“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via” scriveva Cesare Pavese, uno che queste colline le conosceva bene. Deve averlo pensato anche un illustre conterraneo dello scrittore albese, il presidente del Piemonte Alberto Cirio, che il suo paese l’ha scelto nelle elezioni comunali appena trascorse.
Il paese in questione è Cravanzana, 387 residenti di cui 384 aventi diritto al voto. È il “pais dra nisora”, ovvero la capitale della nocciola tonda gentile di Langa, a meno di mezz’ora di auto da Sinio dove Cirio è cresciuto. Lui Cravanzana l’ha frequentata a lungo proprio a causa della sua attività di corilicoltore e ha deciso di tornarci in veste di candidato consigliere, nella lista che sosteneva Antonio Iovieno. Così, tra i nomi dei dieci aspiranti consiglieri di “Uniti per Cravanzana”, gli elettori hanno trovato anche quello del governatore ed ex europarlamentare: 40 le preferenze da lui totalizzate, su 227 votanti.
Il piccolo exploit messo a segno dal leader del centrodestra piemontese ha aiutato il candidato sindaco Iovieno a conquistare il municipio, vincendo la concorrenza non irresistibile di Luigi Porro (28 voti con Costruire Insieme) e di Laura Lupica del Partito Gay Lgbt+, con appena due voti. “Rimarrò il tempo necessario ad aiutare a far partire una nuova amministrazione, perché ho una agenda già piena di impegni e di grandi responsabilità che mi assorbe completamente” aveva precisato Cirio all’indomani dell’annuncio. La sua insomma è quel che si definisce una “candidatura di servizio”, in una comunità che ha affrontato turbolenze politiche di recente. Nel 2021 il municipio era stato commissariato dopo le dimissioni del sindaco Roberto Pace, a causa di divergenze con la sua giunta sulla gestione della Grande Fiera del primo settembre. Le polemiche attorno all’evento clou del calendario cravanzanese, annullato per la prima volta nella sua secolare storia nel 2020, nascevano da dissidi sulla gestione dei volontari sprovvisti di green pass.