Il 4, 5 e 6 settembre sbarcherà anche a Cuneo la mobilitazione dei Radicali per il “no” al taglio dei parlamentari, in vista del referendum del 20 e 21 dello stesso mese. Se la riforma verrà confermata, la Camera sarà composta da 400 deputati (rispetto agli attuali 630) e il Senato da 200 senatori elettivi (rispetto ai 315 di oggi).
Nel capoluogo della Granda saranno organizzati iniziative e banchetti informativi: “Ogni parlamentare passerà da rappresentare 96 mila elettori a oltre 150 mila, con conseguenze disastrose per il funzionamento delle due camere”, si legge sul sito dei Radicali cuneesi.
Si legge nelle motivazioni del movimento (consultabili a
questo link):
“Il taglio del numero dei parlamentari non è di per sé un fatto negativo per le dinamiche istituzionali. Tuttavia fatto in questo modo e in misura così eccessiva può comportare una serie di rilevanti problemi all’organizzazione ed al funzionamento complessivo delle istituzioni democratiche. In primo luogo, la riduzione del numero dei parlamentari avrebbe dovuto essere la conseguenza della riforma del Senato. Invece la riforma costituzionale mantiene il sistema bicamerale perfetto vigente e lascia irrisolti tutti i problemi che ne derivano: due camere fotocopia che non garantiscono la piena funzione legislativa del singolo parlamentare, poiché il potere esecutivo, in nome della governabilità, ne limita le funzioni attraverso l’abuso sia della decretazione d’urgenza che del ricorso al voto di fiducia. Una situazione che rischia di essere ancora peggiore nella misura in cui il minor numero di parlamentari renderà molto difficile il lavoro nel luogo più importante dei processi decisionali, ossia le commissioni parlamentari. Ciò sarà vero soprattutto al Senato, dove sarà necessario ridurre il numero delle commissioni o il numero dei componenti con effetti negativi sulla capacità di svolgere le proprie attività. La riduzione del numero dei Parlamentari diminuisce gli spazi di rappresentanza sia a livello territoriale che politico dato che l’ampliamento dei collegi elettorali ridurrà il rapporto tra elettori ed eletti e aumenterà il costo delle campagne elettorali”.