BORGO SAN DALMAZZO - Borgo San Dalmazzo ricorda Giovanni e Spartaco Barale, padre e figlio uccisi dai nazisti il 1° gennaio 1944

Giovanni, reduce della Grande Guerra, fu il primo segretario della Federazione Comunista di Cuneo. Fu trucidato insieme al figlio a Castellar di Boves

Andrea Dalmasso 24/12/2019 12:29

Il Comune di Borgo San Dalmazzo e la Sezione ANPI locale, come ogni anno, alle ore 10 di martedì 31 dicembre, presso il Cimitero cittadino, ricorderanno con una semplice commemorazione Giovanni e Spartaco Barale, padre e figlio, trucidati dai nazisti a Castellar di Boves il primo gennaio 1944.
 
Nato a Gaiola nel 1887, Giovanni Barale, carradore e reduce della Grande Guerra, fu il primo segretario della Federazione Comunista di Cuneo. Con l’avvento del fascismo passò all'attività clandestina fino a che, nel 1939, fu arrestato e inviato per due anni al confino a Capestrane, nell’aquilano. Il 25 luglio 1943, poi, la ripresa dell'attività politica. Fu Giovanni Barale, infatti, a riorganizzare nella Granda il suo partito, fu lui che, dopo l'armistizio, si mosse per reclutare i soldati e gli ufficiali dell’Esercito italiano di ritorno dal fronte occidentale e a convincerli a battersi contro i nazifascisti, aggregandoli alla prima banda partigiana che l'artigiano aveva formato nel vallone di San Giovanni di Boves. La sua bottega era diventata così la sede del comando della formazione. Era la fine di dicembre del 1943 quando Barale ricevette, a Borgo San Dalmazzo, una preziosa informazione: fascisti e tedeschi stavano per effettuare un massiccio rastrellamento nel Cuneese e conoscevano perfettamente la dislocazione e la consistenza delle formazioni partigiane. Giovanni Barale partì subito con un compagno per informare i vari comandi, ma intercettato dai tedeschi presso Castellar di Boves fu gravemente ferito a una coscia nel conflitto a fuoco che ne seguì. Sfuggito alla cattura, trovò riparo in una chiesa, mentre il suo compagno riuscì ad avvisare il figlio dell'artigiano Spartaco, classe 1922, anche lui attivo nel Partito Comunista e nell’organizzazione delle prime formazioni partigiane cuneesi. Il giovane il giorno dopo tentò di raggiungere insieme a Giacomo Rigoni la chiesa dov’era nascosto il padre: finiti a loro volta nelle mani dei tedeschi i due furono però uccisi e anche Giovanni, scoperto, ebbe la stessa sorte. I nazisti, la sera del 1° gennaio 1944, diedero alle fiamme i tre cadaveri.
 
Da quel giorno, la 177ª Brigata Garibaldi fu intitolata proprio a Giovanni Barale. In suo nome combatterono, sino alla Liberazione, 200 partigiani: oltre ai numerosi invalidi e feriti, la 177ª contò trentadue caduti. Oggi a Barale e al figlio Spartaco è intitolato il corso centrale di Borgo San Dalmazzo.


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