Riceviamo e pubblichiamo da Monviso Giovani.
Dopo l’Europa con l’eurodeputata, Mercedes Bresso, e il presidente di Apice, Franco Chittolina, e lo Stato con il viceministro, Andrea Olivero, il corso di formazione sulla politica, organizzato da Monviso Giovani, si è occupato dei meccanismi di funzionamento della Regione. A parlarne, nell’affollata Sala di via Bono, sono stati il presidente Sergio Chiamparino e l’assessore Alberto Valmaggia, chiamati a rispondere alle sollecitazioni del moderatore Andrea Fissore e ad alcuni interventi dei partecipanti. Entrambi gli ospiti hanno esordito illustrando brevemente il loro percorso politico.
Chiamparino ha raccontato la storia da parlamentare, poi quella da sindaco di Torino negli anni dell’Olimpiade in cui la capitale subalpina ha raggiunto l’exploit dal punto di vista turistico e, dal 2014, il lavoro alla guida del governo piemontese. Valmaggia ha riportato alla memoria gli anni da vice e, in seguito, da sindaco di Cuneo, quindi il ritorno all’insegnamento e, quattro anni fa, la sfida nella corsa alle regionali, accettata per l’amicizia che lo legava al candidato presidente e che si è tradotta nell’elezione a consigliere e nel successivo impegno da assessore.
La chiacchierata è entrata nel vivo con i perché dell’impegnarsi in politica. “E’ vero - ha sottolineato Chiamparino - che l’esperienza conta, ma il ricambio è giusto in quanto, a volte, restando troppo tempo al timone di comando non riesci a vedere quanto sta accadendo in basso. Non ti accorgi delle trasformazioni in atto nella società. Ed è quanto è successo nelle ultime elezioni politiche quando il MoVimento 5 Stelle, che cambia idea ogni 10 minuti sulle cose da fare, ha ottenuto più del 30% dei consensi. Su questo aspetto la politica di oggi si deve interrogare”.
E ha aggiunto: “Si impara molto di più dalla sconfitta che dalla vittoria. Quest’ultima ti offusca la percezione di quanto ti sta attorno, della realtà. La sconfitta, al contrario, dopo averla metabolizzata, ti deve far riflettere e può farti comprendere gli errori commessi. Cercando di capire i problemi delle persone, non girando gli occhi da un’altra parte per non vederli. Se, dopo una sconfitta, il pensiero è quello di sedersi sulla spiaggia a raccogliere conchiglie, aspettando che cambi l’onda del mare, non si può cogliere il rinnovamento della società. Bisogna rimettere al centro una riflessione culturale e, quindi, politica, di quanto sta accadendo”. Per Valmaggia “La politica non deve essere un mestiere. Prima bisogna cercarsi un lavoro e, dopo, se ci sono le occasioni si può pensare di dare il contributo personale per far crescere la comunità attraverso l’amministrazione della cosa pubblica. Un percorso che, terminata l’esperienza al servizio dei cittadini, può continuare nella vita di tutti i giorni con il volontariato”.
Poi ha spiegato le differenza tra l’amministrare una città e una regione. “Un sindaco si deve occupare di tutto e le persone ti fermano per strada chiedendoti risposte sulle grandi opere infrastrutturali e sulla buca davanti alla loro casa. L’essere amministratore regionale ti allontana maggiormente dall’avere un contatto diretto con loro, ma lì il tuo compito è di approvare leggi che regolamentano diverse materie gestite dai Comuni. Quindi, il dialogo è più incentrato con quanti guidano gli Enti locali”.
Per Chiamparino “Il sindaco è impegnato 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno. Per tutto quanto succede in un Comune ti rivolgi a lui. L’impegno in Regione è più politico, di indirizzo”. E ha raccontato un aneddoto: “Ancora adesso quando qualcuno mi ferma per strada, mi dice buongiorno sindaco e non buongiorno presidente”.
La serata ha anche evidenziato quali sono le competenze della Regione: la sanità che assorbe l’80% del bilancio, la gestione dei fondi europei, i trasporti, la programmazione nei settori dell’ambiente e del territorio, lo sviluppo delle politiche sociali e del lavoro, la cultura e il turismo. Tutte attività di intermediazione, economica e progettuale, tra l’Europa, lo Stato e il territorio. Chiamparino e Valmaggia hanno ricordato lo stato di dissesto del bilancio regionale che hanno ereditato nel 2014: una situazione preoccupante dalla quale, grazie a un lavoro impegnativo e a piccoli passi si sta tornando alla normalità con il rientro del commissariamento sul fronte sanitario e il ritorno a nuovi investimenti e alle assunzioni. Le prospettive future del Piemonte si dovranno giocare almeno su quattro fronti: la valorizzazione del capitale umano; la logistica in cui la Regione deve diventare un punto di riferimento per un ampio territorio anche extra subalpino; il turismo e la cultura che presentano forti potenzialità di sviluppo; il mantenimento dell’impresa manifatturiera in chiave innovativa.
L’incontro è terminato con una riflessione sul perché un giovane dovrebbe impegnarsi in politica. “Non ho consigli da dare - ha affermato Chiamparino -. Dico soltanto di seguire ciò che ognuno si sente dentro. Se si ha voglia di spendere qualcosa della propria vita a favore degli altri lo si può fare con il volontariato oppure anche dedicandosi alla politica. Ma gestendo la cosa pubblica come fosse una cosa propria”. Mentre Valmaggia ha ricordato la frase di don Milani: “A cosa serve avere le mani pulite se si tengono in tasca? Bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco con onestà e trasparenza”.
L’iniziativa, per la grande capacità dei due ospiti di raccontarsi e di raccontare con concretezza e semplicità le loro esperienze, ha regalato momenti di grande intensità emotiva. Capace di riempire molti di quei vuoti che, ormai, troppo spesso, i giovani associano alla politica di oggi.
L’ultimo incontro del corso è in programma giovedì 3 maggio, sempre nella Sala “La Guida” in via Bono, 5, a Cuneo dalle 18.30 alle 20, con temi la Provincia e i Comuni. A proporre le le loro riflessioni saranno il presidente della Provincia e sindaco di Cuneo, Federico Borgna, la consigliera provinciale, Milva Rinaudo, e l’assessora ai Trasporti di Alba, Rosanna Martini.