Venerdì 4 agosto, alle ore 18.00, nel giardino di Palazzo Savio a Dronero, interessante anteprima della nuova edizione del “Ponte del Dialogo”, il festival letterario diffuso che ha avuto un sorprendente successo al suo debutto, nel mese di maggio.
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Dronero ha da tempo avviato l’organizzazione della seconda edizione dell’iniziativa, che si svolgerà in più tempi, per aderire al meglio alla formula del “festival diffuso”: lungo tutto l’anno saranno proposti eventi letterari che si ispirano alla filosofia del festival, vale a dire la promozione del dialogo fra diverse esperienze di vita all’insegna della condivisione e dell’inclusione, con una particolare attenzione al coinvolgimento dei giovani. Anche per questa edizione, infatti, il gruppo di lavoro che organizza il festival è prevalentemente composto da giovani, che propongono liberamente autori, temi, format. I due momenti principali del “Ponte del Dialogo/2”si svolgeranno dal 3 al 5 novembre 2023 e dal 22 al 24 marzo 2024.
Qualche anticipazione sui contenuti del festival sarà sicuramente data venerdì 4 agosto, in occasione dell’anteprima a Palazzo Savio, in cui lo scrittore Alessandro De Roma presenterà il suo ultimo, bellissimo, romanzo, “Grande terra sommersa”, edito da Fandango libri. Nel panorama ormai infinito della narrativa italiana contemporanea, questo autore e questo romanzo in particolare si distinguono per l’eccellente qualità. Davvero un incontro da non perdere. Alessandro De Roma (1970) è nato e vive in Sardegna, dove insegna storia e filosofia. Ha pubblicato numerosi romanzi, per editori prestigiosi: “Quando tutto tace” (Bompiani 2011), “La mia maledizione” (Einaudi 2014), “Nessuno resta solo” (Einaudi 2021). È fra gli autori dell’antologia benefica “Sei per la Sardegna” (Einaudi 2014, con Francesco Abate, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia e Paola Soriga). I suoi libri sono stati tradotti in Francia dall’editore Gallimard.
Il romanzo “Grande terra sommersa” racconta la storia di Pietro Stefano Mele, un ragazzino qualsiasi, che ancora non sa come un piede messo in fallo possa cambiare tutta una vita. Quando la madre scivola (anche per sua responsabilità, crede lui) e sbatte la testa su uno scoglio, inizia una lunga battaglia con il proprio senso di colpa. Il padre, Seb, un fanatico religioso dall’esasperato egocentrismo, riversa su Pietro la responsabilità dell’accaduto e lo abbandona nel piccolo borgo sardo di San Leonardo de Siete Fuentes, da nonna Sircana - sua madre -, che fino a quel momento è stata, per il nipote, solo una sconosciuta. L’anziana vive in una casa ai confini del bosco e non pare avere alcuna intenzione di aprire il suo mondo a Pietro. Tuttavia, giorno dopo giorno, tra i due nasce un’intesa profonda. Pietro impara ad amare quella vita selvaggia fatta di avventure tra alberi e ruscelli, con poche regole da seguire. Soprattutto, è affascinato dai vicini, i Campus, una famiglia che ai suoi occhi rappresenta l’unità che ha perduto per sempre. Come mai, allora, la nonna sembra volerlo mettere in guardia da loro? Perché spariscono per intere settimane e poi ricompaiono come se niente fosse? Mentre l’attrazione di Pietro verso quella famiglia, e in particolare verso i coetanei Luca e Laura, non smette di crescere, un’ombra sempre più inquietante comincia ad avvolgere i vicini. L’inatteso ritorno del padre allontanerà però bruscamente il protagonista dal piccolo universo che sente ormai suo. Se le grandi terre sommerse sono quelle in cui proiettiamo la nostra fantasia, le persone che amiamo ne sono gli abitanti fino al momento in cui, adulti, non ne accettiamo le debolezze. Il romanzo di una grande voce letteraria, la storia della formazione alla vita del ragazzo selvaggio che è in ognuno di noi. "Credo che il personaggio di Pietro Mele sia un po’ sempre stato dentro di me - spiega l’autore - con questa dicotomia tra il sogno di una vita piena di avventure, di felicità, ancora tutta intera, e poi un evento tragico che scompiglia completamente i piani esistenziali. La risalita è sempre molto dura, credo sia un’esperienza che facciamo tutti, tra i sogni e la necessità di adeguarci a quello che la vita è diventata".