Venerdì 21 giugno si recupera l’escursione serale nel Bosco del Merlino alla luce della luna piena, prevista per il 24 maggio e poi rimandata a causa del maltempo: inizialmente in programma per la Luna dei fiori, il modo in cui i nativi americani chiamavano il plenilunio di maggio, si svolgerà invece in occasione di quella che lo stesso popolo chiamava Luna piena di fragola.
La camminata è un modo affascinante di addentrarsi tra gli alberi del bosco e scoprirne le caratteristiche, che lo rendono uno degli ultimi ecosistemi forestali planiziali della pianura cuneese. L’attività è molto semplice, senza alcun dislivello e con sviluppo intorno ai 5 chilometri: prevede l’accompagnamento di una guida, è gratuita e adatta anche a bambini. Si raccomanda l’uso di calzature adeguate e di essere in possesso di una torcia, meglio se frontale. Sono disponibili 20 posti ed è necessario prenotare dal sito
www.parcomonviso.eu: il ritrovo dei partecipanti è previsto alle ore 21 nei pressi della panchina gigante azzurra, inserita nel circuito Big Bench ideato da Chris Bangle e qui posizionata nel 2022 per volere dell’amministrazione comunale e della Proloco di Caramagna Piemonte. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Associazione Itur all’indirizzo di posta elettronica monviso@itur.it.
Il Bosco del Merlino è una delle ultime nate tra le Riserve naturali piemontesi, essendo diventato un’area protetta nel marzo del 2019; è anche una Zona Speciale di Conservazione riconosciuta dalla rete europea Natura 2000. Pur nella sua modesta estensione attuale (353 ha), è uno dei più significativi esempi di ambiente forestale planiziale dell’intera pianura padana. Si compone di due nuclei, denominati rispettivamente Bosco Grande (Bosco del Merlino) e Bosco Piccolo (Bosco della Pica), lambiti dal torrente Meletta, dominati dal querco-carpineto della bassa pianura e delimitati soprattutto da prati e seminativi. Il valore del Bosco del Merlino è rappresentato dagli indicatori del livello di maturità ecologica della biocenosi forestale, ovvero la ricchezza floristica, la statura arborea, la quantità di biomassa, il numero delle catene alimentari e delle nicchie ecologiche. La specie di maggior interesse conservazionistico di quest’area è un anfibio, la rana di Lataste (Rana latastei), di cui è nota una importante popolazione: si tratta di uno dei soli dieci siti regionali in cui è segnalata la presenza di questo animale.