Sabato 15 e domenica 16 settembre, si terrà a Demonte il campo scuola educativo per adulti con diabete mellito. Docenti e tutors Giampaolo Magro della struttura complessa Endocrinologia e Malattie del Ricambio dell’azienda ospedaliera S. Croce e Carle, Emanuele Fraticelli della struttura Diabetologia ed Endocrinologia dell’Asl CN2 Alba-Bra, l’infermiera Donatella Gaviglio dell’Endocrinologia del S. Croce, Mauro Ravera, infermiere della Diabetologia CN2.
Spiega Giampaolo Magro: “Nella cura del diabete, accanto alla terapia farmacologica tradizionale, è di fondamentale importanza l’intervento sugli stili di vita; questo richiede un processo educativo continuo che ponga al centro della cura la persona affetta da diabete nella sua globalità, al fine di renderla autonoma nel gestire la propria malattia. La malattia richiede cambiamenti del proprio stile di vita, con particolare attenzione all’alimentazione e all’attività fisica: è fondamentale che la persona diabetica sappia individuare quale attività scegliere, in base alle propria condizione fisica, e gestirla per tutta la durata. L’evento sportivo ed educativo permette al diabetico di “mettersi “alla prova”, valutando gli effetti dell’attività fisica sul proprio compenso glicemico, in relazione al tipo e alla durata dello sport praticato. Il confronto tra pari aumenta la consapevolezza dell’importanza delle proprie decisioni in questo ambito”.
Quali i principali obiettivi del campo?
Possono essere individuati nei tre aspetti: medico-terapeutico, psicologico e sociale. Il primo, dove vengono in luce le finalità informative e addestrative del campo, si prefigge di migliorare le capacità di autogestione e autocontrollo della malattia dal punto di vista pratico. Dal punto di vista psicologico, la partecipazione al campo scuola è un processo di autoconsapevolezza che passa attraverso un approccio autobiografico: raccontandosi, a se stessi prima di tutto, si finisce con il riconoscere la propria esperienza in quella degli altri, traendo dal confronto una spinta a curarsi meglio e, quindi, a vivere meglio. Infine l’aspetto sociale, intimamente connesso a quello psicologico, è raggiunto nel momento stesso in cui i pazienti condividono la propria esperienza e si confrontano.
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