DOGLIANI - Dogliani, cinquant'anni di presepe vivente nel documentario di Remo Schellino

La presentazione in anteprima presso il Cinema Multilanghe il prossimo 9 maggio

c.s. 04/05/2024 12:51

Era il 1975 quando la Pro Loco Castello di Dogliani inaugurò la prima edizione del Presepe vivente e cominciò una bellissima storia che dura ininterrottamente da cinquant’anni. 
 
In occasione di questo importante traguardo, la Pro Loco Castello, ha scelto di realizzare un documentario curato dal regista Remo Schellino che ripercorre la storia di questa straordinaria manifestazione che ad ogni sua edizione richiama migliaia di persone nelle sere del 23 e 24 dicembre. Il documentario dal titolo “Dentro una storia, dentro un mistero. Il presepe vivente di Dogliani Castello” sarà presentato in anteprima presso il Cinema Multilanghe di Dogliani giovedì 9 maggio alle ore 20.45 alla presenza del regista e con l’introduzione dell’antropologo prof. Piercarlo Grimaldi (ingresso libero).
 
Spiega il presidente della Pro Loco Castello, Andrea Garelli: “Il documentario ripercorre la storia, gli aneddoti e le testimonianze di chi ha lavorato per anni all’organizzazione del Presepe vivente, ma è anche il racconto delle tappe che portano alla realizzazione di un evento che, da cinquant’anni,  coinvolge oltre 350 figuranti di cui molti giovani che si impegnano nella realizzazione di quella che si può considerare la manifestazione più longeva di Dogliani e che, di anno in anno, ha acquisito sempre più importanza. Solo chi ha vissuto questa esperienza può capire lo spirito originario e l’attaccamento alla manifestazione. Tantissime sono le fotografie che accompagnano il video, con un continuo dialogo fra quelle in bianco e nero delle prime edizioni e quelle a colori di quelle più recenti. Il regista Remo Schellino però si è riproposto di fare anche di più, e con il suo sguardo da documentarista, ha allargato la riflessione a ciò che non solo lo spettatore può osservare nelle notti del 23 e 24 dicembre, ma ha voluto approfondire aspetti storici e antropologici che fanno da sfondo a tali rievocazioni. Per noi è un omaggio al passato, ma anche un augurio per il futuro”
 
“Il Presepe vivente di Dogliani - dice Remo Schellino parlando del suo ultimo lavoro - è un esempio di condivisione nato nel 1975 da un gruppo di giovani che allora diedero vita alla Pro Loco di Dogliani Castelllo. Un progetto ambizioso, perché già dalle prime edizioni, ha trasformato un antico borgo in un’atmosfera di 2000 anni fa. Niente luci per le strade, solo torce e nulla dell’attuale modernità deve disturbare la rappresentazione. Il lavoro di allestimento inizia mesi prima, in autunno, costruendo le capanne, allestendo garage e locali che i residenti offrono agli organizzatori per allestire vecchie botteghe. Poi si preparano le torce, unica illuminazione concessa; ore, settimane, mesi di lavoro sono necessari per allestire il teatro che ospiterà la rappresentazione della Natività. Il Presepe vivente non ha un vero regista ma è creato da attori non professionisti che impersonano in modo naturale tutte le anime della Sacra Rappresentazione della Natività. Gli attori sono gli abitanti del paese e dei paesi vicini i giovani e gli anziani. Giuseppe e Maria sono scelti dal direttivo della Pro Loco; a volte il Bambino Gesù è interpretato dall’ultimo nato nell’ anno. Una fedele ricostruzione del passato dove il fabbro forgia il ferro incandescente, il vasaio lavora al tornio modellando l’argilla, i pastori attraversano il paese con il proprio gregge. Si possono vedere antichi bazar orientali o figuranti in costume arabo a pochi passi da artigiani con abiti legati alla tradizione contadina locale. Una fusione di elementi di vita contadina Medio Orientale a quella piemontese. Un avvenimento che si colloca a metà strada tra il teatro popolare e la rievocazione sacra che ogni anno richiama visitatori da tutto il nord Italia. Il documentario è il racconto, dalla voce dei protagonisti, uomini e donne che negli anni hanno preso parte alla rievocazione calandosi nel ruolo di attore e figuranti pur non essendo professionisti. L’intento è stato quello di analizzarne il senso e i contenuti di una forma teatrale primitiva legata alla rappresentazione popolare. Una scelta sentita e partecipata coralmente in una scenografia che viene ricostruita ogni anno per ambientare la vicenda della natività. La narrazione degli intervistati è raccontata nell’ambiente di vita quotidiana, tra le mura della propria casa, sul lavoro. Tutti raccontano come hanno scelto o sono stati chiamati a impersonare una parte, un ruolo: le paure di non essere all’altezza, ma anche la gioia di partecipare. A integrare le testimonianze dei figuranti sono state utilizzate molte immagini d’archivio che risalgono alle prime edizioni, le fasi dei preparativi, il luogo, l’organizzazione di tutta la manifestazione. Il lavoro cinematografico ha un indirizzo antropologico e culturale, non solo d’archivio ma bensì di studio sociale legato al teatrale popolare. L’intervento, all’inizio del documentario dell’antropologo Prof. Piercarlo Grimaldi ci illustrerà il ruolo e l’importanza dell’uomo, da millenni, di interpretare i grandi temi dell’umanità in questo caso la Natività di Gesù”
 
Realizzato per la Pro Loco Castello da POLISTUDIO di Remo Schellino Fraz.Naviante,19 12060 Farigliano
Fotografia: Remo Schelllino, Giorgio Blanco, Luca Delpiano
Montaggio: Remo Schellino
Sceneggiatura e regia: Remo Schellino
Durata: 82 min

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