“Autonomia e corresponsabilità saranno le parole chiave per il PD piemontese che, alla luce dei sondaggi e delle richieste della segreteria nazionale, continuerà a dialogare con tutti i livelli in gioco. Noi continuiamo, sia a livello nazionale sia a livello locale, a sostenere che la partita è aperta e che abbiamo il dovere di costruire le condizioni dell’unità: ci proviamo da mesi insieme alle altre forze di centro-sinistra. Ci auguriamo che si apra una fase nuova con le altre forze politiche e che arrivi un’apertura dal Movimento 5 Stelle, Azione e Italia Viva sulla scia di quanto avvenuto nelle altre regioni. Credo sia un errore che in Piemonte non si sia ancora aperto un tavolo di confronto; i piemontesi meritano di avere un'alternativa credibile". Lo afferma il segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, a margine della segreteria tenutasi nella serata di lunedì 9 ottobre.
Proprio per definire i passaggi e l’agenda politica dei prossimi mesi il segretario prepara una direzione regionale che si terrà il 27 ottobre. “Nella direzione regionale di luglio scorso abbiamo definito le prime scadenze sulla base di una situazione politica ben precisa. Se le cose cambiano è giusto tornare a discuterne insieme perché il nostro è un partito plurale che vive del confronto negli organismi, che non sono bypassabili da nessuno. Il PD non ha mai fatto fughe in avanti, ma in questi mesi ha sempre lavorato per costruire e allargare la coalizione condividendo tutti i passaggi. Se il tempo serve ad aprire nuovi scenari ben venga. Ma servono dei messaggi chiari. Gli appelli vanno rivolti a quelle forze politiche che fino ad oggi hanno deciso di non rispondere agli inviti del PD e della coalizione di centro-sinistra. Mi auguro che nei prossimi giorni si manifesti una disponibilità nuova a partire dai programmi e da una visione condivisa del Piemonte, non dai nomi. Se accadrà saremo i primi ad esserne contenti e faremo la nostra parte, fino in fondo, per mandare a casa la destra. Per farlo dobbiamo trovare il modo di parlare all’elettorato più ampio possibile” spiega Rossi, che interviene anche sulla scelta del candidato Presidente della Regione: “Le primarie sono uno strumento di allargamento e apertura straordinario. Non possiamo usarle per scegliere i coordinatori di circolo per poi accantonarle quando dobbiamo scegliere le più alte cariche monocratiche. La statuto del PD è molto chiaro su questo. Per non passare dalle primarie serve una larghissima maggioranza negli organismi. Ovvero, come ripeto da tempo: o c’è condivisione su un nome oppure si fanno le primarie. Ad oggi non ci sono le condizioni per evitarle. Vedremo nelle prossime settimane”. Intanto, dopo la chiusura della prima fase della conferenza programmatica, è partito il tavolo di coalizione sul programma in vista delle prossime Regionali, che servirà a mettere a fuoco proposte concrete da affiancare alle denunce su tutto ciò che non funziona dopo gli anni di governo della Giunta Cirio a partire dalla sanità.
Non solo elezioni regionali all’ordine del giorno della riunione. “Durante la segreteria - spiega Rossi - abbiamo ribadito che gli obiettivi per il 2024 sono molteplici. Ci aspettano elezioni Europee, dove il Piemonte deve impegnarsi per esprimere almeno un europarlamentare, ed elezioni amministrative in centri strategici da affrontare con cura e rigore, in particolare dove le spaccature e le tensioni tra Lega e Fratelli d’Italia stanno già emergendo”.