Roaschia è un bellissimo paese della Valle Gesso, che oggi conta non più di 150 anime, ma che all'inizio del secolo scorso ospitava più di 2000 abitanti. Un comune che è balzato ultimamente agli onori della cronaca poichè individuato dalla Regione Piemonte tra quelli idonei ad ospitare una discarica di rifiuti contenenti amianto in una delle proprie cave.
L'amministrazione comunale, che fa capo al sindaco Bruno Viale, si è da subito opposta fermamente a questa possibilità. Abbiamo così deciso di incontrare il primo cittadino roaschiese per scambiare quattro chiacchiere con lui.
Arrivati nella piazza del Municipio, insieme alla prima neve stagionale, ci accoglie un enorme striscione, affisso al muro di una casa, sul quale campeggia la gigantesca scritta "No amianto a Roaschia" che ci fa capire l'aria che tira in paese.
Il sindaco ci riceve nel suo ufficio insieme a Graziella Viale (vice-sindaco) e ad Elio Viale (consigliere comunale di maggioranza). "Ma non siamo parenti" ci dicono sorridendo. L'intervista può dunque cominciare.
D. Sindaco, perchè vi opponete così fermamente all'ipotesi della discarica a Roaschia?
R. Per una serie di motivi, tutti o quasi riconducibili ad un percorso teso alla valorizzazione ambientale e turistica che abbiamo iniziato due anni e mezzo fa, quando ci siamo insediati come nuova amministrazione comunale.
D. Ci spieghi meglio
R. Si sarà accorto anche lei venendo qui che Roaschia è un paese bellissimo, in un contesto ambientale meraviglioso. Abbiamo decine e decine di sentieri ideali per le escursioni degli appassionati, decine di tetti abbandonati che rappresentano un patrimonio storico incredibile. Vogliamo valorizzare tutto ciò facendo diventare Roaschia una meta turistica di assoluto livello. Penso lei sappia che il nostro comune fa parte del Parco Naturale delle Alpi Marittime, che potrebbe diventare patrimonio mondiale dell'Unesco. Immagini quale appetibilità turistica può avere una località che ospita al suo ingresso una discarica di rifiuti contenenti amianto.
D. Facciamo un passo indietro. Come e dove nasce quella che allo stato attuale resta ancora soltanto un'ipotesi?
R. La questione è esplosa nei primi mesi di quest'anno. A febbraio la Giunta Regionale ha approvato il documento "Approfondimento relativo alla presenza di aree di cava e miniere inattive per l'ubicazione di impianti di smaltimento di materilai contenenti amianto" nel quale vengono dapprima individuati 179 siti in provincia di Cuneo potenzialmente idonei all'ubicazione di impianti di smaltimento di RCA e poi, con nostra grande sorpresa, ha concentrato l'approfondimento su 3 siti ex estrattivi individuando proprio in quello di Roaschia il sito più idoneo per l'ubicazione.
D. A quel punto che fate?
R. Quello che credo farebbe qualsiasi sindaco. Informare immediatamente la popolazione e sentirne il parere. Così lo scorso 17 marzo una stracolma chiesa di Roaschia ospita un incontro pubblico con tutta la popolazione. E' presente anche l'europarlamentare Alberto Ciriio che, in quella circostanza, ribadisce che la Regione ha sbagliato ad approvare quello studio perchè a fronte di un discorso puramente tecnico, va contrapposto un ragionamento politico, in nome del quale occorre tutelare il futuro di questi paesi, che sta nel turismo. In quell'occasione Cirio si è impegnato a fermare il progetto a Bruxelles. Ed alle parole ha fatto seguire i fatti tanto che, il 7 aprile scorso, ha presentato una petizione (la 0327/2017) che invito tutti quanti a firmare per sostenere la nostra legittima battaglia.
D. Il pensiero della popolazione?
R. Secondo lei? Naturalmente la popolazione di Roaschia si è detta fermamente contraria alla discarica.
D. Perchè avete percorso la strada dell'Unione Europea?
R. Perchè, con diverse direttive, l'Unione Europea si è sempre dimostrata a favore della protezione dell'ambiente che è ciò che chiediamo noi in questo momento.
D. Nel frattempo dalla Regione avete avuto rassicurazioni in merito?
R. A parole tante, nei fatti nessuna. Tanto che, per non perdere tempo, abbiamo anche fatto ricorso al T.A.R. dal quale siamo in attesa della sentenza.
D. In questa battaglia avete degli alleati?
R. Sì, e colgo l'occasione per ringraziare parecchi sindaci. Gian Paolo Beretta (Borgo San Dalmazzo), Maurizio Paoletti (Boves), Sergio Bussi (Chiusa di Pesio) e Giacomo Luigi Gaiotti (Valdieri) perchè si sono immediatamente schierati al mio fianco con tanto di delibere comunali. Ringrazio anche il sindaco di Peveragno e presidente dell'Unione Montana Alpi del Mare, Paolo Renaudi, sia per la delibera comunale, sia per i pareri che mi ha fornito, da esperto in materia qual è.
D. Come mai, secondo lei tanta mobilitazione?
R. Per un motivo molto semplice. Il problema di Roaschia è un problema di tutta la Valle Gesso e di tutti i paesi più o meno vicini. I rifiuti che arriverebbero qui dovrebbero transitare per le strade di Borgo San Dalmazzo, Boves e di chissà quanti altri paesi. Lo ripeto, Roaschia è solo il punto di arrivo, ma la questione riguarda tanti comuni, per questo penso che anche altri sindaci, oltre a quelli citati, dovrebbero avere a cuore la questione.
D. Sindaco, sinceramente, è anche preoccupato per la salute dei suoi concittadini?
R. Come massima autorità sanitaria locale, sono sempre preoccupato per la salute dei miei cittadini. Stando a quanto ci è stato detto, il lavoro di stoccaggio viene fatto a regola d'arte con rischio zero per la popolazione. Però come ingegnere esperto in cave, io non me la sento di garantire che il rischio zero di oggi si possa mantenere negli anni, soprattutto a fronte di un terreno carsico come quello dove si vorrebbe stoccare l'amianto. L'ho detto in tutti i modi possibili e lo ribadisco: mai e poi mai metterò la mia firma a favore di una discarica a Roaschia, perchè non voglio rischiare di compromettere le future generazioni.
Con un interrogativo inquietante ed attualmente senza risposta, si conclude la nostra intervista. I saluti di rito ed il suo accento spagnolo, proprio di chi come Bruno Viale ha vissuto buona parte della sua vita in Venezuela, che ci ispira un'ultima domanda.
"No pasaràn?"
"Claro que no!"