Lunedì 10 marzo, alle ore 17, a Mondovì, nella sala comunale Scimè in corso Statuto, si terrà una importante conferenza con l’intento di fornire alla cittadinanza suggerimenti pratici sulla prevenzione e sulla cura dell’osteoporosi. Interverranno gli specialisti dell’ospedale di Mondovì Ines Meineri, endocrinologa e Alessandro Domenico Quercia, nefrologo, oltre a Maria Chiara Dante, dietista. Si tratterà anche del primo approccio alla malattia da parte del medico di medicina generale e degli aspetti riabilitativi nella malattia conclamata.
L’iniziativa è promossa d’intesa con l’Asl CN1, dall’Avo monregalese che da tempo si occupa di promozione della salute, attraverso iniziative di informazione sulle patologie più comuni e diffuse nella popolazione, con il fine di contribuire a prevenirle e a curarle adeguatamente. Spiega Giuseppe Bertone, presidente dell’Avo di Mondovì: "Oltre alle consuete attività dei nostri volontari nell’assistenza ai pazienti in ospedale e alle persone anziane nelle case di riposo, nei centri diurni e al loro domicilio, da qualche tempo, con la collaborazione di specialisti sanitari, proponiamo incontri con la popolazione volti a fornire le notizie fondamentali per prevenire e curare i mali che ci assillano con maggiore frequenza". L’ osteoporosi, malattia metabolica dell’osso, rappresentata sovente come un ladro silenzioso che ruba minerale alle ossa, è certamente una tra le affezioni più diffuse, primariamente, tra le donne in particolare dopo la menopausa, ma anche tra gli uomini. Con lo slogan della conferenza “Mi piego ma non mi spezzo”, gli organizzatori intendono dire che pure insidiosa, l’osteoporosi può essere prevenuta anche con opportuni stili di vita da seguire nella vita quotidiana, con l’assunzione della vitamina D naturalmente sprigionata dal sole, e con una corretta alimentazione.
Ma molto di più diranno i medici, Meineri e Quercia che intratterranno i partecipanti alla conferenza, spiegando loro su quali strumenti e metodi diagnostici la medicina moderna può contare per intercettare il “ladro silenzioso” che cerca di insinuarsi nelle nostre ossa, nel nostro apparato scheletrico, riducendone la consistenza e la robustezza, tanto da non reggere più il peso del corpo fino a piegarlo e sovente a spezzarlo. Numerose, infatti, soprattutto con la progressione dell’età, sono le cadute che provocano fratture, le più abituali al femore, con conseguenze spesso invalidanti, talvolta anche mortali. Esiti infausti che la conferenza di lunedì 10 marzo aiuterà a prevenire.