"L’arte è un sapere che ci fa cambiare idea, un sapere che ci mette in contatto con le esperienze umane e con i suoi tabù, e non ha paura, l’arte, non ha mai avuto paura di parlare di qualcosa di profondamente inquietante” scrive Anselm Kiefer in “Anselm Kiefer, Parole d’artista”, edito da Rosenberg & Sellier.
Questa frase riassume l’idea alla base dell’installazione artistica di Sara Masoero, che unisce la fotografia macro di fiori e una ricerca storica svolta negli archivi degli ex ospedali psichiatrici di Racconigi e Collegno, che ha portato alla luce frammenti di vite solo ora rivelate. L’installazione, visitabile a Cuneo presso Palazzo Santa Croce nei weekend dall’11 al 27 aprile, è nata lo scorso anno ed è stata esposta a Racconigi, con l’obiettivo di ridare vita e dignità a persone e storie dimenticate, tratte dagli scaffali polverosi degli archivi. Ora è cresciuta, si è evoluta ed è diventata un percorso sensoriale, su più spazi. Gli spettatori potranno prendere consapevolezza di ciò che è stata la realtà manicomiale prima della legge Basaglia, ma questa realtà, pur essendo mostrata in tutta la sua durezza, viene poi trasfigurata dalla creazione artistica, che con la sua potenza catartica e trasformativa rivela la bellezza nascosta, risarcisce ciò che non è stato.
Anche gli internati probabilmente sentivano la profonda capacità riparatrice dell’arte, che lenisce la sofferenza e le ferite, e dalla loro reclusione hanno lasciato opere che, salvate dagli infermieri, testimoniano la loro tristezza e la loro speranza. Ad esse è dedicata una sezione dell’installazione, che ci dice che, per quanto il nostro dolore possa essere devastante, l’arte ci può aiutare a scioglierlo, ad immaginare una via di uscita, magari proprio a partire da cose piccole e nascoste che stanno intorno a noi. Il lavoro di ricerca negli archivi ha richiesto tempo, necessario per entrare in un mondo così diverso dalla nostra realtà e riuscire a capire in profondità queste storie perdute, per poterle riportare alla luce nella loro verità e bellezza e ricucire, attraverso l’arte, ciò che è stato strappato.
Dedicare tempo significa prendersi cura, ascoltare, vedere ciò che a prima vista sfugge. Anche lo spettatore è invitato a prendersi questo tempo per sé e assaporare con lentezza l’installazione, per scendere fino in fondo nell’abisso di queste storie, che raccontano il dolore nostro, degli altri, del mondo, e poi farsi sollevare in alto dall’arte, che spazza via la sofferenza e lascia solo bellezza.
L’installazione, che ha il patrocinio del Comune di Cuneo, del Comune di Racconigi e della Regione Piemonte e a cui ha collaborato l’Università delle tre età di Bagnolo Piemonte, verrà inaugurata venerdì 11 aprile alle ore 16 e sarà visitabile tutti i venerdì, sabati e domeniche, dall’11 aprile al 27 aprile compreso. L'orario di apertura al pubblico va dalle ore 10 alle ore 12.30 per il mattino. Al pomeriggio sarà aperto dalle ore 16 alle ore 19.
Durante la settimana, l’installazione sarà aperta su appuntamento, telefonando al numero 333.5293937. L’ingresso è gratuito.