La Fondazione CRC ha inviato nei giorni scorsi una nota con la quale annunciava di aver “avviato l’iter per la sostituzione del presidente, Giandomenico Genta, che da un anno per ragioni di salute è indisponibile ad ottemperare agli adempimenti statutari come presidente”. Giancarlo Boselli, candidato con la lista Indipendenti e con un passato professionale nel settore bancario, prova a fare una previsione sul dopo Genta.
“Prima di entrare nel merito, voglio sottolineare ancora una volta il nostro dispiacere per i problemi di salute che impediscono a Giandomenico di continuare il suo lavoro. Ma rispetto alla Fondazione, devo ricordare l’importanza che questa struttura riveste nella vita della nostra comunità. Siamo a pochi mesi dalle elezioni di due dei tre comuni più importanti e determinanti nella governance di CRC: Cuneo e Mondovì”.
Quindi, quale collegamento ci vede con il normale avvicendamento che ci sarà negli organi direttivi della fondazione?
“Voglio essere molto chiaro. Da un anno il centrosinistra a Cuneo, non riesce a stabilire chi debba fare il candidato Sindaco. Trattative lunghe ma, ad oggi, infruttuose. Nella spartizione dei posti, ormai unico strumento utile per trovare una soluzione tra i due gruppi che vogliono esprimere il candidato, il PD con la Manassero e Azione-Cuneo-Centro con Serale, mancava il boccone più ambito, proprio la Presidenza della CRC. E ora è sul tavolo”.
Perciò?
“Molto probabilmente verrà eletto Ezio Raviola fino al 2024 (attuale vicepresidente ndr), ma con l’impegno di nominare in quella data Federico Borgna alla Presidenza CRC. Borgna ormai è uomo di Quaglia. Nel frattempo il sindaco uscente, cercherà di farsi eleggere consigliere comunale a Cuneo per condizionare il centro-sinistra e far sì che questo accordo sulla sua nomina, venga rispettato. Inoltre, sembra poi che Azione-Cuneo-Centro possa ottenere la vice-presidenza della fondazione per l’avvocato Enrico Collidà lasciando così cadere la richiesta di candidatura a sindaco per Serale. Questo quadro, se realizzato, potrebbe essere il via libera alla candidatura a sindaco della signora Manassero. Io credo che i Consigli comunali e i sindaci del territorio dovrebbero avere a cuore l’autonomia della Fondazione e quindi non accettare questa azione spartitoria tra pochi soggetti lesiva dell’ente”.
Lei è sicuro che le nomine saranno queste?
“Mi sembrano tutti un po’ troppo fiduciosi nei loro piani che potrebbero ancora fallire. Le elezioni si vincono sui programmi e stando tra le persone e sulle strade. Loro sono convinti di vincerle in quel modo, nel chiuso degli uffici. Se diventerò Sindaco farò uscire la nomina del presidente da queste logiche. Aprirò un confronto tra le forze produttive e i soggetti che lo statuto indica debbano essere i reali protagonisti diretti della governance”.