Sorelle d’Italia, avanti. Almeno a Cuneo gli strali di chi accusa Giorgia Meloni di essere una donna a capo di un partito tutto al maschile cadono nel vuoto. Sono infatti due donne a ritagliarsi parti da protagoniste nella composizione delle liste elettorali, assai travagliata, a scapito dei non pochi aspiranti dell’altro sesso.
Monica Ciaburro sarà candidata all’uninominale nel collegio Cuneo-Mondovì-Saluzzo. Per la sindaco di Argentera, uscita a sorpresa la volta scorsa grazie allo “slittamento” di Guido Crosetto a Bergamo, si prospetta a questo giro una rielezione comoda. Nel collegio dove quattro anni fa si era misurato il leghista Flavio Gastaldi (dirottato sul plurinominale a Torino) la contesa si annuncia tutta in discesa per il centrodestra, tanto più ora che il vento gonfia le vele dei Fratelli d’Italia. Non bastasse questo, la parlamentare uscente può contare anche sulla candidatura in ben tre collegi plurinominali piemontesi: al terzo posto a Torino e al secondo nei due collegi del Piemonte 2. Una blindatura assicurata.
Al Senato, nel listino proporzionale, spunta invece una “vecchia conoscenza” che a Cuneo ha mantenuto famiglia e contatti, pur essendo milanese d’adozione da decenni. Parliamo di Daniela Santanchè, nata Garnero, transitata da An a FdI (dopo una serie di travagli) in nome dell’inossidabile amicizia che la lega a Ignazio La Russa. La “pitonessa”, com’è soprannominata, è sempre stata eletta nelle circoscrizioni lombarde (l’ultima volta al collegio di Cremona, contro il pentastellato Toninelli). Anche questa volta per lei dovrebbe esserci un collegio uninominale in Lombardia, dove è coordinatrice regionale del partito. In Piemonte però è già pronto il “paracadute” sul plurinominale del Senato, nell’eventualità di una sconfitta: Santanchè è al primo posto della circoscrizione Piemonte 1, strasicura dell’elezione.
Per una “pitonessa” soddisfatta c’è un “kaimano” finito fuori dai giochi, nella giungla elettorale dei meloniani. Si tratta di Paolo Bongioanni: il capogruppo di FdI a palazzo Lascaris - che appunto si presenta come “il kaimano”, perfino sui profili social - era tra i papabili cuneesi con più concrete speranze di trovare un posto in lista. Sembrerebbe invece che il salto da Torino a Roma sia da posticipare, forse perché il partito non se l’è sentita di sguarnire la truppa in Regione in un momento così delicato. Al momento gli eredi della fiamma contano su tre consiglieri (tra cui Bongioanni) e due assessori in giunta, ma se le elezioni stravolgessero gli equilibri nazionali tra i partiti di centrodestra c’è da aspettarsi che qualcuno bussi alla porta di Cirio con richieste impossibili da ignorare. Per allora, meglio tenersi pronti.
Altri nomi cuneesi tra i candidati o gli esclusi eccellenti, al momento, non risultano. C’è però un cognome noto, Crosetto: non parliamo del “gigante di Marene”, fermo nella scelta di non ricandidarsi (ma già si ipotizzano per lui ruoli di primo piano in un eventuale esecutivo Meloni), bensì del nipote Giovanni, consigliere comunale a Torino, infilato al quarto posto nel listino plurinominale del collegio che comprende la città della Mole. Un ruolo testimoniale, almeno per adesso.