In un’annata dal bilancio ancora incerto per la castanicoltura cuneese, che vede cali produttivi diffusi in tutta la Provincia ma alta qualità, Coldiretti Cuneo propone un momento di confronto sulle tendenze in atto e sulle prospettive future con un focus su innovazioni tecniche e valorizzazione del prodotto. Il convegno, dal titolo “Castanicoltura: l’evoluzione tra mercato e valorizzazione”, si inserisce nel palinsesto della 25esima Fiera nazionale del Marrone, fra gli eventi collaterali che anticipano la manifestazione del weekend.
Oggetto del convegno - in programma mercoledì 16 ottobre, alle ore 14, presso la Sede provinciale Coldiretti in piazza Foro Boario, 18 a Cuneo - saranno la produttività dei castagneti, anche in contesti montani, e le opportunità economiche del comparto, dalla produzione al commercio fino al marketing. Tra i relatori ci saranno Luciano Trentini del Centro di Studio e Documentazione sul Castagno di Marradi (FI), il tecnico dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo, Simone Marchisio, e il responsabile Servizio Ambiente e Territorio di Coldiretti Cuneo, Franco Parola.
La castanicoltura cuneese - ricorda la Coldiretti - conta oltre 2.000 aziende, 4.000 ettari di superficie coltivata a castagneto da frutto e una produzione media di 40.000 quintali. Per quanto riguarda l’andamento dell’annata, il 2024 per la castanicoltura è apparso incerto sin dalle prime battute - evidenziano i tecnici Coldiretti - e prospetta cali produttivi rispetto al 2023, sia per gli impianti specializzati di ibridi in pianura, sia per gli impianti tradizioni montani, anche se con situazioni variabili da zona a zona. Ad incidere negativamente sul quantitativo dei ricci è stata principalmente l’eccessiva piovosità registrata nel periodo della fioritura del castagno.
La raccolta delle castagne ibride eurogiapponesi negli impianti cuneesi di pianura specializzati è partita molto in ritardo rispetto alle annate passate, circa 10 giorni dopo la media storica, iniziando soltanto attorno al 20 settembre. Molto alta la qualità dei frutti, con pezzature buone nella maggior parte dei casi e assenza di marciume: una qualità premiata dal mercato con quotazioni iniziali superiori a 4 euro/Kg, che si sono mantenute sino a fine settembre, per poi calare all’inizio di ottobre a 3-3,5 euro/Kg. Nei castagneti tradizionali delle aree collinari e montane stanno iniziando le operazioni di raccolta. Anche per le storiche varietà locali di castagne - proseguono i tecnici Coldiretti - si preannuncia un calo della produzione rispetto al 2023, soprattutto in alcune vallate, ma una qualità molto buona, favorita dalle condizioni meteorologiche delle ultime settimane. Tra le varietà locali più apprezzate sul mercato - ricorda Coldiretti Cuneo - ci sono il Garrone Rosso, tipico dei boschi a sud di Cuneo da Peveragno a Borgo San Dalmazzo, e la Bracalla della Valle Varaita, con frutti di pezzatura medio-grande, dolci e saporiti. Molto ricercati anche il Marrone di Chiusa Pesio, prodotto di nicchia e di particolare pregio, e la Garessina della val Tanaro, eccellente come castagna secca.
“Ci auguriamo che il mercato riconosca per l’intera campagna produttiva il giusto valore alle storiche produzioni locali per garantire un’equa remunerazione alle aziende castanicole impegnate in un’opera vitale di presidio e cura dei boschi” commenta Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo. Dal 2006 la nostra Provincia vanta il riconoscimento IGP per la Castagna Cuneo, produzione che coinvolge oltre 100 Comuni cuneesi ma che negli anni ha scontato difficoltà ad emergere sul mercato. “Con le modifiche al disciplinare di produzione, che abbiamo ottenuto l’anno scorso per rendere più agevole l’accesso al marchio Castagna Cuneo IGP, auspichiamo un utilizzo sempre più diffuso dell’IGP da parte di tutti gli operatori della filiera” conclude Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo.