Travolto da un insolito destino nell’azzurro mare di Messina, verrebbe da dire - parafrasando Lina Wertmuller - per descrivere la condizione del senatore Marco Perosino, sindaco di Priocca e candidato di bandiera dei forzisti cuneesi a queste elezioni.
Perosino è il “protetto” del governatore Alberto Cirio che nel 2018 si era battuto con successo per averlo come candidato del centrodestra all’uninominale sul seggio senatoriale di Cuneo. Questa volta nulla ha potuto il dominus di Forza Italia contro le pretese degli alleati: il seggio di Cuneo (allargato al sud della provincia di Torino per effetto del referendum taglia-parlamentari) è andato al leghista Giorgio Bergesio. Perosino è stato dirottato sul listino plurinominale di Forza Italia alla Camera, dove è finito però terzo dietro al biellese Roberto Pella, fedelissimo del coordinatore regionale Zangrillo, e alla “paracadutata” siciliana Matilde Siracusano. Entrambi erano candidati anche all’uninominale, rispettivamente a Moncalieri e Messina: Pella ce l’ha fatta, Siracusano invece no.
Il seggio messinese è infatti stato “scippato” al centrodestra dalla lista messa in piedi dal popolarissimo ex sindaco di Messina Cateno De Luca. Centrista dai modi ruspanti - è soprannominato “Scateno” - si è dimesso per dare la scalata alla Regione Sicilia con il sostegno del movimento Sud chiama Nord, coordinato dall’ex cinque stelle Dino Giarrusso. De Luca non dovrebbe riuscire a strappare la guida dell’amministrazione regionale al centrodestra (è comunque secondo stando agli exit poll, al momento), ma nel frattempo è riuscito a far eleggere nel collegio di Messina il suo candidato Francesco Gallo, a spese proprio della deputata uscente Siracusano. A questo punto, l’eventuale seggio sul plurinominale nella circoscrizione piemontese scatterà a beneficio della candidata siciliana e non di Perosino.
In attesa di conoscere il destino degli altri rappresentanti (la democratica Gribaudo è certa della rielezione, il leghista Gastaldi - spostato a Torino - no), la Granda - in particolare le Langhe e il Roero, che potrebbero restare senza parlamentari - si prepara a perderne almeno uno.