Lunedì 29 gennaio alle 21 verrà proiettato al Cinema Teatro Magda Olivero di Saluzzo il film “Gigi la legge” (2023) di Alessandro Comodin, all’interno della stagione “Lunedì Cinema” organizzata da Ratatoj APS. Il film ha ottenuto il Premio speciale della Giuria al 75° Festival di Locarno, è stato presentato in anteprima al Torino Film Festival e ha ricevuto la candidatura come Miglior documentario ai David di Donatello 2023. Il costo del biglietto è di 5 euro, gratuito per i soci ARCI. Prima della proiezione sarà possibile sottoscrivere la tessera ARCI 2023/2024 (10 euro) e il contributo associativo per la rassegna “Lunedì Cinema” (5 euro) che darà diritto all’ingresso gratuito per tutta la stagione.
Il film racconta di Gigi, che fa il vigile in un paese di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida, gettandosi sotto un treno. Non è la prima volta. Lì comincia un’indagine su questa misteriosa serie di suicidi che si consuma in uno strano mondo di provincia in bilico tra realtà e fantasia, dove un giardino può anche essere una giungla e un poliziotto avere un cuore sempre pronto ad innamorarsi e a sorridere.
La proiezione è organizzata in collaborazione con UCCA - Unione dei Circoli Cinematografici Arci, che prosegue anche quest’anno attingendo dalla rassegna “L’Italia che Non si Vede”, arrivata alla sua tredicesima edizione. La rassegna intende dare visibilità a tutte quelle opere che hanno voluto raccontare l’Italia nella sua conformazione e nelle sue trasformazioni storiche, sociali e politiche ma che per ragioni distributive non hanno trovato adeguato spazio nelle sale cinematografiche.
Alessandro Comodin torna con il suo terzo lungometraggio e ancora una volta si distingue per i suoi eroi fragili e indimenticabili, personaggi che lasciano trasparire le proprie debolezze non dimenticandosi di mostrarci i loro punti di forza. Un film da scoprire per entrare a piccoli passi nel meraviglioso mondo del “cinema del reale” che utilizza il reale come metodo, fonte, baricentro e la drammaturgia come linguaggio, narrazione e sviluppo.
Comodin eccelle nel diluire il singolo momento fino a farlo divenire straniante. Qui gli bastano le poche suggestioni fuori dall’ordinario del rapporto del protagonista con la natura per infondere un’atmosfera surreale nel resto della sua esistenza, e in qualche modo far maturare uno sviluppo che arriverà soltanto alla fine, con un ultimo viaggio nell’auto di pattuglia e una sorprendente quanto sommessa conversazione su una panchina.