Ultimi due appuntamenti con il Cinecamper del “Nuovi Mondi” 2020, il festival in viaggio per la montagna ideato, curato e organizzato da Kosmoki. La rassegna cinematografica, grazie ad un camper del 1979, si è trasformata in cinema viaggiante portando la magia del grande schermo in piccoli borghi di montagna.
Sabato 8 agosto alle ore 21,30, a Chiappera di Acceglio (presso l’Albergo diffuso “La Scuola”) la serata sul tema "Il pericolo è il mio mestiere", con le proiezioni dei due film britannici del 2017 “The frozen road” e “The last honey hunter”. “The frozen road” è una riflessione sul viaggio in solitaria; sulla meraviglia, il terrore e la frustrazione che Ben Page ha sperimentato attraversando lo spietato vuoto dell’artico canadese, una delle ultime grandi terre selvagge del mondo.
A seguire il film di Ben Knight “The last honey hunter” ambientato in un remoto angolo del Nepal dove la comunità indigena Kirat Kulung pratica un'antica forma di animismo secondo cui, attraverso l'apparizione di un sogno, viene tramandato dagli dei l'incarico di cercare e raccogliere un miele raro dai poteri allucinogeni. Maule Dhan Rai, l'ultimo cacciatore di miele prescelto, da più di quarant'anni assolve il proprio compito affrontando, privo di qualsiasi protezione, un percorso impervio e rischioso tra le nebbie delle ripide pareti rocciose fino a raggiungere a un'altezza vertiginosa il dolce nettare che deve cercare di prendere senza essere attaccato dallo sciame. Un'impresa inimmaginabile, documentata per la prima volta da una squadra di arrampicatori esperti, dove la magia di antichi rituali si dissolve per prendere forma nella magnificenza della giungla nepalese.
Gran finale domenica 9 agosto alle ore 21,30 a Roccabruna in piazzale Giorsetti. Qui la rassegna viaggiante proporrà “In questo mondo” (Italia 2018, 100 minuti, regia di Anna Kauber), documentario che racconta la vita delle donne pastore in Italia ed è il risultato di un viaggio di più di due anni, di circa 17,000 km percorsi e di 100 interviste rivolte a donne di età compresa tra i 20 e i 102 anni. La figura del pastore, nell'immaginario e nella simbologia più diffusa, è sempre stata associata al genere maschile. Ma il settore dell'allevamento ovi caprino si sta femminilizzando, sempre più donne scelgono di svolgere questo lavoro tradizionalmente patriarcale. Le donne pastore impegnate quotidianamente nella loro attività vivono spesso sole, ma anche con compagni e con la loro famiglia, pienamente coinvolte nelle attività sociali e economiche della comunità in cui vivono. Il film racconta queste donne attraverso la personale esperienza della regista che ha vissuto con loro per qualche giorno, immergendosi intimamente e profondamente nella loro quotidianità. I legami di amicizia e affetto che si sono creati sono diventati dunque la linea narrativa, intima e spontanea, che ci introduce alle motivazioni delle protagoniste, alle difficoltà incontrate e alle soddisfazioni ricavate. Il documentario è quindi la rappresentazione di questo insolito mondo, dove il distintivo approccio femminile implica il prendersi cura degli animali, e tutelarne la straordinaria biodiversità e insieme a questo, preservare i maestosi paesaggi italiani d'alta quota.