Poco più di diciotto mesi è durata l'esperienza di Paolo Ghisolfi alla carica di assessore alle attività produttive nella giunta del Comune di Peveragno. Ghisolfi, infatti, ha rassegnato le sue dimissioni così come annunciato nella giornata di ieri, giovedì 15 dicembre, dal sindaco Paolo Renaudi con un post sulla pagina facebook ufficiale del gruppo di maggioranza in consiglio comunale "Idee Insieme per Peveragno".
Motivazioni professionali hanno indotto Ghisolfi a tale scelta tanto che nella lettera inviata al sindaco per comunicare le sue dimissioni si legge “… ritengo che, per motivi legati alla mia vita lavorativa ed al tempo che essa mi impegna, non esistano più le condizioni per poter esercitare al meglio e con la giusta attenzione le funzioni a me demandate …”.
Dal canto suo, oltre ai ringraziamenti di rito, il gruppo "Idee insieme per Peveragno" tiene a precisare che Ghisolfi rimarrà tuttavia all’interno del gruppo di maggioranza e continuerà a collaborare su alcuni temi quali il supporto al nuovo Assessore in materia di attività produttive nonchè il coordinamento per conto del Sindaco con le attività di protezione civile sul territorio.
Il nuovo assessore alle attività produttive, ruolo particolarmente strategico per Peveragno, sarà Simone Marchisio, dottore agronomo, ritenuto dal sindaco Renaudi e dal gruppo di maggioranza "la persona più indicata per sviluppare uno dei temi più importanti dell’intero mandato amministrativo, ovvero il rilancio e la valorizzazione della coltura della fragola e dei piccoli frutti nell’areale della Bisalta, con la annessa valorizzazione delle attività culturali, commerciali e turistico-ricettive che al territorio peveragnese e alla fragola sono connesse".
Interpellato da Cuneodice.it sull'argomento, il sindaco Renaudi ha dichiarato: "ci eravamo detti come gruppo che a metà mandato avremmo cambiato uno o due assessori per permettere a più persone di fare esperienza. Di fatto, questo primo "cambio della guardia" anticipa semplicemente di un anno, per necessità di Ghisolfi, scelte che forse sarebbero state comunque fatte".