I nomi noti adesso sono ufficiali, quello che invece non si conosceva prima del vertice di centrodestra a Torino non lo si conosce nemmeno ora. In sintesi è questo il risultato della riunione tra i rappresentanti dei partiti, alla quale hanno partecipato i segretari regionali Fabrizio Comba (Fratelli d’Italia), Riccardo Molinari (Lega) e Paolo Zangrillo (Forza Italia) con i rispettivi vice, Paolo Bongioanni, Elena Maccanti e Roberto Rosso, oltre al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
La novità più rilevante è l’ufficializzazione della ricandidatura di Carlo Bo ad Alba. Il forzista, sindaco in carica e fedelissimo di Cirio, si era fatto desiderare, al punto da alimentare i dubbi sulla sua effettiva volontà di andare a caccia di un bis nella città delle cento torri. Così non è stato e ora la sua maggioranza, segnata da tensioni esplosive nella prima parte di mandato, può tirare un sospiro di sollievo.
Era invece più che scontata la conferma dell’altro uscente, il leghista di Fossano Dario Tallone. In quello che è ormai diventato il feudo cuneese del Carroccio, e del suo leader locale Giorgio Bergesio, non sono ammessi sbagli: una sconfitta sotto le mura del castello Acaja avrebbe il sapore della catastrofe per la Lega e per il centrodestra tutto, posto che la corsa a Bra e a Saluzzo parte in salita. Nella città della Zizzola corre Massimo Somaglia e anche questo si sapeva: ex forzista della prima ora, oggi convertito al civismo, tenterà di prendersi contro Gianni Fogliato la rivincita per la secca sconfitta che nel 2014 gli inflisse Bruna Sibille (allora, va detto, il centrodestra schierava anche una componente civica ora riunita alla “casa madre”).
L’incognita era e resta Saluzzo. Dopo il “gran rifiuto” dell’avvocato Chiaffredo Peirone, voluto dal commissario di Fratelli d’Italia Roberto Mellano ma bocciato da una parte del partito, non si sa chi mandare avanti. L’indicazione arriverà comunque dalla fiamma, che - fa sapere Bongioanni - “procederà alla sua individuazione entro l’inizio della prossima settimana”. Dovrebbe essere questione di poco tempo, insomma. I nomi circolati sono diversi ma tutti “civici”, posto che l’unica candidatura politica di peso che i meloniani avrebbero potuto giocarsi in città - quella di Claudio Sacchetto - non è mai stata in campo: l’ex assessore regionale ha altre mire, che portano a Torino, anche se non è ancora detto che ci arrivi passando dalla candidatura in Fratelli d’Italia o - così si mormora - “dirottato” sulla lista di Cirio.
Tra le piste più accreditate una conduce al direttore del Parco del Monviso Dario Miretti, ex consigliere comunale in Forza Italia, già dall’estate scorsa al centro di sondaggi. L’altra a Giovanni Damiano, bancario, nome illustre della società civile saluzzese e testimone della lotta alla mafia, da figlio di quell’Amedeo che pagò con la vita la propria indisponibilità ad accettare oscure mire sulla sanità locale. Damiano risulta essersi autosospeso dall’associazione Area Vasta, un think tank apartitico varato qualche mese fa e ora sparito dai radar: potrebbe essere un segnale della sua imminente disponibilità a fare il grande passo.