BOVES - 'Mi chiamo Dorothy', saggio delle 'Palestre di teatro'

Domenica 6 maggio doppio spettacolo, alle 18 ed alle 21, a Boves all’Atlante dei Suoni, con la regia di Elisa Dani

26/04/2018 08:58

La regista Elisa Dani, al termine della nuova "Palestra di teatro" invernale (quest’anno tutta al femminile), presenta il saggio delle ragazze dai tredici ai diciotto anni che hanbo partecipato agli incontri, domenica 6 maggio, con doppio spettacolo alle 18 ed alle 21, negli stessi locali che sono stati sede dell’iniziativa, quelli dell’Atlante dei Suoni di Boves, parco tematico dedicato al suono e alla musica.
 
"Mi chiamo Dorothy" sono "esercizi ed inni per preservare l’inconscio", performance teatrale a conclusione di un percorso che ha visto impegnate dodici ragazze, tra teatro e di scrittura creativa, da ottobre ad aprile, con il Patrocinio del comune di Boves Assessorato alla Cultura ed il prezioso contributo della Cassa Rurale ed Artigiana di Boves. Elisa Dani conduce a Boves, da parecchi anni, percorsi espressivi e formativi in ambito teatrale per adolescenti ed adulti all’Atlante dei Suoni.
 
Quest’anno si è affrontata la storia di Dorothy, la celebre protagonista de "Il Mago di Oz", attraverso un lavoro di improvvisazione teatrale, scrittura e confronto continuo tra i partecipanti. Ne è nata una performance che vede gli attori sempre presenti in scena a stretto contatto con il pubblico. Lo spazio in cui avverrà la rappresentazione infatti non è il classico palcoscenico, ma un luogo che entro il suo perimetro "ristretto" conterrà pubblico e spettatori "vis a vis". Il momento indaga il territorio dei desideri e del nostro mondo interiore, dei non-detti che popolano il nostro inconscio e che certe volte diventano fonte di risorse per affrontare le fatiche e le difficoltà del vivere, aiutandoci ad elaborare nuovi punti di vista per guardare la realtà. "Imparando di nuovo questa lingua dimenticata, ricca di fantasia, entriamo in contatto con la fonte più importante di saggezza, la meraviglia, portatrice di cognizioni da noi stessi a noi stessi" (Jan Fabre). In tale spazio che tutti comprende (pubblico e spettatori), entro un perimetro "ristretto", rivestire i panni dei vari personaggi diventa un modo per spostare lo sguardo e riconoscersi tutti a fare i conti con le parole "desiderio" e "mancanza". "Si può accedere alla dimensione generativa del desiderio soltanto grazie al trauma virtuoso del limite. Solo se la vita riconosce che non tutto è possibile può far esistere il desiderio come possibilità autenticamente generativa".
 
"Mi chiamo Dorothy", con protagoniste Carola Bruschi, Francesca Cuniberti, Rossana Dani, Pamela Dutto, Serena Giordanengo, Elena Gugnino, Alessia Lucchino, Lucia e Sofia Lussignoli, Valentina Maccagno, Marianna Martinengo e Cinzia Pellegrino, luci e tecnica come sempre di Titti Cristina Ferrero, è un "flusso di azioni e parole". Sono, spiega la regista ed insegnante: "Dodici Dorothy, cinquanta chili di mais, dodici vestitini rossi, dodici teste e dodici cuori, dodicipaia di piedi scalzi, una poltrona rossa, dodici barattoli di miele, undici ventilatori ed un phon, dodici piccoli perimetri di scotch, molte cose da dire, sogni desideri e coraggio, nessuna scarpetta rossa, nessuna scarpetta rossa, nessuna scarpetta rossa. È “adultità”. È... Oltre ogni tabù... Educativo".
 
Chi volesse partecipare come spettatore occorre prenoti obbligatoriamente ai seguenti numeri, causa numero limitati di posti: 0171387454 o 3347334805. L’ingresso è gratuito.

Le date dell'evento:

c.s.

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