Riceviamo e pubblichiamo dal movimento "Non Una di Meno" di Cuneo.
Lettera aperta a chi, in questi mesi, si è interrogata su quanto accade nella scuola. La ricchezza della scuola sono le soggettività che la compongono. Persone, gruppi informali, associazioni, che non hanno mai smesso di discutere e organizzarsi, in maniera più o meno collettiva, per far fronte alla chiusura della scuola “fisica” e, più in generale, all’impatto della pandemia di Covid-19. Vogliamo dialogare e contribuire alla formazione di una rete con queste soggettività per riportare all'ordine del giorno dell'agenda pubblica l'istruzione e la pedagogia, nell'ottica di costruire una scuola diversa. Crediamo sia fondamentale che tutte le soggettività che si sentono toccate dalla questione educativa si incontrino in maniera pubblica e collettiva per parlare di scuola da costruire, superando le criticità che c’erano già prima della pandemia Covid-19. In questo momento il tema della scuola, i soggetti che la animano e le soggettività che la compongono, sono spariti dal discorso pubblico, concentrato unicamente su una narrativa sterile e binaria (apertura sì vs apertura no, didattica a distanza sì vs didattica a distanza no).
Gli ultimi due mesi di didattica a distanza hanno messo in luce problemi e criticità che esistevano già. La crisi della scuola arriva da lontano. Noi pensiamo che:
- Sia fondamentale trascinare fuori dalla retorica dell’emergenza il dibattito pubblico sulla scuola.
- Sia necessario condividere un momento di confronto che apra un laboratorio continuativo, processuale e permanente, che potenzi e non disperda la valorizzazione delle soggettività della scuola. L’obiettivo è scardinare i ruoli che vengono rappresentati in contrasto come genitori/scuola e di lavorare insieme su proposte concrete da qui all’autunno.
- La pandemia ha fatto coagulare le discriminazioni presenti nella società e acuite nella scuola erogata attraverso la modalità della DAD, rimarcando l’esclusione sociale e le ingiustizie vissute dai precari e dagli assistenti alle autonomie, che si sono ritrovati senza lavoro e senza sussidi. Inoltre è profonda, ed è tornata insistentemente, la discriminazione legata al genere e a chi ha il carico della cura, sia per quanto riguarda le madri che per le lavoratrici della scuola.
- La DAD sembra non essere uno strumento emergenziale e rischia di aprire altre criticità che si poggiano su fragilità pregresse del sistema. La DAD ha rotto il gruppo-classe, la dimensione autonoma dei rapporti studenti-docenti e ha riversato ulteriore lavoro di cura sulle famiglie.
- La scuola non è un’azienda, ma un’istituzione che va ripensata dalle fondamenta. In questi mesi sono mancati dalla didattica i contenuti profondi delle relazioni educative. Le stesse piattaforme online non sono strumenti neutri e hanno declinato l’insegnamento come semplice trasmissione di informazioni, mentre nel processo di apprendimento è indispensabile che ci siano confronto e collaborazione. La scuola è l’istituzione fondamentale per la costruzione delle relazioni e della società, è un luogo di formazione, di costruzione di sé, di autonomia, del prendersi cura, per chi non ha strumenti in ambito familiare per garantire la didattica, per progettare modelli di società che costruiscono il futuro.
Vogliamo immaginare il percorso, da qui a settembre, per costruire la scuola che vogliamo e continuando a intrecciare il confronto tra le diverse soggettività. Prima di riaprire i cancelli vanno riaperte le lotte per la scuola. Non una di meno di Cuneo si unisce al percorso portato avanti dai nodi territoriali e dalle associazioni e propone un momento di assemblea pubblica, lunedì 22 giugno, alle ore 18.30, alla Casa del Quartiere Donatello (Via Rostagni 27, Cuneo).