SAMPEYRE - 'Chiamate i nuovi comuni Busca Valmala e Saluzzo Castellar'

Il sindaco di Sampeyre, Domenico Amorisco, lancia una provocazione ai primi cittadini dei piccoli centri che stanno per fondersi con comuni più grandi

23/04/2018 11:32

Dalle colonne di Cuneodice.it il sindaco di Sampeyre Domenico Amorisco (già sindaco di Valmala) lancia una provocazione ai primi cittadini dei comuni che stanno per fondersi con comuni più grandi: “Cari colleghi interessati, pretendete che i nuovi Comuni che nasceranno dalle fusioni prendano la denominazione, nei nostri casi, di Busca-Valmala e di Saluzzo-Castellar. Magra consolazione per i residenti nei Comuni più piccoli, ma almeno mal comune mezzo gaudio oltre al fatto che quei Comuni che cancellate con la fusione continueranno a sopravvivere nella storia almeno nella denominazione del nuovo Comune!"

Il vuclanico sindaco della val Varaita non ci sta: "Mentre il PD al Governo prima delle elezioni del 4 marzo scorso ha riportato una prevedibile quanto sonora “debacle”, qualche sindaco nostalgico, dimenticando la sconfitta, in questi ultimi giorni sta rispolverando l’istituto della fusione fra i Comuni piccoli che la legge Delrio, per la cronaca la legge 7 aprile 2014 n.56, per i quali aveva sancito la fusione coattiva entro un termine di scadenza che è stato prorogato annualmente per ben quattro anni sino al 31 dicembre prossimo".

Come preannunciato è il caso della preannunciata fusione di Valmala con Busca in valle Varaita e di Castellar con Saluzzo in Valle Bronda. Sostiene il sindaco di Sampeyre: “Bisogna subito premettere, però, che la legge Delrio oggi è diventata incostituzionale perché risulta approvata nel lontano 2014. In attesa della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione, riforma che invece è stata bocciata dal Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e quindi quella legge ha perso la sua efficacia contestualmente alla bocciatura della riforma costituzionale”.

Amorisco da sempre contrario non solo alle Unioni ma anche alle fusioni, aggiunge anche: “I Comuni piccoli, che si fondono con quelli più grandi sicuramente decidono la fusione per il miraggio di prendere i contributi straordinari che Stato e Regione stanziano per le fusioni senza rendersi conto che questi contributi verranno corrisposti solo a partire dall’anno successivo all’istituzione del nuovo Comune risultante dalla fusione cioè quando il Comune piccolo non esisterà più perché già incorporato a livello di frazione o borgata, in quello più grande che invece sopravviverà come nuovo Comune e prenderà tutti i contributi senza alcun vincolo specifico di destinazione”.

Carta di identità, licenza di pesca, porto d’armi e tesserino di caccia così come patente di guida e carta di circolazione, per i residenti nei piccoli Comuni incorporati in quelli più grandi a livello di frazioni o borgate, devono essere obbligatoriamente aggiornati sui rispettivi documenti. Sempre per i residenti nei piccoli Comuni incorporati in quelli più grandi dovranno essere modificati i dati catastali delle rispettive proprietà immobiliari e i nuovi indirizzi delle utenze telefoniche oltre ad altri numerosi adempimenti a seguito della fusione sono previsti a loro carico, mentre per i residenti nei Comuni più grandi non è previsto alcun adempimento.

Ed ecco allora che Amorisco ribadisce come la pensa sulle fusioni con una provocazione: “I Comuni più grandi dalla fusione con i piccoli hanno tutto da guadagnare. Perché allora non pretendere che il nuovo Comune derivato dalla fusione prenda la denominazione anche del piccolo Comune, nel caso specifico Comune di Busca Valmala e Comune di Saluzzo Castellar. Se così fosse i numerosi adempimenti di tipo anagrafico, catastali ecc. sarebbero al pari anche a carico dei residenti nei Comuni più grandi e non so se poi i Buschesi e i Saluzzesi sarebbero tanto contenti della fusione approvata dalle rispettive Amministrazioni”. Amorisco conclude: “Costigliole in Valle Varaita può insegnare perché, pur non essendo fuso con Saluzzo, ha la denominazione di Costigliole Saluzzo magari per altre ragioni". 

c.s.

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