia totale che si ha nel nostro sistema sanitario nazionale. Da tempo e sottilmente è iniziata questa deriva verso la sanità privata che supplisce alle carenze di quella pubblica sul modello degli Stati Uniti, senza tuttavia essere questa la soluzione ai nostri mali, anzi generando ed estremizzando divari sociali in base al reddito e pure alla diseguaglianza geografica creatasi tra quelle regioni più ricche e quelle più povere in riferimento alle infrastrutture ospedaliere e non solo.
Dopo anni e anni di privatocrazia di quel Welfare che era il nostro fiore all'occhiello e che per certi versi lo è ancora, nonostante tutto, è necessario porre un freno al disegno che è in atto circa il suo costante e continuo smantellamento. Ormai non ci si può più limitare a lamentarsi, ma bisogna reagire e impedire che tutto vada a gambe all'aria. È un imperativo morale chiedere con voce ferma che venga rispettato il mandato democratico sancito dalla Costituzione nei suoi specifici articoli in fatto di welfare, ovvero di Sanità e di Assistenza sociale, tali per cui in buona sostanza è dovere dello Stato amministrare e governare certe materie di interesse pubblico e non è ammissibile che sistematicamente questo suo preciso dovere venga delegato a terzi né appaltato alle Regioni senza delle direttive concertate a livello centrale, stante il titolo quinto per come è stato riformato.
A parlare l'ultimo di novembre saranno: Renato Lombardo, Ugo Sturlese, Corrado Lauro e una delegazioni di operatori sanitari del territorio. L'incontro è stato organizzato grazie alla collaborazione di Libera, del Comitato Salviamo la Costituzione, Libera Voce insieme con il Comune di Caraglio e la Lista Civica per Caraglio.
Tutti insieme si vuole essere propositivi e certamente non solo polemici. La polemica è sterile e non fornisce risposte al problema. Avere contezza di come stanno le cose già aiuta a discernere.
Gli organizzatori