CUNEO - Andrea Olivero: 'Dopo gli incendi una nuova politica per i boschi'

L'intervista al viceministro alle Politiche Forestali: 'Dobbiamo garantire il ripristino delle aree interessate dal fuoco'

06/11/2017 09:30

Per il Piemonte, ottobre è stato il mese dell’emergenza incendi. Da martedì 10 la Regione ha dichiarato lo stato di massima pericolosità, poi a partire da giovedì 19 le fiamme hanno cominciato a propagarsi con forza devastante nelle zone collinari e montane del Torinese e del Cuneese (Valli Stura e Varaita e, in misura minore, l’Alta Langa). Bruciando centinaia di ettari di bosco. Una risorsa preziosa la cui ricostruzione potrà avvenire attraverso un programma concreto di riforestazione che darà i suoi frutti solo tra alcuni decenni. Ne abbiamo parlato con il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il cuneese Andrea Olivero.

Un disastro dal punto di vista ambientale, ma anche per quanto riguarda la già fragile economia montana, il lavoro e il turismo?
“Quando avviene una distruzione così ampia di boschi alpini a risentirne è tutto il territorio. Purtroppo solo in queste occasioni il Paese si rende conto di quanto siano preziose le risorse delle nostre montagne e quanto sarebbe importante garantirne il mantenimento e la costante rigenerazione, a tutto vantaggio della qualità ambientale, paesaggistica e storico-culturale del territorio”.

Cosa può fare lo Stato per ricomporre la situazione?
“Innanzitutto dobbiamo garantire il ripristino delle aree interessate dal fuoco, pulendo le zone colpite e avviando una nuova piantumazione arborea. Non possiamo, però, limitarci a questo: è venuto il momento di lanciare un grande piano di gestione forestale che impedisca il succedersi di questi eventi catastrofici. Infatti, i colpevoli di questo disastro non sono solo i piromani - delinquenti che vanno ricercati e puniti in modo adeguato - ma anche quanti in questi anni passati non hanno provveduto a pulire i boschi o hanno creato inutili ostacoli alle opere di corretta gestione forestale”.

Oggi chi deve dare risposte concrete?
“È necessario un ampio concorso di energie per cambiare radicalmente la situazione. Lo Stato deve rendere le regole di gestione forestale più chiare e semplici, la Regione Piemonte mettere in campo risorse economiche e attivare i progetti di gestione, i Comuni ed i privati organizzare Associazioni fondiarie per rendere sostenibili, anche economicamente, le attività di gestione”.

Quali misure state pensando?
“Nelle prossime settimane verrà portata all’approvazione la nuova Legge Forestale, a cui sto lavorando da quasi due anni. È un testo atteso da decenni, che cambia completamente la prospettiva del bosco: dalla conservazione, quasi museale, alla gestione sostenibile, per renderlo vivo e capace di rappresentare anche una risorsa economica per il territorio. E la Regione Piemonte, come hanno annunciato il presidente Chiamparino e l’assessore Valmaggia, ha assicurato di collocare 42 milioni di euro su opere di ripristino. Inoltre, sto seguendo l’iter per il riconoscimento della calamità naturale, affinché le imprese agricole e agroforestali colpite dagli incendi possano avere un risarcimento adeguato”.

In provincia di Cuneo la gestione forestale sostenibile quali conseguenze positive potrebbe portare alle Terre Alte?
“Oltre a ridurre sensibilmente il rischio di incendi e di dissesto idrogeologico, possono nascere molte opportunità. Imprese forestali e agroforestali possono produrre occupazione e reddito e, al tempo stesso, assicurare la biodiversità e la ricchezza ambientale delle nostre valli, che, in questi anni, hanno riscoperto sempre di più la loro vocazione turistica. L’estate e l’autunno drammatici che abbiamo vissuto credo abbiano aperto gli occhi a molti. Ora non dobbiamo perdere tempo e mettere subito in campo progetti concreti”.

c.s.

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