CUNEO - ‘Centomila persone in Italia coltivano cannabis in casa per non finanziare le mafie’

Radicali Cuneo sostiene la campagna ‘Io Coltivo’ per la legalizzazione dell'autocoltivazione di cannabis: ‘Il parlamento la decriminalizzi’

09/08/2020 18:52

 
Radicali Cuneo è soggetto promotore della campagna di disobbedienza civile per la legalizzazione della cannabis "Io Coltivo", promossa da Radicali Italiani, Meglio Legale, associazione Luca Coscioni, Dolce Vita.
 
La campagna di disobbedienza civile di massa vede l'adesione di centinaia di militanti su tutto il territorio italiano che, coltivando una piantina di cannabis in casa, tentano di denunciare una legge la quale obbliga i consumatori abituali a rifornirsi dalla criminalità organizzata.
 
Spiegano i Radicali: “In Italia il consumo di cannabis non è reato, ma comporta sanzioni amministrative come ritiro del passaporto o della patente, mentre per l’autocoltivazione domestica è prevista una pena fino a 6 anni di reclusione. Questo rappresenta un enorme paradosso: di fatto lo Stato garantisce il monopolio della produzione e della vendita di cannabis al mercato nero delle mafie”. Sul punto è intervenuta, il 19 dicembre 2019, una sentenza delle sezioni unite della Corte di cassazione che ha stabilito che “non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica. Attività di coltivazione che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore”. #IoColtivo si pone in questa direzione, per chiedere al Parlamento di “seguire le indicazioni della più alta Corte di giustizia in materia penale e per decriminalizzare finalmente la coltivazione di uso personale”.
 
Nel nostro Paese - continua la nota dei Radicali - si stima ci siano almeno 100mila persone che coltivano cannabis: “Si tratta di persone perfettamente integrate nella società: che lavorano, hanno delle famiglie, hanno dei percorsi di vita normalissimi. Lo fanno per avere cannabis di migliore qualità e minor prezzo. Ma soprattutto, lo fanno per motivi legalitari: per non avere contatti con la criminalità organizzata e per non finanziare le mafie”.

c.s.

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