Parlare di George Bernard Shaw evoca non tanto l’odore molto irlandese dell’erica e del quadrifoglio, ma un inconfondibile profumo di zolfo. Scrittore di commedie - gradevoli o sgradevoli a seconda delle sensibilità – Shaw fu puntigliosamente attento alle problematiche politiche, sociali e religiose del proprio tempo, sorprendentemente simili a quelle dei nostri giorni. Venne amato ed odiato per questo, ma nel suo intelligente narcisismo fu indifferente tanto all’odio quanto all’amore, pur di dare sfogo al suo sarcasmo corrosivo. Anche quando forse l’amore lo toccò, come avvenne nel suo rapporto con Stella Campbell, grande attrice teatrale del primo 900, Shaw non rinunciò al gusto della sua ironia, che ritroviamo in “Goodbye Clown”, una sintesi del gustoso epistolario intercorso nell’arco di quarant’anni tra lui e la Campbell. Vi si fa tra l’altro, un cenno al “Maggiore Barbara” un'opera di quelle “sgradevoli” che è il modello ispiratore di “Casa Bumbum”, le singolari vicende di un fabbricante di armi e dei suoi rapporti con la famiglia, specialmente con sua figlia Barbara, Ufficiale di una specie di Esercito della Salvezza, paladina di pace ed impegno sociale. La Compagnia "La Scossa" del Teatro del Marchesato affronta con occhi nuovi ma con rispetto la drammaturgia di un Autore tra i più brillanti del teatro europeo del secolo scorso. Il titolo complessivo “Profumo di zolfo” ricomprende i due atti unici “Goodbye Clown”, e “Casa Bumbum” (suddiviso quest’ultimo in tre brevi quadri) in cui temi seri vengono affrontati con il sorriso amaro in cui Shaw è maestro, esemplare nel divertire il pubblico senza privarlo mai del piacere di riflettere.
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